CAMILA'S POV
Erano passate esattamente due settimane dal ballo di Natale organizzato dalla scuola, due settimane dal momento in cui Lauren mi aveva salvato in calcio d'angolo, due settimane dal giorno in cui avevo finalmente chiuso con quel viscido di Shawn Mendes. Dopo l'accaduto avevo parlato con mia madre di tutto quello ch'era successo quella sera ed altre volte in passato, all'inizio normalizzavo le sue pressioni perché pensavo fosse naturale e normale che io dovessi fare determinate cose anche se ne aveva voglia solo lui. Poi avevo capito, stando anche in un nuovo ambiente, che il suo non era amore ed io non ero in dovere di prestarmi ai suoi vizi ogni qualvolta ne avesse voglia.
''Ragazzi, posso due parole?'' dissi alzandomi in piedi. Eravamo tutti a casa di Lucas a cenare per festeggiare il Natale ormai passato e l'affacciarsi del nuovo anno. Tutti i presenti al tavolo smisero di chiacchierare e rivolsero la loro attenzione verso di me, così presi il mio flute di champagne con una mano, prima di parlare.
''Volevo proporre un brindisi, perché voglio ringraziarvi. Voglio ringraziare ognuno di voi per essermi stato accanto in questi giorni, per aver sempre fatto in modo che non mi mancasse una faccia amica ed una spalla su cui piangere. Volevo dirvi grazie perché nessuno, prima di voi, mi aveva trattato così, nessuno mi aveva accettato in maniera disinteressata, senza pensare alla mia popolarità. Tutti, dal primo all'ultimo, mi avete fatto sentire in famiglia, mi avete fatto sentire a casa quando sentivo di non avercela, una casa. Mi avete accolto nel vostro gruppo e per la prima volta, in tutta la mia vita, ho capito cosa significa avere degli amici. Dei veri amici. Quindi alzo il calice e brindo, a voi!'' dissi passando a rassegna ognuno dei loro volti, con un enorme sorriso di gratitudine in volto. Pensavo tutto quello che era uscito dalle mie labbra, erano davvero una famiglia per me. Al contempo loro alzarono i propri calici accostandoli al mio e tra di loro, concludendo il momento con un bel ''cheers''. Lauren era al mio fianco e sorrideva, ma c'era qualcosa di strano nei suoi occhi, lo percepivo quando mi guardava. Dopo il brindisi decidemmo di giocare a taboo componendo due squadre per niente equilibrate e, ovviamente, vinse la squadra di Lauren e DJ.
''Dai, andiamo ch'è tardi'' disse Mike a gioco finito, effettivamente erano le due del mattino ed eravamo tutti abbastanza stanchi quindi concordammo con lui e ci salutammo a vicenda prima di andare verso il parcheggio. Io e Lauren prendemmo i caschi dal mobile nel corridoio e salutammo ancora una volta il padrone di casa prima di varcare la porta. Una volta vicino alla sua moto, prima di infilare il copricapo, la fermai per il polso prima che salisse in sella.
''Hey... che hai?'' le chiesi dolcemente, lei aggrottò le sopraccigli.
''Nulla, perché?'' mi rispose evitante.
''Lolo, ti prego... qual è il problema?'' le chiesi mettendole una mano sulla guancia, lei l'appoggiò al mio palmo prima di darvi un piccolo bacio. Sospirò.
''Io... volevo dirtelo prima ma non volevo rovinare le cose che finalmente stanno andando per il verso giusto'' disse abbassando lo sguardo ma io feci pressione sul suo viso a mo' di richiamo.
''Non rovinerai nulla, Lolo... puoi dirmi tutto, lo sai'' dissi con un sorriso cercando di rassicurarla, lei sospirò ancora ma annuendo.
''Qualche settimana fa mi ha scritto la NY Academy of Arts...'' disse guardandomi con uno sguardo alquanto triste.
''...ho incontrato il direttore Smith e mi ha offerto una borsa di studio molto, ma molto generosa perché è rimasto impressionato dai miei disegni'' continuò ora guardandosi le punta delle dita.
''Devo accettare o rifiutare entro la prima settimana di gennaio, altrimenti la perdo automaticamente'' concluse guardandomi dritto negli occhi. Non avevo capito, non avevo capito niente. Ero felicissima per la borsa di studio ma solo la malinconia nel suo sguardo mi fece capire realmente per dove fosse. New York City. Un altro stato. Praticamente un'altra vita. Ecco perché era così strana.
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CRUSHES' AND OH'S
FanfictionGli occhi. Gli sguardi. I piccoli gesti. dalla storia: "Mi piacerebbe conoscerti, lo vedo come mi guardi." "Ah davvero? E come?" "Come ti guardo io." (leggete e non ve ne pentirete.)