Capitolo 29

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Lauren's P.O.V.
"Allora ragazzi.. non siete eccitati per il ballo?" disse Molly euforicamente battendo le mani. Ero arrivata da poco a scuola in moto ed ora mi trovavo sotto il grande albero ormai spoglio a guardarmi intorno alla ricerca di qualcuno che, come se avesse percepito una specie di richiamo, venne dal nulla verso di noi con il suo sorriso smagliante.
"Mila! Ci ha detto Normani che verrai al ballo!" disse Sally salutandola e poi abbracciandola, lei sorrise a labbra chiuse e ricambiò l'abbraccio. Cosa mi ero persa? Fino a ieri era dell'idea di non andarci. Toccai leggermente DJ col gomito per attirare la sua attenzione e mi avvicinai a lei per poterle parlare.
"Quando ne avete parlato?" sussurrai interrogativa, lei si avvicinò leggermente.
"Prima che tu arrivassi, pare che Shawn le abbia chiesto di and-"
"Di andarci e lei ha accettato ovviamente e bla bla bla" dissi alzando di poco il tono e roteando gli occhi precedendola, lei mi guardò annuendo ed io rivolsi di nuovo il mio sguardo a Camila.
"Lauren e tu?" chiese Lucas incitandomi con gli occhi ad accettare.
"Io non cambio idea molto facilmente, dovresti saperlo" dissi con un ghigno simpatico, lui sorrise scuotendo la testa avendo capito i riferimenti alla ragazza.
"Non cambieresti idea nemmeno se fossi io il tuo cavaliere?" disse lui guardandomi, capì cosa stesse facendo e decisi di reggergli il gioco.
"È un invito al ballo? L'avete sentito tutti vero?" chiesi ridendo al gruppo ma guardando Camila che sembrava molto disturbata.
"Decisamente!" disse Andy ridendo, tutti risero tranne la ragazza cubana che si limitò a sorridere, un sorrisetto nacque sul mio volto precedente alla mia risposta.
"Perfetto allora, verrò al ballo con te" dissi guardando Lucas, tutti furono entusiasti dato che ci saremmo stati tutti.
"Andiamo mia dama!" disse Lucas imitando una voce nobile venendo verso di me allargando di poco il braccio.
"Certo mio cavaliere" dissi imitando il suo tono infilando il mio braccio sotto al suo.
"Io e la mia dama vi abbandoniamo, abbiamo solo un giorno per decidere cosa indossare, arrivederci signori" continuò Lucas facendo finta di togliersi il cappello, io finsi un inchino e ce ne andammo lasciando ridere a crepapelle i nostri amici.

"Sei un genio" gli dissi dopo essere entrati nell'edificio.
"Ho visto come Camila ci ha guardato ieri ed ho voluto giocarci un po' " disse facendo l'occhiolino, io gli diedi uno schiaffetto sulla spalla ridendo ed andai verso il mio armadietto.
"Ho sentito il suo sguardo infuocato su di noi fin quando non siamo entrati" dissi posando dei libri in borsa.
"E ci credo Lau... starà morendo di gelosia" disse lui ridendo riprendendo poi a camminare.
"Parlando del ballo... cosa indosserai?" continuò lui, io feci una smorfia d'indecisione, non ci avevo pensato ancora.
"Non lo so, suppongo qualcosa di rosso.. tu smoking?" chiesi fermandomi davanti l'aula di Chimica, lui annuì.
"Papillon o cravatta?" chiese.
"Papillon rosso, Lu... non azzardarti a mettere quegli scempi che tanto ami!" dissi in tono fermo per poi ridere, lui si aggiunse.
"Vado, ci vediamo a mensa" dissi salutandolo, lui sorrise ed andò via mentre io entrai in classe.

"Avete cinque minuti ragazzi, ripeto, cinque minuti!" urlò il professore, il simpatico ci aveva portato dei test a sorpresa di 20 pagine da fare in due ore con domande che non stavano né in cielo né in terra.
"Cazzo un attimo, merda" bisbigliai fra i denti, il tempo stava scadendo e la mia penna continuava a scrivere a tratti.
"Tieni, io ho finito" sussurrò qualcuno poggiandomi una penna sul banco, alzai di poco lo sguardo, sorrisi lievemente e presi la penna iniziando a ricalcare il più velocemente possibile. Quando finì, consegnai il test e tornai al banco per mettere a posto le mie cose, ricordai di avere la penna del ragazzo accanto a me che in quel momento stava uscendo dall'aula così presi velocemente borsa e telefono ed uscì.
"Hey!" urlai al ragazzo ch'era leggermente più avanti, lui si girò fermandosi.
"Questa è tua, grazie" dissi sorridendo cortesemente mentre gli porgevo la penna.
"Potevi tenerla" disse lui ridendo leggermente mentre la prendeva.
"Preferisco restituire" dissi alzando gli angoli della bocca.
"Piacere Colson Baker ma puoi chiamarmi Col" disse lui porgendo la mano.
"Lauren Jauregui" dissi stringendogliela.
"Chi non ti conosce" disse lui ridendo, mi unì a lui. Era un ragazzo carino, aveva i capelli sul biondo, occhi azzurri, portava gli occhiali ed era magro ma con i muscoli accennati, era relativamente alto ed aveva un bel sorriso, portava un pullover nero con le maniche bianche sul quale c'era lo stemma della squadra di basket e dei pantaloni neri con delle vans dello stesso colore.
"E quindi sei nella squadra di basket ma io non ho mai sentito parlare di te" constatai indicando la felpa mentre camminavamo, si era offerto di accompagnarmi all'aula di Francese.
"Sì, questo è il mio ultimo anno e sono entrato da poco, tempo la prima partita e risentirai il mio nome" disse atteggiandosi per poi ridere, io scossi il capo e risi.
"Beh io mi fermo qui, è stato un piacere conoscerti e grazie per le risate e per la penna" dissi sorridendo fermandomi davanti l'aula.
"Piacere mio, Lauren" disse lui sorridendo, nel mentre vidi Camila guardarmi da lontano con uno sguardo indecifrabile, la guardai per qualche istante.
"Senti..." disse lui abbassando il capo imbarazzato, io ritornai con lo sguardo su di lui.
"Cosa?" dissi sorridendo per cortesia.
"Ecco... mi... mi daresti il tuo numero?" chiese timidamente grattandosi il collo, in quel momento passò Camila dandomi una spallata entrando poi in classe.
"Hm... certo, dammi il cellulare" dissi, lui me lo porse e digitai velocemente il numero, il mio pensiero ora era solo uno, volevo vedere Camila.
"Bene allora ti scrivo, ci vediamo" disse lui ancora timidamente alzando la mano allontanandosi, io entrai di fretta in classe ed andai al mio posto.
"Vedo che vai avanti velocemente" bisbigliò Camila non guardandomi, io sorrisi sarcasticamente.
"Tu non puoi parlare proprio, Camila" dissi facendo lo stesso.
"Le due cose sono diverse, Lauren" rispose lei.
"Sì, perché io a differenza tua ci sono solo amica" dissi guardandola sorridendo sarcasticamente, lei non rispose, si girò serrando la mascella ed io fui amaramente contenta della mia vittoria.
Durante quelle due ore io e Camila ci evitammo, lei non mi dava confidenza, io altrettanto. Quando suonò la campanella mi apprestai a mettere le cose in borsa ed andare in mensa, durante il tragitto intravidi Col che mi salutò con un cenno di capo ed un sorriso che ricambiai, dopo essere entrata in mensa mi resi conto di avere Camila dietro che probabilmente aveva visto tutta la scena, niente di grave dato che non avevo fatto nulla ed anche se fosse stato non avrebbe avuto il diritto di arrabbiarsi.
"Ragazze, cosa metterete? Io credo qualcosa di rosso" disse Ally.
"Tubino nero" disse Molly.
"Io rosso, mi sta da Dio!" disse Sally, io alzai gli occhi al cielo trattenendo una risata.
"Un vestito nero con dei tacchi" disse DJ.
"Credo qualcosa di nero ma semplice" rispose Normani.
"Anch'io qualcosa di nero" disse Camila.
"Tu Lau?" chiese Molly.
"Sorpresa" dissi io con un sorrisetto guardando Lucas che, capendo al volo, continuò.
"Stupiscimi" disse e subito Camila mi guardò, io ricambiai il suo sguardo inumidendomi le labbra.
"Lo farò Lu, fidati" dissi inizialmente continuando a guardarla per poi girandomi verso di lui. Sentivo la tensione nell'aria, era come se la rabbia di Camila nei miei riguardi stesse tramutando in altro, mi guardava come il leone guarda la gazzella prima di attaccarla, continuava a mordersi il labbro costringendo il suo sguardo a guardare chiunque tranne me.
"Lauren" disse una voce conosciuta dietro di me, io, vedendo Camila roteare gli occhi, mi girai.
"Hey Col, dimmi" dissi vedendo il ragazzo sorridente.
"Puoi venire un secondo?" chiese gentilmente.
"No, non può" rispose Camila prima che io potessi dire qualcosa, lui la guardò interrogativo.
"Stiamo parlando di una cosa importante, non può" ribadì lei con una certa sicurezza nel tono ed un sorriso sforzato.
"Uhm okay... volevo solo chiederti se... cioè- se volessi venire al ballo con me..." disse lui timidamente riportando l'attenzione a me.
"Mi piacerebbe ma ho già un accompagnatore..." dissi gentilmente offrendogli un sorriso.
"Ah... va bene allora, spero mi concederai un ballo almeno" disse sorridendo imbarazzato.
"Vedremo" risposi ricambiando il sorriso, lui annuì salutando ed andò via.
"Chi è quel bel fusto, Jauregay?" chiese Molly ed io raccontai il fatto.
"Ora si corre anche dietro le persone per restituire le penne, incredibile.." bisbigliò innervosita Camila sperando nessuno la sentisse, ma almeno io la sentì forte e chiaro.
"Hai per caso detto qualcosa, Cabello?" chiesi con un sorrisetto sulle labbra.
"Assolutamente, Lauren" disse alzandosi.
"Ci vediamo dopo o domani, ragazzi" continuò per poi andar via, io scossi il capo divertita.
"Perché ho come la sensazione che stia morendo di gelosia?" disse DJ.
"Perché forse stava per scoppiare in una scenata?" le disse sarcasticamente Normani, DJ la scimmiottò e tutti scoppiammo a ridere.
Quando suonò la campanella andai al bagno per sciacquarmi un po' il viso e per casualità ci trovai Camila.
"Camila" salutai andando verso il lavello, lei era lì a rifarsi il trucco.
"Lauren" disse guardandomi dallo specchio, io mi sciacquai il viso e poi andai verso il contenitore della carta che era poco distante da lei.
"Hai anche gli spasimanti adesso?" disse la ragazza continuando a guardarmi dallo specchio.
"Sarà il fascino dell'essere la seconda scelta" risposi facendo spallucce passandole dietro per uscire ma lei mi bloccò per il polso.
"Cosa?" chiesi guardando prima la sua mano sul mio braccio e poi lei, il suo sguardo pareva pieno d'ira, probabilmente le mie parole l'avevano colpita ed affondata, le sue labbra erano quasi serrate ed i suoi lineamenti tesi, pensai che se non ci fosse stato baccano nei corridoi avrei persino potuto sentire il suo cuore pulsare, mi aspettavo scoppiasse da un momento all'altro ma non lo fece, non fece nulla a dire il vero. Non parlò, non disse niente, lasciò semplicemente il mio polso ed andò a sistemare le sue cose aspettando che andassi via. Uscì dal bagno leggermente destabilizzata, i suoi occhi così scuri non li avevo mai visti, rispecchiavano così tanta rabbia ed oserei dire dolore che mi sentì mancare per un istante, l'avevo ferita. Con tutti i miei pensieri camminai lentamente verso l'aula di Letteratura, averla vista così arrabbiata mi aveva fatto capire che forse non ero l'unica a soffrire, una parte di me mi stava implorando di andarle a parlare e dirle che mi mancava da morire, baciarla e dirle che mi sarebbe andato bene fare tutto di nascosto, perché mi bastava lei, bastavamo noi, l'altra mi tratteneva con tutte le sue forze, dicendomi che s'eravamo in quella situazione era per colpa sua. La mia mente mi stava torturando e l'unica persona che avrebbe potuto salvarmi era colei ch'era lì a torturarmi. Con la testa altrove mi ritrovai davanti l'aula di Letteratura dal nulla, entrai e lì passai l'ultima ora senza prestare minimamente attenzione a ciò che Fitz stava blaterando.
"Ed ora Jauregui ci ricorderà perché stare attenti durante la lezione è un bene" sentì ed alzai di scatto la testa sentendo il mio cognome.
"Scusi prof" dissi poggiando poi il mento sul palmo della mano fingendo di ascoltare. 
Quando l'ora finalmente finì, misi le mie cose a posto e feci per uscire dall'aula ma Fitz mi fermò.
"Lauren, va tutto bene?" disse richiamando la mia attenzione.
"Potrebbe andare meglio prof" risposi con un sorriso sforzato.
"E con Camila?" disse a bassa voce.
"Non le arrivano le voci, Mister Fitz?" chiesi.
"Sono vere quindi..." disse lui, io annuì e dopo tanti incoraggiamenti e le solite cose mi lasciò andare.
Uscì fuori ed il vento freddo mi colpì dritto in faccia, pur essendo a Miami, le temperature erano drasticamente calate, il Natale stava arrivando e con sé stava portando il freddo, non che mi dispiacesse, anzi. Mi guardai intorno cercando i miei amici con lo sguardo ma non vidi nessuno, così presi il casco che stamattina avevo messo in borsa e le chiavi dalla giacca incamminandomi verso il parcheggio, presi il cellulare dalla tasca per controllare l'ora ma l'anteprima di un messaggio catturò la mia attenzione, così sbloccai l'iPhone aprendolo.

Da Numero Sconosciuto (12:40 P.M):
Gentile Lauren Jauregui,
una sua conoscenza mi ha parlato molto bene di lei per quanto riguarda il campo della fotografia e del disegno, in quanto direttore e fondatore della famigerata New York Academy of Art, situata in New York City, sarei lieto d'incontrarla personalmente per un caffè o un pranzo per conoscerci e proporle qualcosa. Mi fermerò a Miami per le prossime due settimane, ci pensi e mi faccia sapere al più presto. In caso dovesse pensare di accettare la proposta d'incontrarmi mi farebbe piacere ricevere qualche suo scatto e/o disegno, le lascio la mia mail, Smithenterprising@ubi.com

Cordiali saluti, Mr. Smith.

Note Autore:
ogni tanto scompaio... i'm sorry...

enjoy(:

CRUSHES' AND OH'SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora