Lauren's P.O.V.
Una settimana dopo quella famosa serata al Piper le cose erano un tantino cambiate e non in positivo per me, Camila mi evitava costantemente e se mi parlava era per rispondere a qualche battutina che facevo sporadicamente per attirare la sua attenzione, i suoi occhi non incrociavano mai i miei e se lo facevano il suo sguardo era assente e, cosa peggiore di tutte, aveva smesso di sorridermi. Non sapevo cosa le fosse successo, probabilmente stava passando un brutto periodo con Shawn, con la scuola, con la famiglia... o semplicemente aveva deciso d'ignorarmi. Ancora una volta non riuscivo a capire il perché del suo comportamento, un minuto prima era stronza e quello dopo mi aiutava, un attimo prima sembrava odiarmi e quello dopo sembrava provare quello che provavo io. Camila era un mistero, un dolce, bello e disastroso mistero."Si Lauren ma fa piano!" disse la ragazza quasi urlando.
"Shh!" risposi.
"Ahia, levati!" mi disse.
"Sei tu che ti metti dietro, togliti tu!"
"Non urlarmi in faccia e fa piano!"
"Ah vaffanculo, non ci riesco! Apri questa cazzo di porta, Cabello. Mostrami le tue doti da scassinatrice o il cazzo di mestiere che fa uno che apre le porte, su!" risposi smettendo di strattonare la maniglia della porta.
"Cazzo Jauregui sei inutile! Cristo ma cosa fai nella vita!?" rispose provando ad aprire la porta. Io incrociai le braccia allontanandomi per guardare Camila fare le stesse identiche cose che avevo fatto io in precedenza.
"Non c'è campo, non c'è campo!" urlai mentre giravo nella stanza quasi del tutto buia alla ricerca di un po' di linea per chiamare Dinah o qualcuno che ci venisse ad aprire. Ripensai a com'eravamo finite là dentro e quasi scoppiai a ridere; quella mattina DJ ci aveva invitati tutti da lei, per passare il fine settimana insieme dato che i suoi non c'erano ed andava davvero tutto bene finché da persone mature ed adulte quali siamo, abbiamo deciso di giocare a nascondino. E chi poteva pensare lo stesso nascondiglio mio? Camila, ovviamente. E così eravamo rimaste chiuse dentro lo scantinato perchè lei non sapeva che poteva aprirsi solo dall' esterno ed io l'avevo dimenticato. Era isolato dal resto della casa perché il padre di DJ usava quel posto come una specie di tavernetta quando ancora non avevano figli e poi quando nacque Dinah iniziò ad usarlo sempre meno finché non fu del tutto abbandonato. Tra l'altro non c'era una luce o almeno non trovavamo l'interruttore, l'unica fonte era la piccola finestrella ed era il sole stava pian piano tramontando, la porta poteva essere aperta solo da fuori o con le chiavi dall' interno, quindi eravamo chiuse al buio, in una stanza relativamente piccola, da sole.
"Camila cazzo, puoi spingere di più? Fai qualcosa, non ce la faccio più!" dissi dando un pugno contro la porta. Lei si girò ed era praticamente a due millimetri da me, la luce quasi rossa del sole che le illuminava il viso la rendeva la cosa più bella che avessi mai visto, i suoi occhi sembravano color miele, i suoi lineamenti erano più evidenti e le sue labbra mi facevano venir voglia di baciarla, sembrava essere stata scolpita dagli dei. Lei s'inumidì le labbra ed indietreggiò andando a sbattere contro la porta, io appoggiai l'altra mano alla superficie ruvida della porta in legno e mi avvicinai ancora. Il mio sguardo cadde sulle sue labbra ed il suo fece lo stesso con le mie, sentivo il suo respiro sul mio labbro inferiore e non mi resi conto di starmi avvicinando ulteriormente con il viso al suo finché lei non girò il volto poggiando la testa contro la porta. Solo quando mi resi conto che stavo per baciarla tolsi le mani dalla porta e mi allontanai.
"Io uhm.. scusa Camila.." dissi probabilmente in imbarazzo. Lei annuì ma non sembrò convinta, pareva volesse dire qualcosa ma dalla sua bocca non uscì parola. Mi guardai intorno cercando qualcosa che potesse aiutarmi a portarci fuori da quello scantinato ma la scarsa luce non aiutava. Accesi la torcia del mio cellulare e guardai in giro, doveva pur esserci qualcosa, pensai.
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CRUSHES' AND OH'S
FanfictionGli occhi. Gli sguardi. I piccoli gesti. dalla storia: "Mi piacerebbe conoscerti, lo vedo come mi guardi." "Ah davvero? E come?" "Come ti guardo io." (leggete e non ve ne pentirete.)