Capitolo 32

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CAMILA'S POV

''Dinah?'' fu la prima cosa che dissi aprendo gli occhi, ero distesa con la testa sulle gambe della polinesiana per cui il suo viso fu la prima cosa che vidi.

''Hey, come va?'' chiese rivolgendomi un sorriso tenero, aggrottai le sopracciglia alzandomi a sedere. Guardandomi intono notai gli interni dell'auto di Finn così capii che fossimo sedute sui suoi sedili.

''Sei svenuta'' disse lei spiegandomi siccome non capivo a cosa si riferisse.

''Ma quando?'' chiesi portandomi una mano alla tempia sinistra, il mal di testa stava iniziando a salire.

''Prima, stavi con i ragazzi e all'improvviso sei svenuta, fortunatamente Lauren ti ha afferrato di colpo altrimenti rischiavi di sbattere la testa'' rispose sospirando. Allora non li avevo immaginati, i suoi occhi. Era davvero lei.

''Lauren... lei- lei dov'è?'' dissi in un soffio ed il blackout iniziò a diventare un po' meno black: Lucy, ''si torna sempre dove si è stati bene'', Lauren. Spalancai gli occhi e guardai allarmata la bionda accanto a me.

''Dinah, cos'è successo? Ti prego, devo saperlo'' dissi velocemente afferrandole la spalla, avevo ricordato della telefonata della corvina e lei che correva in suo soccorso.

''Camila, non posso aiutarti'' rispose ed un'espressione di dispiacere crebbe sul suo viso, voltammo entrambe lo sguardo verso il finestrino richiamate da leggeri battiti contro il vetro. Immediatamente la polinesiana aprì lo sportello ed io la guardai confusa mentre cedeva il posto all'altra che subito si sedette richiudendo la portiera.

''Come stai? Mi hai fatto spaventare...'' disse portando le mani sulle mie guance guardandomi con aria preoccupata.

''Sto bene'' risposi scostandomi bruscamente da lei con un'espressione quasi di disgusto, il suo sguardo s'incupì all'istante.

''Voglio andare a casa, dove sono gli altri?'' dissi con tono glaciale dopo essermi allontanata da lei anche con il corpo, mi ero spostata sull'altro sedile.

''Fuori, chiamo Finn'' rispose sottovoce senza guardarmi negli occhi per poi aprire lo stesso sportello dal quale era entrata e riuscire subito dopo. Imitai il suo gesto ed uscì anch'io dalla macchina, feci il giro e mi incamminai verso i ragazzi che erano ad una trentina di metri da me. Avevo un martello pneumatico nelle orecchie e questo m'impediva di capire distintamente quel che stessero dicendo, l'unica cosa che potevo percepire era che al centro dell'argomentazione ci fosse la corvina siccome era praticamente a capo chino ed accerchiata dai nostri amici che parevano sbraitare. Mark mi vide arrivare e fece cenno agli altri che immediatamente vennero verso di me, solo Lucy non c'era. Guardandomi intorno notai che non fosse nemmeno lì. I ragazzi iniziarono a bombardarmi di parole che riguardavano il come stessi ed il fatto che si fossero tutti preoccupati, istintivamente portai le mani alle orecchie perché non riuscivo a capire nulla, potrei quasi giurare che quelle onde sonore arrivassero ai miei timpani come scosse di dolore puro. Chinai il capo perché il posto aveva iniziato a girare, i contorni erano tornati sfuocati come quelli delle ultime cose che ricordavo di aver fatto prima di svenire. Sentì un paio di mani afferrarmi per la vita ed un profumo troppo familiare inebriarmi le narici, chiusi le palpebre ispirando ed espirando in maniera prolungata. Piano le voci tornarono ad avere un nome e non mi parvero più indistinte e lontane, aprì gli occhi appena sentì il mio corpo accasciato sul suo.

''Lasciami'' dissi alzando il tono prima di darle una leggera spinta per staccarmi dalla sua salda presa. A seguire la mia affermazione ci fu un tuono fortissimo, tant'è che tutti alzammo lo sguardo verso il cielo.

''Ti stavo solamente sorregend-'' la interruppi prima che potesse continuare il suo sproloquio da cane bastonato.

''Risparmiatelo, davvero Lauren'' dissi semplicemente, indietreggiai per poi girarmi completamente ed incalzare il passo verso l'auto di Finn, iniziò – prevedibilmente – a piovere.

CRUSHES' AND OH'SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora