Capitolo 3

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Zeynep

<Mi stai dicendo che Murat ti ha chiesto di aiutarlo al locale e tu hai accettato?> chiede urlando la mia amica Defne.

<Vogliamo mettere pure i manifesti?> chiedo infastidita. Odio quando urla come una gallina attirando l'attenzione della gente.

<Sono solo sorpresa. A te non piace il The Hell. Non il sotto perlomeno> mormora a bassa voce.

<E infatti non ci scenderò mai più. Ho solo fatto un favore a Murat> rispondo sicura di me. Io adoro tantissimo la caffetteria del mio amico ma odio la parte nascosta di quel locale. Murat gestisce il The Hell, una caffetteria davvero carina dove do una mano a Murat solo per avere dei soldi un po' per me dato che quelli che ricavo con il mio primo lavoro gli devo dare a mio padre. Il The Hell la sera chiude presto e questo solo per preparare il sotterraneo dove il mio adorato amico ha pensato di mettere su degli incontri clandestini di boxe, cosa che io odio. Non mi piace per niente l'aggressività e in quel posto di sicuro non ne manca e ieri sera ho potuto riconfermare i miei pensieri.

<Però devi ammettere che è bel...brutto, volevo dire è veramente brutto e barbaro quel posto> si corregge all'istante appena vede una smorfia sul mio viso. So quanto la mia amica sia attratta da quel posto è questo solo perché cerca di trasgredire e uscire fuori dagli schemi e abbandonare anche se per poco tutte le regole dai suoi genitori imposti. In questo posso dire che i nostri genitori ci assomigliano, più o meno. Sia i suoi che mio padre hanno delle regole che vanno rispettate solo che quelle di Oguz sono esagerate e opprimente invece quelle che Defne deve rispettare sono quelle stupide cose che fanno le persone di alta società. Non sia mai con il suo comportamento fuori luogo metta la famiglia in una cattiva luce.

<Non mi piace quando le bestie si picchiano per puro piacere. Non c'è niente di bello nell'essere picchiati> mormoro piano mentre lascio lentamente la presa sulla forchetta.

<Sei già sazia?> chiede Dafne mentre fissa il mio piatto quasi pieno.

<Stamattina ho mangiato troppo a colazione> parlo con un tono di voce deciso cercando di essere credibile.

<Se fosse per me mangerei sempre ma non posso>

<Potresi anche ribellarti un po' Defne. Hai quasi trent'anni per la miseria. Non possono obbligarti a farti fare la statuina>

<Non ho il diritto di ribellarmi Zeynep e lo sai. La mia stupida e nobile famiglia londinese mi sta con il fiato sul collo>

<Non che la mia sia così diversa> sussurro piano tra me e me.

<Ciao belle ragazze> la figura di Murat si materializza davanti ai nostri occhi per poi sedersi accanto a me al tavolo.

<Mi stai pedinando per caso?> chiedo ridacchiando. Molte volte quando vado da qualche parte succede che lo incontro e non ho potuto non pensare che mi segue anche se questo mio pensiero è da pazzi.

<Lo sai che non posso vivere senza di te> risponde sorridendo mentre mi attira a se in un mezzo abbraccio. Conosco Murat praticamente da sempre e lui e Defne sono le uniche persone a cui voglio bene, compresa mia madre. Defne invece l'ho conosciuta quando avevo si è no dieci anni. Ricordo di esserci conosciute al parco. C'era un bimbo poco più grande di me che non smetteva di infastidirla e l'aiutai a liberarsene di lui e da quel giorno ogni volta che ci incontravamo al parco giocavamo sempre insieme e giorno dopo giorno legavamo sempre di più fino a quando non siamo diventate migliore amiche.

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