Capitolo 14

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Zeynep

Oggi il mio umore è uguale al tempo. Prima di uscire di casa il cielo si è riempito di nuvole grigie dalle quali poco alla volta sono scese delle gocce di acqua confondendosi con le lacrime che hanno rigato il mio viso. Sono stata una sciocca lasciarmi trasportare dal momento che tra me e Firat si era creato ma contemporaneamente sono stata una stupida nel pensare che lui ieri sera, in quel momento dove per una volta eravamo solo noi due spogli da ogni tipo di maschera, per qualche secondo avevo pensato, o meglio dire percepito anche da sorte sua lo stesso desiderio che avevo io di baciarlo ma mi sono sbagliata amaramente. Non mi è mai successo di sentire il mio cuore battere all'impazzita dentro il mio petto, non ho più sorriso come faccio quando sono con lui, e non ho mai desiderato qualcuno, non prima di lui. Conosco Firat già da un bel po' e non avrei mai pensato che un giorno quel uomo che in realtà è il mio capo sarebbe stato in grado di farmi battere il cuore. È vero, molte volte quando ero al lavoro mi cadeva l'occhio su di lui ma la mia, almeno inizialmente, era solo curiosità. Volevo cercare di capire perché tutti lo temevano, perché tutti abbassavano lo sguardo davanti a lui o perché c'erano quelle regalo da rispettare che io comunque non rispettavo ugualmente e se prima quando parlavo di lui  lo definivo il mio capo stronzo ora se dovessi dirlo a qualcuno direi che Firat è l'uomo che mi fa battere il cuore ma che io dovrò mettere a tacere. Ho avuto modo di pensare tutta la notte e sono arrivata alla conclusione che forse è meglio se mantengo le distanze da Firat ritornando sui miei passi e smettere di sognare. Lui è un principe mentre io, io sono una povera ragazza che per anni è stata odiata dai genitori è costretta a vivere una vita che non volevo. Io sono solo una cameriera.

<Forse il destino gioca a nostro favore> un timbro maschile interrompe i miei pensieri e quando focalizzo la persona che c'è davanti al tavolino sbuffo disperata. Ma di quale destino parla. Questa mi sembra sfiga.

<Ciao Levend> mormoro piano.

<Posso sedermi?> chiede e senza aspettare una reale risposta da parte mia si siede dall'altra parte del tavolo mentre mi rivolge un sorriso smagliante.

<Ormai l'hai fatto> sussurro tra me e me mentre afferro la tazzina del tè. Quando sono uscita di casa la mia unica intenzione era venire nel mio posto preferito per restare da sola e perdermi nei miei pensieri senza essere interrotta da qualcuno.

<Speravo tanto di trovarti qui> sento Levend mormorare. All'epoca quando ci frequentavamo abbiamo scoperto questa biblioteca insieme ed io me ne innamorai all'istante. Si tratta di una biblioteca caffè dove le persone come me amanti dei libri ma soprattutto del silenzio possono venire qui a leggere e gustarsi anche un buon caffè o tè come nel mio caso ma la cosa che più amo di questa biblioteca e il fatto che si trova in uno stabile all'ultimo piano che affaccia sulla Moschea Blu ed io adoro questa vista.

<Ogni tanto vengo qui quando...>

<Quando vuoi stare sola. Me lo ricordo sai? Cosa ti rattrista Zey?> chiede forse curioso o magari preoccupato mentre continua a guardare i miei occhi che sicuramente saranno ancora arrossati per via delle lacrime che ho versato. Nei miei ventisette anni di vita ho solo piano per via del dolore, per non essere mai stata amata da mio padre e incompresa da mia madre invece ora, ora per la prima volta ho pianto per un ragazzo. Ho pianto perché mi sono resa conto che Firat mi piace e quelle emozioni che inizio a provare per lui sono sbagliate. Noi siamo così simili ma al tempo stesso così diversi.

<O mio mio> sussurro sconvolta del mio stesso pensiero. Lui mi piace. Quel stronzo mezzo principe che fa a botte mi piace e non solo.

<Stai bene?> chiede Levend mentre appoggia la sua mano sopra la mia mano.

<Magari è scioccata per aver visto la tua faccia da culo>

<Mio dio> sussurro piano quando sento la voce di Murat. Giro di poco la testa guardando alla mia sinistra dove si trova il mio amico che rivolge uno sguardo assassino a Levend e non è l'unico a farlo. Ormai come da abitudine c'è anche Firat e la sua presenza in questo momento non la gradisco affatto.

<L'ho già trovata in questo stato coglione> risponde Levend in modo duro. I due non sono mai andati d'accordo e questo perché secondo Murat il mio ex pretendente era troppo perfetto e la teoria del mio amico è che quando uno è troppo perfetto di sicuro nasconde qualcosa e dato non riusciva a inquadrarlo bene cercava sempre di farlo andare fuori di testa e fargli perdere il controllo solo che Levend non lo considerava mai.

<Cosa è successo?> chiede Murat preoccupato mentre si avvicina a me.

<Cosa ci fai qui?> chiedo curiosa evitando la sua domanda.

<Non so se ti sei resa conto Zeynep ma ormai fuori c'è buio e per tutta la giornata nessuno ha avuto tue notizie pensavo che, io ho pensato...>

<Sono stata qui tutto il giorno Murat> rispondo facendo spallucce mentre indico il libro che c'è sopra il tavolo. Ho capito quale fosse la sua paura ma non voglio che anche Levend sappi della mia famiglia. Già mi basta quel ficcanaso di Firat che continua a incenerire Levend con lo sguardo e solo adesso mi rendo conto che la sua mano è rimasta appoggiata sulla mia. Questo piccolo contatto è stato così indifferente e privo di ogni emozione che non ci ho fatto caso.

<Pensi che puoi mancare dal lavoro quando ti pare senza avvisare?> chiede in modo duro lo stronzo.

<Non vedi? Sono malata, chiedi a Eylül di sistemare la tua stanza> rispondo mentre fingo di tossire.

<La signora Ince non lavora più per...>

<E da quando?> chiedo curiosa interrompendolo.

<Da quando lei...>

<E perché io non sapevo niente?>

<Sicuramente avevi la mente occupata da altro e non ti sei resa conto che non c'è da giorni> risponde in modo aspro mentre continua a guardare Levend.

<Tu lavori per lui?> chiede Levend curioso facendo sbuffare Firat che si viene a sedere accanto a me.

<A quanto pare> rispondo borbottando.

<Ma che ti interessa? Tu che ci fai qui?> chiede Firat innervosito.

<Come, non lo sapevi? È il suo ex ragazzo> risponde Murat facendomi andare la saliva di traverso mentre Levend sorride e Firat stringe i pugni per la rabbia.

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