Capitolo 9

661 91 51
                                    

Zeynep

Non avrei mai pensato che un giorno sarei uscita con il mio capo a mangiare un kebab eppure ieri è successo. Abbiamo optato di spostarci a piedi girando per le strade di Istanbul beandoci dei primi raggi del sole con l'arrivo della primavera. Era da tempo che non caminavo spensierata, era da tempo che non mi sedevo su una panchina a guardare la bellissima vista che c'è sul Bosforo mentre il mare si muoveva per via di quella brezza di vento che c'era a tratti o vedere i gabbiani riempire il cielo con la loro danza. Era da tanto che non respiravo aria pulita e non ho potuto non pensare al fatto che quel momento l'ho vissuto grazie a Firat. Se non fosse stato per la sua proposta di pranzare insieme, come da abitudine sarei andata a casa per poi prepararmi e fuggire nuovamente al lavoro ed è stato in quel momento, seduta su quella panchina mentre i raggi le sole sembravano giocare a nascondino per via delle nuvole bianche che ogni tanto lo coprivano, mi sono resa conto del fatto che per via dei miei genitori io non ho vissuto la mia vita appieno. Il mio unico pensiero è stato quello di lavorare solo per portare i soldi a mio padre e cercare di non farlo arrabbiare vivendo perennemente con la paura e non voglio più vivere in questo modo e se è vero che la notte porta consigli con me ha funzionato.

<Possiamo parlare?> chiedo a Murat appena entro in cucina. Da quando l'altro ieri al locale mi ha fatto arrabbiare per aver divulgato una parte della mia vita a Firat non ci siamo più parlati. In problema è che a me non piace andare in giro e raccontare alle persone cosa mi succede e dire o meno a Firat di mio padre doveva essere una scelta mia. Voglio tanto bene a Murat e so quanto si preoccupa per me ma non mi piace quando le persone vengono a sapere della mia situazione famigliare. Non voglio essere vista come una vittima oppure ricevere i loro sguardi di compassione.

<Zeynep io...>

<Ho deciso di trasferirmi> dico d'un tratto mentre guardo la sua espressione scioccata.

<In che senso? Dove hai intenzione di andare?> chiede preoccupato.

<Forse mi sono espressa male, voglio solo cercare una casa per me è andare a vivere da sola. Voglio riprendere gli studi e voglio essere indipendente>

<Non puoi essere indipendente ma restando qui? A me non dai alcuno fastidio> mormora in modo impacciato mentre noto come il suo sguardo vacilla in varie direzioni ma senza posarsi neanche per un attimo su di me, nei miei occhi.

<Qual'è il problema Murat?>

<Nessuno perché? Non ti piace il mio letto? È abbastanza morbido e poi almeno così non sono solo se resti qui> borbotta cercando di essere credibile.

<Sputa il rospo Murat> ordino in modo autoritario.

<Quel bastardo di Oguz mi ha minacciato. Non a me personalmente ma ha giurato che prima o poi in un modo o nell'altro tu tornerai da lui> dice a bassa voce mentre finalmente mi guarda negli occhi preoccupato.

<Io non tornerò mai più in quella casa> rispondo balbettando.

<Ed io non permetterò a tuo padre di farti nuovamente del male. Per questo voglio che resti qui Zeynep>

<Ed io non voglio più annullarmi per colpa sua Murat. Non voglio più vivere con la paura. Voglio vivere facendo quello che più mi piace, voglio riprende a studiare>

<Io non ti sto dicendo di rinunciare ai tuoi sogni ma almeno qui so che sei al sicuro>

<Sarebbe un po' come vivere nello stesso modo non credi? Nascondendomi solo per paura che lui possa farmi del male. È questo che io voglio cambiare di me Murat. Voglio smettere di avere paura>

<Vuoi andare a vivere da sola? Fatti aiutare da Firat>

<Cosa c'entra lui?> chiedo confusa.

<Sicuramente sarà lui> il mio amico borbotta a bassa voce appena sentiamo un rumore alla porta.

<Mi vuoi dire in che modo può essermi d'aiuto quel mezzo principe?> chiedo infastidita quando non mi da conto mentre apre la porta di casa.

<Chi sarebbe questo mezzo principe?> chiede il diretto interessato facendomi alzare gli occhi al cielo. È possibile che lui sia ovunque?

<Uno che non conosci> rispondo poi facendo spallucce.

<Ti ho mai detto che mi piaci?> chiede in modo schietto facendomi strozzare con la mia stessa saliva al che lui diventa serio.

<Non tu, il tuo carattere volevo dire> si corregge subito dopo distogliendo lo sguardo da me.

<Invece a me non piace il tuo carattere> rispondo sicura di me mentendo in parte. Non mi piaceva prima il suo carattere, il suo modo freddo di trattare la gente è il suo essere snob ma qualcosa in lui è cambiato ultimamente o forse sto avendo la possibilità di conoscerlo meglio e devo dire che questa parte di lui che sto scoprendo mi piace molto.

<Vi lascio parlare> dico l'attimo dopo ma vengo  fermata dalla voce di Murat.

<In realtà dobbiamo parlare con te>

<O dio santo> sussurro preoccupata. Quando Murat vuole parlare non sempre le nostre idee combaciano.

<Firat ti darà lezioni di autodifesa> dice il mio amico facendomi strabuzzare gli occhi.

<Non ho bisogno di...> di imparare a difendermi avrei tanto voluto dire ma Firat mi ha attaccata dolcemente al muro nel giro di due secondi. La sua mano sinistra si trova dietro la mia testa facendomi toccare il palmo della sua mano e non il muro mentre la mano destra e appoggiata sul mio fianco sinistro e il suo corpo, oh il suo corpo è così incollato al mio che non ci separa neanche un centimetro. Solo le nostre bocche sono divise da una piccola e insignificante distanza.

<Io penso proprio di si> sussurra piano ad un palmo dalle mie labbra mentre i nostri occhi sembrano come se non si volessero lasciare neanche per un attimo. Non è la prima volta che mi rendo conto del fatto che i suoi occhi mi attirano a se ma è la prima volta che percepisco la stessa cosa da parte sua. Ogni volta che ci guardiamo i nostri occhi sembrano comunicare tra di loro solo che io non sono brava a decifrarli. Istintivamente e senza pensarci troppo alzo la mano sfiorando con il pollice il suo labbra che anche se di poco è ancora gonfio e lui a questo contatto forse inaspettato sussulta ed io automaticamente allontano la mano.

<Non la togliere> sussurra piano mentre con lo sguardo mi prega di rifarlo. La mia mano tocca il suo labbro lentamente per poi sfiorare la sua guancia e a questo mio tocco lui chiude gli occhi appoggiando la guancia nella mia mano come se fossi desideroso di una simile carezza.

<Non mi sembra che la boxe implichi le carezze> la voce del mio amico Murat interrompe questo momento che si era creato tra di noi facendo sbuffare Firat.

<Coglione> mormoro piano senza farmi sentire dal mio amico ma non ho la stessa fortuna con Firat dato che lui sorride sotto i baffi mentre si allontana da me. Perché improvvisamente sento freddo?

Heart of iceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora