Capitolo 10

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Zeynep

Negli ultimi giorni ho avuto modo di ritrovare un po' di stabilità, cosa che mi mancava parecchio. Ho avuto del tempo libero per me e grazie alla pazienza di Defne che mi ha sopportata ho trovato un piccolo appartamento molto vicino all'hotel così per arrivare al lavoro non sarò costretta a usare sempre la macchina. E dato che non mi faccio mancare niente ho iniziato ad allenarmi con Firat solo che lo stronzo prima di insegnarmi qualche mossa ha deciso di farmi morire. Secondo lui prima devo abituare il mio corpo dato che non ho mai fatto alcun tipo di sport e quindi ha avuto la bruttissima idea di farmi fare stretching e mi ha consigliato di andare a correre ogni tanto cosa che sto facendo in questo momento ma dato che sono proprio negata per lo sport inciampo come una stupida ritrovandomi poi con il sedere per terra.

<Stai bene?> chiede in modo preoccupato qualcuno e quando alzo la testa trovo fermo davanti a me un ragazzo che ho proprio l'impressione di conoscere.

<Levend?> pronuncio il suo nome quasi come se volessi avere la conferma che il ragazzo che si trova davanti a me fosse proprio lui.

<Che mi venga un colpo. Zeynep Eren, non ci posso credere> dice scioccato mentre mi offre la mano per aiutarmi ad alzarmi e mettermi all'impiedi.

<Il tempo è passato eppure tu sei rimasta la stessa> ammette sincero mentre mi tira a se per poi abbracciarmi.

<Potrei dire lo stesso di te> dico borbottando mentre mi stacco da lui. Ho sempre odiato questo suo modo invadente.

<Sono così felice di averti rincontrata. Che fine hai fatto negli anni? Non ti ho più vista in giro così ho pensato che fossi partita> inizia a parlare a vanvera mentre mi scruta in modo insistente cosa che non gradisco affatto.

<Senti Levend, anche per me è stato un piacere rivederti ma adesso ho fretta. Devo andare> farfuglio velocemente per salutarlo altrettanto in modo veloce e sparire dalla sua visuale. Non me lo ricordavo così logorroico.

A passi felpati mi dirigo verso casa e una volta arrivata vado dritta in bagno per farmi un bel bagno rilassante mentre mi preparo mentalmente per l'incontro di questa sera con la mia pazza e folle amica. Defne era a conoscenza dei problemi che ho con i miei genitori ma non le ho mai detto del fatto che mio padre mi picchiava e quando gliel'ho raccontato ha dato di matto e per farmi perdonare da lei mi sono dovuta sacrificare proponendole una serata piena di cartoni.

<Arrivo> mormoro mentre mi dirigo verso la porta e quando la apro aggrotto le sopracciglia quando vedo Firat fermo sulla soglia di casa.

<Cosa ci fai qui? No, anzi, come fai a sapere dove abito?> chiedo curiosa ma anche infastidita. Non c'è giorno in cui non lo incontro e giuro che sto iniziando a pensare che mi segue.

<Sei uno stalker per caso?> chiedo a voce alta l'attimo dopo per poi strabuzzare gli occhi. Veramente ho pensato a voce alta?

<La tua strana amica ha informato Murat del fatto che stasera c'è una serata cinema e lui molto gentile mi ha informato e mi ha chiesto volevo venire. E indovina un po'?>

<Naturalmente hai accettato ma non sono stata io a invitarti quindi sparisci> dico sicura di me mentre cerco di chiudere la porta ma lui la blocca con la mano al che io faccio più forza schiacciandogliela.

<Ma sei pazza?> urla contro di me forse per il forte dolore e quando toglie la mano io chiudo la porta per poi andare verso la cucina e prendere del ghiaccio. Odio la sua presenza costante ma forse ho esagerato un po' soprattutto se ripenso al fatto che lui con quelle mani si difende.

<Sei una stronza malefica> borbotta contro di me appena riapro la porta e gli lancio la bustina con il ghiaccio che prende al volo.

<La serata cinema è una sessione di cartoni della Disney> lo informo sbuffando mentre lo faccio entrare e quando sto per chiudere nuovamente la porta ecco che spuntano i traditori.

<Chi ci vive in questa casa, anche se da poco?> chiedo in modo duro mentre guardo i miei amici.

<Tu perché?> rispondono contemporaneamente.

<E dato che è casa mia non dovrei essere io a invitare le persone?> chiedo guardando questa volta Murat, il colpevole.

<Era solo e poi mi sembra a suo agio> risponde mentre con un movimento di testa indica Firat seduto comodamente sul divano mentre con il telecomando cambia i canali in tv.

<Io ci rinuncio> borbotto a bassa voce per poi dirigermi in cucina e tirare fuori un po' di stuzzichini.

<Cosa c'è tra te e Murat?> chiedo alla mia amica appena mi raggiunge.

<In che senso?> chiede fingendosi tonta mentre inizia a toccarsi i capelli in modo nervoso.

<I vostri occhi brillano quando si incrociano Defne e magari ai vostri occhi sembrerò una stupida e magari lo sono ma non così tanto da non capire che tra di voi c'è qualcosa già da tempo. Ho aspettato sai? Ho pensato che prima o poi me lo avreste detto ma se tu anche stasera quando sei arrivata mano nella mano con lui e appena mi hai vista ti sei allontanata, se tu neghi significa che realmente io sono proprio stupida e non capisco niente> dico infastidita per poi uscire dalla cucina con un vassoio nelle mani.

<Zey io...>

<Non mi va di parlare Murat> parlo in modo duro interrompendolo. Non so per quale motivo sto reagendo in questo modo o forse mi rendo solo conto che tutte le persone intorno a me mi prendono per stupida e la cosa che fa più male è che i miei migliori amici mi hanno trattata realmente da stupida. Appoggio il vassoio sopra il tavolino per poi andare a sedermi accanto a Firat e non perché desidero ardentemente di averlo accanto ma lo faccio per il semplice fatto che non voglio stare accanto a quei due e dato che il divano è abbastanza grande per questa sera starò a debita distanza da loro due.

<Dovresti arrabbiarti più spesso. Mi piace quando ti trasformi> Firat sussurra piano al mio orecchio

<Zitto che non sento> mormoro a bassa voce.

<Cosa non senti? La vocina che c'è nella tua mente?> chiede ridacchiando.

<Ma non hai nient'altro da fare che infastidirmi?>

<Questo mi sembra più interessante> risponde facendo spallucce mentre prende una manciata di patatine e ingozzarsi come un maialino facendomi sorridere.

<Complimenti alla finezza> dico ridacchiando mentre guardo le sue guance gonfie per via del troppo mangiare mentre cerca di masticare senza affogarsi.

<In realtà mi è sempre mancata> risponde appena manda giù le patatine.

<Povera la donna che dovrai sposare>

<Perché lo pensi?> chiede diventando serio.

<Sei molto disordinato e poi non pulirti più le mani untuose con la maglia>

<A me piace il mio disordine e poi ho te. Tu sei davvero brava>

<Infondo è il mio lavoro>

<Non parlo solo di lavoro Zeynep, sei davvero una brava persona> ammette sincero mentre mi guarda negli occhi e non posso non pensare a quand'è che è cambiato il nostro rapporto. Fino a qualche settimana fa non ci guardavano neanche negli occhi o salutarci come due persone normali. Noi mantenevamo solamente i nostri ruoli. Io una semplice dipendente e lui il mio capo mentre ora, ora non saprei definire questa nostra vicinanza ma di qualsiasi cosa si tratta mi piace.

Heart of iceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora