Capitolo 30

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Zeynep

I giorni a seguire sono stati davvero difficili per tutti noi soprattutto quando le minacce da parte di mia madre sono aumentate coinvolgendo persino Defne e con tutto che eravamo litigate non potevo sorpassare sull'accaduto e fare finta di niente e la decisione che ho preso mi ha fatto litigare parecchio con Firat. Dopo che qualcuno spaventò a morte Defne mia madre si fece viva e dopo aver discusso con lei sono arrivata alla conclusione che sarebbe davvero capace di fare qualsiasi cosa per riavere suo marito ed io non potevo più nascondermi e mettere in pericolo le persone a me care così ho ritirato la mia denuncia e Firat non è stato molto contento di questa mia scelta ma nel mio ho pensato che questo fosse l'unico modo per difendere le persone che amo. Se mio padre fosse rimasto dentro mia madre avrebbe continuato a fare del male e terrorizzare le promesse che amo e nonostante Mete cercò un modo per incastrare la mamma per le sue azioni in realtà non avevano niente di concreto contro di lei e l'unico modo per fermarla era quello di liberare mio padre.

<Lo capisci che agendo in questo modo ti sei messa in pericolo da sola? Quei due sono pazzi e non esisteranno a farti del male> Firat urla contro di me per l'ennesima volta.

<Non pensi che è da egoisti mettermi in salvo mentre mia madre vi attacca uno ad uno?> chiedo urlando a mia volta. Avrò pure sbagliato ma non starò più in un angolo a vedere come tutti vengono feriti per colpa mia.

<Questa decisione dovevamo prenderla insieme Zeynep>

<Tu non mi avresti dato ascolto Firat> dico mormorando mentre mi alzo dal divano.

<Scusami tanto se voglio cercare ti proteggerti da quei due ma forse a te non interessa più di tanto> sbotta in modo duro facendomi sussultare leggermente.

<Penso che tu stia esagerando con i modi> dico seccata mentre mi prendo dell'acqua da bere. Da quando mio padre è tornato libero il comportamento di Firat mi spiazza letteralmente. Non si è mai comportato male con me, invece adesso cerca sempre un motivo per litigare ed io sono veramente stanca di sentirlo urlare contro di me. Sapevo già che non avrebbe condiviso la mia scelta ma non mi sarei aspettata un simile comportamento da parte sua.

<Se pensi che io stia esagerando allora perché non te ne vai?> urla nuovamente spezzando realmente il mio cuore questa volta.

<Sei serio?> chiedo in modo impacciato mentre punto lo sguardo su di lui.

<Si, sono serio. Se tu prendi le decisioni da sola vuol dire che la mia opinione non ti interessa>

<Tu mi stai urlando contro da giorni Firat> dico a bassa voce mentre cerco di smascherare la tristezza che mi porto dentro. Mi sta ferendo senza rendersene conto.

<Sai una cosa? Sono stanco di questa storia. Se tu pensi che lasciare libero quel pazzo sia la scelta migliore forse infondo a te piace soffrire dato che molto probabilmente cercherà di farti nuovamente del male>

<Dove vai?> chiedo a bassa voce quando lo vedo dirigersi verso la porta dell'ingresso.

<A casa> dice in modo aspro e senza guardarmi minimamente esce di casa sbattendo fortemente la porta alle sue spalle mentre io sussulto nuovamente.

<Ma cosa ho fatto?> sussurro incredula mentre gli occhi iniziano a pizzicare e con tutto che vorrei essere forte e non piangere non ci riesco soprattutto in questi giorni. Lentamente mi avvicino nuovamente al divano sedendomi piano mentre le lacrime non cesso di bagnare il mio viso.

<Murat> sussurro piano il suo nome dopo aver accettato la sua telefonata.

<Stai bene? Cosa è successo?>

<Firat> sussurro solamente mentre cerco di riprendermi dal piangere.

<Perché piangi Zey, cosa ti ha fatto Firat?>

<Non ha fatto niente solo, ecco, non lo so Murat. Da quando Oguz è tornato libero Firat è diventato molto freddo con me e urla in continuazione>

<Siamo tutti un po' preoccupati Zey. Infondo quel bastardo potrebbe venire a cercati e...>

<Mi ha detto di andarmene. Ho cercato di farli capire che non mi piace il suo modo di comportarsi e lui mi ha chiesto allora perché non me ne vado. So di aver sbagliato Murat ma ho solo pensato di porre fine alla pazzia di mia madre>

<Buttandoti praticamente nella bocca del lupo da sola. Firat ti ama tanto Zeynep e ha paura di cosa potrebbe succedere ora che Oguz è libero>

<Mete ha cercato un modo per incastrare mia madre ma tutto è stato invano. Ogni piano è stato svolto in modo così perfetto che non siamo potuti risalire a lei e tantomeno a Oguz. Io non so chi dei due sia il peggiore>

<Io però non riesco a capire perché tua madre è così morbosamente attaccata a lui. Insomma, si è comportata come una squilibrata solo per farlo uscire di carcere>

<Secondo me andrebbe seguita da uno specialista davvero bravo. Senti, come vanno le cose con Defne?> chiedo curiosa cercando di cambiare argomento. Non voglio più parlare della mia pazza famiglia, non per questa sera perlomeno.

<Ho avuto modo di vederla dopo l'accaduto e siamo riusciti a parlare in modo civile. Tu non l'hai più sentita?>

<Mi vergogno. Insomma, è stata traumatizzata per colpa...>

<Per colpa di quei due pazzi Zeynep. Non puoi incolparti all'infinito quando anche tu sei una vittima della loro pazzia>

<Si ma se io avessi preso in considerazione le parole di mia madre niente di tutto ciò sarebbe successo>

<Troveremo un modo per fermagli Zeynep>

<Magari prima che quei pazzi facciano del male a qualcun'altro>

<Troveremo una soluzione Zey. Ci sentiamo domani va bene? Vai a letto e cerca di riposare> dice poi in modo autoritario prima di staccare la chiamata. Murat è l'unico a sapere della mia insonnia negli ultimi giorni e con tutto che vorrei chiedere gli occhi e dormire non ci riesco. La paura ha preso il sopravvento di ogni mia azione e non riesco neanche a dormire tranquilla. Un rumore di chiavi mi fanno alzare lo sguardo puntandolo verso la porta dell'ingresso che pian piano si apre e quando vero la figura di Firat fermo sulla soglia di casa mi alzo dal divano dirigendomi verso la mia camera da letto e chiudermi la porta alle spalle. Siamo tutti stressati e davvero preoccupati ma lui è stato l'unico a trattarmi male e mi ha ferita realmente.

<Zey, amore> mi chiama a bassa voce mentre bussa leggermente nella porta ma non mi scomodo neanche a risponderli. Sentirlo urlare in quel modo mi ha fatto ricordare di mio padre che alzava sempre la voce con me.

<Perdonami> la sua voce in questo momento arriva in modo dolce alle mie orecchie mentre sento una pressione sul materasso e il suo torace sembra incollarsi alla mia schiena mentre con un braccio mi abbraccia tirandomi più vicino possibile a lui.

<Ti prego perdonami> dice nuovamente in modo piano solleticando il mio collo con il suo fiato. E per quanto questa volta vorrei essere d'accordo con il mio cuore e perdonarlo la mente me lo impedisce così l'unica cosa che faccio è restare in silenzio ma almeno tra le sue braccia.

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