Capitolo 15

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Zeynep

<In che senso tu e quello, cioè voi, tu, sei stata con quello?> Firat continua a borbottare praticamente da quando siamo usciti dalla biblioteca e per tutto il tragitto per arrivare a casa non ha fatto altro che parlare da solo e a bassa voce farfugliando di continuo e giuro che mi sta scoppiando la testa.

<Non sono ritenuta a darle spiegazioni signor Atasoy > rispondo sbuffando mentre tiro dalla borsa le chiavi di casa.

<Perché mi dai del lei?>

<Perché lei è il mio capo signor Atasoy> rispondo velocemente mentre apro la porta senza però entrare.

<Non entriamo?>

<Io si, certo, ma non lei> rispondo seria mentre incrocio le braccia sotto il senno guardandolo determinata.

<Non puoi mandarmi a casa da solo è tardi e smettila di darmi del lei>

<Tranquillo, saprà difendersi>

<Abito lontano e sono senza macchina>

<Sei a due isolati dall'hotel e la macchina non ti servirà> rispondo abbozzando un sorriso.

<Cosa è successo?> chiede serio mentre mi guarda.

<Non è successo niente signor Atasoy>

<Smettila di chiamarmi in questo modo. Ho un nome, usalo> sbotta innervosito.

<Bel nome stronzo> mormoro piano facendolo strabuzzare gli occhi.

<Perché dovrei essere stronzo?> chiede incredulo.

<Questo dovresti saperlo tu> rispondo facendo spallucce.

<Ho fatto qualcosa di sbagliato?> domanda a bassa voce mentre a piccoli passi si avvicina a me. Come si fa a rispondere a questa domanda? Ha sbagliato? Di sicuro non lui ma io. Non dovevo avvicinarmi così tanto a lui.

<No, tu no> sussurro piano mentre abbasso lo sguardo. Non voglio che legga nei miei occhi la tristezza.

<Ho visto il tuo sguardo spento Zeynep. Ho notato le tua guance umide e i tuoi occhi arrossati e sono sicuro che non è dovuto alla tua finta malattia. Parlami, ti prego>

<Sto bene, non ho niente> rispondo a bassa voce tenendo lo sguardo fermo sulla sua mano che ha afferrato la mia in modo dolce.

<Vorrei crederti ma i tuoi occhi parlano da soli> sussurra piano mentre appoggia due dita sotto il mio mente alzando di poco la mia testa.

<Sto bene, davvero>

<Ti ha fatto qualcosa quel coglione di Levend?> chiede in modo duro.

<Ma cosa c'entra lui ora?>

<È per colpa sua che stai così? Vi siete lasciati e tu stai male?>

<La smetti di sparare cazzate?> chiedo nervosa. Ma cos'è questa una scenata di gelosia per caso?

<Dimmi cosa ti ha fatto. Perché hai pianto Zeynep?> insiste nuovamente facendomi arrabbiare ancora di più.

<Per colpa tua stronzo!> sbotto contro di lui per via del nervoso ma quando mi rendo conto di quello che ho detto mi copro la bocca con le mani.

<Per colpa mia?> chiede incredulo ma io come una codarda mi giro entrando in casa e con tutto che ho provato a chiudere la porta alle mie spalle lui me l'ha impedito.

<Cosa vuol dire che hai pianto per colpa mia? Cosa ho fatto?>

<Non hai fatto niente> rispondo a bassa voce mente mi passo le mani nei capelli. È questo il problema in realtà. Lui non ha fatto un bel niente quando io avrei voluto che lo facesse, che mi baciasse.

<Io non capisco. Sei sparita praticamente da ieri scappando dal locale e oggi non ti sei fatta vendere tutto il giorno per poi farti trovare insieme a quel coglione. Perché eri con lui mentre a me non hai risposto?>

<Non ti riguarda> rispondo semplicemente mentre mi tolgo il giubbotto. Da quando Murat ha detto che Levend è il mio ex ragazzo com tutto che non è vero, Firat ha iniziato a comportarsi in modo strano già da quando eravamo ancora in biblioteca. Il braccio che teneva appoggiato sul tavolo improvvisamente si era appoggiato sulla mia spalla tirandomi a se e non mi ha lasciata neanche un momento soprattutto quando Levend voleva avere una conversazione con me. Firat ha iniziato a parlarmi di lavoro e cavolate varie fino a quando non mi sono alzata e sono sicura fuori e neanche lì mi ha lasciato in pace dato che mi ha seguito fin qui a piedi.

<In che senso non mi riguarda? Certo che mi riguarda>

<Ma insomma, si può sapere cosa vuoi da me Firat? Da quando io e te siamo diventati amici? Da quando devo darti spiegazioni su quello che faccio?> chiedo arrabbiata mente lo guardo. Ma che tipo di problemi ha oggi?

<Perché mi preoccupo per te> risponde in modo sincero.

<E perché mai?>

<Perché mi interessa di te> ammette a bassa voce mentre io ne resto sorpresa.

<Ti interessa di me?> chiede incredula. Le uniche persone a cui interessa realmente di me sono Murat e Defne. Perché mai lui dovrebbe essere interessato a me?

<Tu veramente non l'hai capito?> chiede ridacchiando. Ma la sua non è una vera risata pi i che altro mi sembra come se lo facesti in modo isterico.

<Capito cosa? Firat, si può sapere che problemi hai? Ti stai comportando in modo strano da quando sei arrivato in biblioteca con Murat>

<Tu sparisci per un giorno intero ed io dovrei avere dei problemi?>

<Volevo semplicemente stare da sola> rispondo facendo spallucce.

<Non mi sembravi tanto sola>

<Non sono uscita con Levend e anche se così fosse a te non dovrebbe...>

<Non dovrebbe cosa? Non dovrebbe interessarmi?> chiede interrompendomi mentre si avvicina a me.

<Non capisco perché dovrebbe interessati. Non siamo neanche amici>

<Non posso esserti amico Zeynep, no quando ti vedo come una donna. Una bellissima donna che mi piace da morire> sussurra sulla mie labbra lasciandomi letteralmente senza parole.

<Io ti piaccio?> chiedo balbettando.

<Praticamente da sempre> confessa sincero mentre io aggrotto le sopracciglia confusa.

<Ti ricordi quel bambino al parco?>

<Cosa c'entra?> chiedo veramente confusa.

<Questo segno non me lo sono fatto da solo sai? Una bambina mi ha tirato una pietra e poi mi ha fatto anche lo sgambetto facendomi ridere e mortificata mi ha chiesto scusa dicendomi che ha avuto un crampo alla gamba>

<E tu ci hai creduto?> chiede a bassa voce sorpresa del suo racconto. Non è la storia di per se che mi ha sorpresa ma il fatto che solo addosso capisco che quel bambino era lui.

<No, così come non ci ho creduto neanche quando la stessa ragazza qualche anno fa la ballo mi ha fatto lo sgambetto e indovina un po'? Ha usato le stesse parole per chiedere scusa>

<O mio dio> sconvolta. Era lui quello vestito da pinguino a cui avevo fatto lo sgambetto?

<Per anni ho pensato alla tua risata essendo l'unica cosa vera che avevo vissuto e quando al ballo ti rincontrai il mio cervello andò il tilt. Davanti a me non c'era più una ragazzina ma una donna, la stessa donna che mi piace e che mi fa battere il cuore già da un po'>

<Io ti piaccio?> chiedo sussurrando mentre il cuore dentro il mio petto inizia a battere in modo forte.

<Io sono pazzo di te> sussurra confessando mentre mi guarda intensamente cercando forse nei miei occhi una risposta o una possibile reazione da parte mia.

<Veramente ti piaccio?> chiedo nuovamente incredula ma lui non usa più le parole per risponde bensì le labbra che per le prima volte le appoggia sulle mie annullando ogni distanza che ci divideva. Le sue labbra sono morbide mentre dolcemente bacia le mie in modo lento, senza avere premura, gustandosi, gustandoci questo momento.

Heart of iceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora