Capitolo 4

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Zeynep

Ho ancora altri due giorni a disposizione. Due giorni di tempo per poter scegliere cosa fare della mia vita, della vita di mia madre. Non vorrei proprio lasciarla da sola con quel pazzo ma non sono più in grado di sopportare le sue urla, i suoi ordini, quei momenti quando si ubriaca e cerca motivo di litigare, quando mi alza mani. Per me è troppo difficile e forse se ho resistito per ventisette anni l'ho fatto solo per amore verso mia madre ma ad oggi non c'è la faccio più.

<Vieni via con me, ti prego> supplico la donna che mi ha messa al mondo. Le ho spiegato le mie intenzioni e anche le ragioni cercando in qualche modo di giustificami con lei e avrei tanto voluto che lei mi capisse ma a quanto pare mi sono sbagliata, di nuovo.

<Questo si chiama egoismo lo sai?> parla in modo freddo mentre spintona via le mie mani dalle sue.

<Io sarei egoista mamma? Io che da anni lavoro interrottamente solo per portare i soldi a tuo marito? Io che non conosco cosa vuol dire avere una degna infanzia? Le uniche volte che potevo definirmi una normale bambina era quando andavo al parco e anche questo lo facevo di nascosto perché a tuo marito dava fastidio. Non ho potuto finire il college. Non ho avuto la libera scelta di fare ciò che di più desideravo o sognavo per arrivare a ventisette anni a sentirmi una nullità, per sentirmi dire che non sono buona a nulla solo perché non porto lo stupidendo quando tuo marito resta senza soldi e se tutto va bene mi tira solo un pugno al stomaco. Mai in posti dove la gente può vedere no?> dico a bassa voce cercando di trattenere le lacrime davanti a lei. Come può dirmi che sono egoista? Solo perché voglio scegliere di vivere finalmente la mia vita?

<Ogni persona si porta sulla spalle un fardello Zeynep. Il tuo è questo> dice in modo freddo per poi congedarsi è uscire dalla mia stanza.

<Questa non è vita mamma> sussurro piano mentre rimando giù quel urlo che vorrebbe uscire a squarcia gola.

"Ho bisogno di vederti" scrivo velocemente queste semplice parole per poi inviare il messaggio. Voglio bene sia a Defne che a Murat allo stesso modo ma quest'ultimo per quanto riguarda la mia famiglia mi capisce meglio. Defne non potrà mai capire cosa vuol dire lavorare per ricavare i soldi soprattutto se questi vanno a finire tutti nella tasca di tuo padre. Non sa cosa vuol dire fare dei sacrifici oppure andare a letto senza poter mangiare in pace e va bene così. Ognuno nella vita ha la sua fortuna e lei è stata fortunata anche se in modo diverso. Ha una famiglia amorevole, certo, la maggior parte delle volte sono duri con lei ma questo perché deve essere degna del titolo che porta. Lei è la principessa di Londra, futura regina. Per questo motivo lei si lamenta spesso della sua famiglia dato che la maggior parte delle volte la tengono chiusa come se fosse una campana di cristallo e se certe volte riesce a vivere un po' spensierata e sfuggire ai suoi genitori è grazie al fatto che Isabel e Hasan Wood mi adorano e si fidano di me e sanno che con me la loro adorata figlia è in buone mani. Certo, con me e un esercito di bodyguard.

<Cosa è successo?> chiede preoccupato Murat appena apre la porta di casa e senza dire alcuna parola mi butto tra le sue braccia scoppiando a piangere. Murat per me è sempre stato quel fratello che avrei voluto avere. L'unica figura maschile che mi tratta bene e che mi protegge sempre e comunque.

<Ti prego Zey, parlami. Non sopporto vederti in questo stato> sussurra tristemente mentre mi stringe fra le sue braccia.

<Cosa sta succedendo?> un'altra voce maschile arriva alle mie orecchie facendomi accigliare. Mi asciugo velocemente le lacrime mentre mi allontano lentamente dal mio amico.

Heart of iceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora