Capitolo 32

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Zeynep

<Stai bene tesoro?> chiede Hülia preoccupata mentre mi afferra al volo impedendomi di cadere.

<Penso solo, forse sono inciampata> mormoro piano reggendomi a lei che gentilmente mi accompagna fino al divano.

<Non sei inciampata, semplicemente hai perso l'equilibrio. Sicura di sentirti bene?> domanda preoccupata mentre mi incita a sdraiarmi.

<Si, penso. Insomma, mi gira un po' la testa ma sicuramente sarà la stanchezza. Non dormo bene ultimamente>

<È successo qualcosa?>

<A parte il casino con i miei? No, direi proprio di no> rispondo ridacchiando in modo nervoso. Sicuramente la questione mi stressa parecchio in più il mio rapporto con Firat sembra essersi raffreddato in questi giorni e sto iniziando a pensare che magari si è stancato realmente ma non solo di questa situazione ma sarà stanco di me.

<Perché sei triste?> chiede preoccupata mentre si siede accanto a accarezzandomi la guancia il modo dolce.

<Penso che Firat si sia stancato di me. So che tutti voi siete preoccupati per il rilascio di Oguz ma Firat in questo giorni sembra cambiato. È sempre nervoso e spesso si arrabbia con me e ieri sera in un certo senso mi ha detto di andarmene. Forse tutta questa situazione per lui sta diventando troppo e se così fosse io lo capirei. Non è facile gestire la mia pazza famiglia>

<Ma cosa vai a pensare, quello è pazzo di te>

<Non lo so Hülia, ieri sera sembrava veramente molto arrabbiato e poi se n'è andato lasciandomi sola. So che non sono perfetta e spesso sbaglio ma se lui veramente mi lasciasse io, cosa farei senza di lui? Lo amo tanto Hülia> dico con le lacrime agli occhi. Firat è la mia famiglia e se lui rinuncerebbe a me io cosa farei?

<Secondo te potrei mai lasciarti?> la voce di Firat arriva alle mie orecchie facendomi alzare la testa posando lo sguardo su di lui che si trova appoggiato alla porta del salone mentre mi guarda intensamente.

<Non farti intimorire da lui tesoro> dice Hülia a bassa voce per poi lasciare un dolce bacio sulla mia fronte e lasciarci da soli.

<Lo pensi veramente?> chiede piano mentre lentamente si avvicina al divano ed io non mi scompongo minimamente e non perché non voglio ma mia testa sta girando come se fosse una palla da bowling.

<Pensare cosa?>

<Secondo te io sarei capace di lasciarti oppure andarmene?>

<Ieri sera lo hai fatto> mormoro piano mentre abbasso lo sguardo sulle mie mani.

<Sono rimasto fuori dalla porta per tutto il tempo. Ero solo arrabbiato. Non me ne andrei mai via da te> dice a bassa voce mentre con la mano alza di poco il mio mento e guardarmi negli occhi.

<Mi sono comportato davvero male e per questo ti chiedo perdono. Non volevo farti piangere> sussurra piano guardandomi dispiaciuto.

<Cosa succede?> domando preoccupata quando capisco che i suoi occhi cercano di dirmi quello che la bocca non osa.

<Penso che Levend sia implicato in tutta questa storia> dice in modo duro facendomi accigliare soprattutto quando inizia a raccontarmi la verità sulla faccenda di Defne e le sue supposizioni.

<Non ha senso Firat. L'ultima volta che vidi Levend fu ai tempi dell'università e poi mio padre non sapeva neanche della mia relazione con lui>

<E tua madre?> chiede curioso.

<Non lo so Firat, non me lo ricordo. Lui non era davvero importante per me. Certo, ci stavamo frequentando ma niente di che>

<Prima ho parlato con mio padre informandolo di questi miei pensieri e se Levend è implicato in tutto questo neanche sua madre potrà salvarlo dalle mie mani> dice in modo duro senza però alzare il tono della voce.

<Cosa ci fai qui?> chiedo curiosa cercando di cambiare discorso.

<Dove vai tu ci sono pure io> risponde mentre abbozza un piccolo sorriso e prendendomi alla sprovvista mi alza di peso prendendomi in braccio sedendosi nel divano con me attacca a lui.

<Ma che fai?> chiedo mormorando mentre mi guardo intorno. Non vorrei che arrivassero i suoi trovandoci in questa posizione con me a cavalcioni su di lui.

<Non verrà nessuno> parla a bassa voce mentre inizia a sfiorare le mie braccia salendo fino al collo provocandomi una scia di brividi.

<Quello che vorrei in questo momento è amarti, unirmi a te. Vorrei baciare la tua pelle nuda, le tue labbra e accarezzare il tuo cuore. Vorrei mostrarti quanto mi fai impazzire> dice con la voce calda mentre lentamente e dolcemente bacia il mio collo.

<Non possiamo, non qui>

<Perché ho percepito il dispiacere nel tono della tua voce?> sussurra al mio orecchio.

<Perché quello che vuoi tu lo desidero anche io> confesso senza pudore. Vorrei tanto poter passare del tempo con lui spensierati.

<Vuoi scappare via con me?> chiede poi in modo serio facendomi aggrottando le sopracciglia.

<Scappare?> chiedo incredula.

<Sono stati giorni difficili e l'unica cosa che voglio e avere parte di un po' di tranquillità con te. Vuoi venire con me?>

<Dove?> domando curiosa.

<In un posto> risponde vagamente facendomi sbuffare.

<Sono sicuro che ti piacerà e se ci mettiamo in macchina ora arriveremo prima del tramonto>

<Ma arrivare dove? E poi quanto tempo ci vuole?

<Ah, tu fai troppo domande> dice sorridendo per poi avvicinarsi alle mie labbra e baciarmi dolcemente.

<E cosa diremo ai tuoi? Tua madre si è offerta di preparare la cena per questa sera>

<Non dobbiamo dare spiegazioni a nessuno> borbotta mentre si alza dal divano senza farmi scendere. Le mie gambe restano avvinghiate ai suoi fianchi mentre le mie braccia le poggio intorno al suo collo.

<Ma cosa state facendo?> la voce di Hülia mi fa accigliare ma soprattutto vergognare per essermi fatta vedere attaccata a suo figlio in questo modo e nonostante ho provato di mettermi composta Firat mi ha bloccato con le sue braccia.

<Dobbiamo andare> dice Firat mentre sorpassa la madre che ci guardava forse scioccata ma con il sorriso sulle labbra.

<Prenditi cura di lei> sento la voce di Mete urlare prima che Firat esca di casa con me ancora in braccio a lui.

<Che vergogna> mormoro piano mentre Firat mi fa sedere in macchina.

<Non ci pensare. Ora, mettiti bella comoda e riposa. Il viaggio sarà un po' lungo> mi informa velocemente per poi darmi un veloce bacio a stampo e mettersi al voltante.

<A me non piace aspettare> borbotto piano ma con il sorriso stampato sul viso. In realtà non è vero quello che ho appena detto. Non ha importanza dove la strada ci porterà e neanche il tempo che impiegheremo per arrivare perché se c'è lui con me ogni posto mi va bene.

Heart of iceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora