Capitolo 12

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Zeynep

<Metti più forza Zeynep. Più forte!>

<Se non la smetti di urlare contro di me giuro che ti tiro un pungo così forte che ti farò stendere per terra dal dolore> sbotto contro Firat mentre cerco di colpirlo. Sono giorni che mi tortura con l'allenamento senza darmi tregua. Gli stessi giorni da quando si è presentato a casa mia dopo averlo visto con Eylül.

<Sei troppo debole per riuscire a stendermi> risponde beffandosi di me.

<Sei solo un prepotente> mormoro infastidita.

<Non sei abbastanza motivata Zeynep. Quando io lotto penso sempre a qualcosa che magari mi ha dato fastidio focalizzandomi su quello per tirare la rabbia fuori>

<Io non sono nervosa> ammetto sincera mentre continuo a colpirlo, o almeno ci provo.

<Pensa a quello che per tempo ti ha fatto del male> dice sussurrando e con tutto che capisco benissimo a chi si riferisce la mia mente non vuole pensare a quei brutti momenti vissuto per colpa di mio padre. La mia mente slitta al ricordo di questa mattina quando mi sono scontrata con Eylül. Quella stronza mi ha derisa. Secondo la sua stupida mente era convita che io lavorasi per Ferit per arrivare nel suo letto ma poi mi ha presa in giro dicendomi che uno come lui non potrebbe mai guardare una donna frigida come me.

<Brava così, colpisci più forte> mi incita nuovamente Firat ed io lo faccio. Tutta la rabbia che ho accumulato per via delle parole di Eylül la sfogo su di lui colpendolo più forte che posso.

<Oddio> strillo spaventata quando vedo la sua testa girare da un lato.

<Oddio, sono così mortifica> dico velocemente mentre mi avvicino a lui.

<Non è niente> risponde a bassa voce mentre gira lo sguardo su di me cercando di rassicurarmi con un piccolo sorriso.

<Ti ho tirato un pugno, come fai a dire che non è niente?> chiedo preoccupata mentre mi faccio aiutare da lui per togliere i guantoni.

<Non fa poi così male> risponde ridacchiano.

<Oddio, ti ho colpito l'occhio> dico realmente preoccupata quando noto che il suo occhio sinistro è un po' arrossato.

<Ora se ci penso mi fa un po' male> mormora piano mentre si tocca l'occhio e quando lo sento lamentarsi forse per il dolore mi sollevo di poco sulle punte dei piedi mentre appoggio una mano sul suo torace avvicinandomi lentamente a lui e sfiorare con le mie labbra il suo occhio più volte lasciando piccoli e dolci baci per poi allontanarmi da lui solo di poco restando però nella stessa posizione di prima. Solo i miei piedi toccano nuovamente terra ma la mano, quella la lascio lì sul suo torace mentre con l'altra sfioro delicatamente il suo occhio, la sua guancia, prendendomi nuovamente nei suoi occhi. Sono così belli, lui è così bello. E per tutte le volte che l'ho guardato una cosa l'ho capita. Firat in realtà non è il tipo di persona che sembra. Tutti hanno paura di lui e lo rispettano solo perché è nato con un titolo molto importante e la maggior parte delle persone vogliono compiacerlo sono per entrare nelle sue grazie.

<A cosa pensi quando lotti?> chiedo a bassa voce mentre continuo a guardarlo negli occhi.

<Perché lo chiedi?>

<Devi essere arrabbiato con te stesso se scegli di far uscire fuori la rabbia usando la violenza ferendoti> dico sicura di me.

<Non è facile vivere in una famiglia reale. Tutto doveva essere perfetto, mai un capello fuori posto, mai una volta che potevo sporcarmi mentre giocavo, comportamento perfetto, ubbidire, non uscire fuori dagli schemi e sorridere sempre. Le uniche volte che mi sentivo come un bambino normale era quando la tata mi portava al parco poi mi hanno tolto pure quello sai? Mi hanno mandato a studiare in America. Avevo tredici anni all'epoca e da un giorno all'altro mi sono ritrovato in un istituto pieno di persone che non conoscevo, lontano da casa mia e lontano dai miei genitori. Lo sai che fino a diciotto anni non ho più visto nessuno della mia famiglia? Mi chiamavano solo per le feste ma per il resto era come se fossi orfano. Il giorno in cui ho compiuto diciotto anni si sono presentati dicendomi che era arrivata l'ora che tornassi a casa e che da lì a poco mi sarei dovuto sposare. Era il mio dovere in qualità di principe ma io me ne andai. Per una volta ho voluto prendere una decisione per me stesso e sono andato via. Ho fatto il college e poi ho lavorato ricavando dei soldi miei, sudati da me e poi ho avuto la possibilità di entrare nel modo degli affari aprendo un piccolo hotel e da lì è cambiato tutto. I miei erano arrabbiati perché quello che facevo non era degno del mio titolo. Una cosa che io non ho richiesto eppure mi è stato dato. Parli di rabbia e ha ragione. Loro non pensano a quello che io voglio ma solo al dovere e io questo dovere non lo voglio. No nel modo in cui loro vogliono>

<Siamo messi proprio male con le nostre famiglie> parlo piano cercando di sdrammatizzare. La verità è che mi ha sorpresa con il suo racconto e non so proprio cosa dire. Non capisco niente sulle classi sociali però pensavo che come persone fossero più amorevoli invece mi sono sbagliata di grosso.

<Anche io andavo da piccola al parco sai? Anzi, se devo essere sincera io mi sentivo proprio come te quelle poche volte che potevo andavo al parco. Quello era l'unico posto dove anche se per poco mi sentivo come tutti li altri bambini. Ho conosciuto Defne al parco sai? Ricordo che un bambino continuava a infastidirla e presi le sue difese. Non avevo mai fatto una cosa torta fino a quel giorno ma quel bambino continuava a tirarle le trecce e gli lanciai un sasso e se non ricordo male l'avevo preso in pieno> racconto divertita al solo ricordo facendo ridere anche lui.

<Mi piace Zeynep dura> dice ridacchiando mentre sposta una ciocca dei miei capelli castani dietro l'orecchio.

<Anche a me piacerebbe diventare più forte> confesso piano. Vorrei essere come quella ragazzina che trovò il coraggio di difendere un'altra bambina. Vorrei avere il coraggio di difendere me ma l'idea di affrontare mio padre mi mette paura.

<Sei più forte di quanto pensi Zeynep. Non so tutta la tua storia ma mi è bastato vedere quel livido sulla sua pelle per capire il dolore che hai dovuto subire>

<Però almeno una cosa in comune c'è l'abbiamo. Siamo rotti entrambi> parlo ridacchiando anche se in modo nervoso. La sua mano che sfiora la mia pelle e la sua troppa vicinanza mi fa sentire nuovamente quel brivido in tutto il corpo ma questa volta è diverso, questa volta mi sento come se qualcosa dentro di me si è scosso mentre per la prima volta sento una strana stretta all'altezza dello stomaco.

<Siamo rotti ma almeno siamo belli. Tu sei bella, bellissima>

<Anche tu sei bello, stronzo ma bello> ammetto sincera sorridendo.

<Mi piace quando sei sincera>

<Ma io lo sono sempre>

<Infatti, mi piaci sempre> sussurra piano mentre ci guardiamo negli occhi ed è un attimo i nostri sguardi vacillano uno sulle labbra dell'altro mentre le nostre teste si avvicinano lentamente ma succede qualcosa e la magia svanisce.

<Posso farti una domanda?> chiede appena si allontana da me.

<Cosa vuoi?> chiedo infastidita mentre mi giro per non fargli notare il dispiacere che provo in questo momento. Ma cosa diamine pensavo di fare? Di avvicinarmi a lui e cosa? Pensavo che magari lui mi volesse, insomma che lui...

<Che patetica> sussurro tra me e me. Eylül aveva proprio ragione. Un uomo come Firat non metterebbe mai gli occhi su una come me.

<Zeynep stai bene?>

<Ma cosa vuoi?> chiedo urlando mentre spintono vie le sue mani da me. Quando diamine si è avvicinato così tanto a me?

<Ma che ti prende?>

<Non mi prende un bel niente. Cosa volevi chiedermi?>

<Il tuo profumo, l'hai sempre usato?>

<Sei serio?> chiedo incredula.

<Si perché?>

<Vai al diavolo tu e il profumo> sbotto contro di lui mentre scendo dal ring e andare a prendere il mio borsone.

<Sicura che stai bene?>

<Il profumo in realtà è una crema. Da piccola usavo in balsamo alle ciliegie ma poi con il tempo ho trovato una crema che profuma di ciliegie dato che i veri profumi mi danno fastidio> confessa prima di uscire dal locale e dirigermi verso la macchina.

<Sono nelle favole il principe sceglie cenerentola> sussurro piano mentre poco alla volta la mia vista diventa offuscata delle via delle lacrime.

Heart of iceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora