Il direttore Ettore Annunziato, sta perdendo il proprio tempo con il cellulare in mano. Intenzionato ad organizzare una cena con l'amante, viene disturbare dal bussare deciso proveniente da dietro la sua porta d'ufficio.
<Avanti>, esclama lui, riponendo sbadatamente il telefono sulla scrivania rivolto con lo schermo verso l'alto.
Quando la porta si apre, ad entrare nell'ufficio sono due uomini vestiti in maniera classica. Completo a due pezzi, giacca imbottita per attutire il freddo dell'inverno e scarpe rigorosamente in pelle color nera.
Uno dei due estrae il portafoglio, e lo apre per mostrare il proprio distintivo.
<Agente Olivier Poe, Interpole>, spiega l'uomo.
<E siete qui per?> domanda il direttore del carcere, fingendo di non conoscerne il motivo.
<Jacopo Lorzi>, risponde O'Nile.
Annunziato prende un profondo respiro.
<Cosa volete sapere?> domanda infine, pronto nell'affrontare la questione.
<Quando è morto il detenuto?>, inizia a domandare Poe, impugnando saldamente penna e taccuino.
<Circa due giorni fa>.
<L'orario?> chiede l'agente per paragonare la risposta con quella del medico.
<Purtroppo, al momento, non lo rammento>, risponde il direttore con uno strano tono.
<Sa se la vittima soffriva di qualche patologia secondo la quale era necessario compiere delle trasfusioni?>.
L'uscita improvvisa di O'Nile, lascia spiazzato Annunziato, il quale non si aspettava domande così dirette e specifiche. Ma anzi, domande semplici come quelle che spesso la polizia o i carabinieri pongono per avere qualche informazione aggiuntiva da poter collezionare.
<Non che io sappia>.
<La vittima donava sangue?>.
La seconda domanda spiazzante di O'Nile, lascia il direttore del carcere senza parole.
Che questi sappiano cosa che non dovrebbero sapere?
<No>, risponde secco.
<La vittima era solita a ricevere delle visite?>.
<Come ho già detto, non posso ricordare tutto>.
<Ma lei è il direttore di questo carcere. Questo è corretto?>.
La domanda posta da Poe non fa altro che far innervosire l'uomo. Il quale è già abbastanza infastidito dalle informazioni che la coppia sembra possedere.
<Sì>.
<E perché non sa rispondere a domande Alle quali persino i suoi sottoposti saprebbero rispondere?>, domanda Olivier per far innervosire apposta il direttore Annunziata, nel tentativo di farli commettere qualche passo falso.
<Perché, come ho già detto, non posso ricordare tutto quello che avviene all'interno di questo carcere. Avete una vaga idea di quante persone gestisco? Pensate che sia un lavoro facile da fare?>.
L'uomo è ora su tutte le furie. Arrabbiato per la sfacciataggine usata su di lui.
Ma, in egual quantità, prova anche paura. Paura che la storia vera, venga alla luce.
<Lei pensa che invece il nostro lavoro sia facile da fare?>, domanda l'agente Poe, zittendo l'uomo.
La stanza resta nel silenzio per svariati secondi, prima che O'Nile torni all'attacco.
<Tornando alla questione Jacopo Lorzi. Sa se di recente ha avuto dei problemi medici?>.
<Non che mi risulti>, risponde Ettore, cercando di stare sull'attenti per evitare di venir fregato.
<E del suo compagno di cella?>.
<Marco Ostuni? Si trova in isolamento al momento>.
<Come mai?>, domanda curioso Olivier.
<Si presuppone che abbia ucciso il Nazista>, spiega pacatamente l'uomo.
<Secondo quali prove?>, domanda Poe, volenteroso di far sbagliare il direttore. Ormai chiaro che sta nascondendo qualcosa alla coppia di agenti.
<Quelle che abbiamo rinvenuto>.
<Ed è possibile vederle?>, domanda l'agente picchiando il tacco sul pavimento. Come a voler indicare che è pronto a visionarle anche subito. Ed è pronto a recarsi nella stanza dove si trovano.
<No>, risponde secco il direttore. Ora quasi certo di poter controllare la conversazione e di non farsi sfuggire niente che potrebbe comprometterlo.
<Come mai?> domanda Poe, fingendo di non sapere niente a riguardo.
<Sono state trafugate di recente>, Ammette il direttore. Ben conscio che adesso li sarà difficile mentire.
<Da chi?>.
<Non lo sappiamo>.
<Avete avvisato la polizia?> domanda O'Nile, pronto a segnarsi tutti i nomi che stanno per venir detti.
<Sì>.
<E?> chiede Poe, come se si aspettasse di ricevere in mano la chiave di volta dell'intero caso.
<E cosa?>, domanda confuso il direttore, non capendo cosa gli agenti vogliano sapere.
<Cos'hanno detto in merito alla cosa?>.
<Che hanno passato il caso all'Interpole perché la cosa è inerente ad una indagine che sta compiendo. Voi siete qui per questo no?>.
<C-certo>, balbetta O'Nile, quasi come se mentire sulla cosa li sia difficile.
<In merito al resto delle cose trafugate?> s'impone tempestivo Poe, per evitare che al direttore vengano dei sospetti sull'affermazione appena datagli. Anche se ormai è troppo tardi.
Già dalla risposta poco convinta di Matthew, Ettore Annunziato ha iniziato a nutrire dei sospetti sulla veridicità della cosa. Ed è intenzionato a saperne di più per salvaguardare la propria figura.
<Tutto è già in mano all'Interpole, quindi a voi>, ripete l'uomo.
<Intendevo se avete trovato altre cose mancanti>.
<Niente oltre a quello che è già stato dichiarato>.
<Bene...>, commenta Matthew, sicuro che il direttore abbia capito il loro bluff.
Alcuni secondi di silenzio regnano nella stanza, prima che Olivier ponga una nuova domanda offensiva al direttore.
<Voi come pensate che abbiano fatto?>.
<Come prego?> domanda questo, non capendo la domanda.
<Il furto. Come pensate che sia stato compiuto? Un lavoro dall'interno?>, domanda più chiaramente l'agente, pronto ad annotarsi la reazione dell'uomo.
<Molto probabile. La vera domanda è: chi è la talpa?>.
<La vera domanda è: perché?>, spiazza l'agente. Facendo ben intendere al direttore, che lui sa che qualcosa non torna.
In quell'esatto momento, lo schermo del cellulare del direttore s'accende. Su di esso, una notifica.

M.G.
Facciamo alle 19:30 da me?

L'uomo gira il telefono per impedire che i due agenti possano leggere, ma ormai è tardi. O'Nile, allungando il collo come è solito fare, ha già letto il messaggio e, ha già capito, che esso non proviene ne dalla famiglia, ne dagli amici e ne da un collega. Ma bensì, da un'amante.
<Ritiene possibile poter interrogare il compagno di cella di Jacopo Lorzi?>, domanda Poe, intenzionato ad avere ulteriori punti di vista sulla questione.
<Il detenuto Marco Ostuni è in isolamento al momento>, ripete il direttore.
<Ma è un'indagine dell'Interpole. E molto probabilmente il detenuto potrebbe avere delle informazioni fondamentali per risolvere un caso internazionale> arranca Matthew.
<Dirò alle guardie di portare il detenuto nella stanza interrogatori>, risponde Annunziato, poco convinto dalla cosa.
<Molte grazie. Se dovessero servirci altre informazioni, torneremo a trovarla>.
I due agenti escono dall'ufficio, lasciando il direttore Ettore Annunziato nuovamente da solo.
Preoccupato per la questione, fa la cosa più ragionevole che li viene in mente: chiama il suo contatto, e li chiede una mano per la questione.

Il Cifrario di NiceaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora