Matthew O'Nile resta in silenzio ad ascoltare il racconto.
Il Dottor Watson, fiero di essersi ricordato tutto quando, e di essere riuscito a raccontarlo tutto senza impappinarsi nelle parole come suo solito, si complimenta con se stesso sorseggiando il tè nero che la cameriera del bar li ha portato poco fa.
<Quindi>, commenta l'agente, cercando di collegare tutto quello che il professore di Harvard ha spiegato fin ora, <Secondo te, i Cavalieri Templari sono sopravvissuti allo sterminio?>.
<Sì. Ma non lo dico io. Lo dicono matematica e scienza. Tecnicamente è impossibile riuscire a sterminare una razza intera. Dei superstiti ci sono sempre>, spiega freddamente il dottore.
<Però hai detto che il Cifrario era morto con loro. Ed ora lui è tornato> lo incalza.
<Ho detto che secondo me, il Cifrario è riapparso. Ma non ho detto nulla sui templari. Potrebbe anche essere semplicemente uno psicopatico che usa queste cose come scusa>.
Le parole di Leonard non convincono l'agente dell'Interpole. Il quale, si rende conto che neanche il suo interlocutore ci crede.
<Ma quale psicopatico costruirebbe, o farebbe costruire, dei marchi che riportano dei versi della Bibbia? E poi, per quale scopo?>.
Il Dottor Watson sembra sorpreso che questa domanda li venga posta.
<Non ne ho idea>, risponde freddamente lui, intento a bersi un nuovo sorso di tè.
I due restano in silenzio per qualche secondo.
Ma se il professore ne approfitta per sistemarsi il bavero della giacca, per nascondersi il viso dagli sguardi di un bambino curioso; l'agente O'Nile ripensa agli omicidi compiuti dal killer.
<Mc:1,9-11> dice lui per rompere il silenzio.
<Il battesimo di Cristo>.
<Nel tuo racconto, hai indicato i Cristiani come dei guerrieri, e hai anche detto che erano come il loro sacro mentore. Intendi dire che anche Gesù era un guerriero?>.
<Certo che sì>, esclama Leonard.
L'agente dell'Interpole rimane a bocca aperta.
Come può un'uomo, pronunciare tali parole blasfeme? Come si può poter dire che l'uomo più puro e pacifista del mondo, sia in realtà un guerriero?
<Come puoi dire con tanta certezza, parole simili?>.
<Senti>, - dice Watson, mettendosi con la schiena ben dritta. - <La storia non è mai come appare, e così anche la verità che ne consegue. Se celassi la realtà dei fatti che con il tempo e l'impegno di uomini devoti alla sacra causa del sapere, sta finalmente iniziando a venire alla luce, sarei uno stupratore del mio più sacro giuramento di vita: studiare e divulgare la verità e la storia del passato>.
L'agente si ritrae. Inizia a comprendere del perché, il suo collega Olivier Poe ha reagito in tale maniera.
L'uomo che ha davanti, il tanto acclamato professore di Harvard, non è altro che un complottista, accecato dalla luce che la fama gli ha mostrato.
<Penso proprio che la nostra conversazione sia giunta al termine>.
Quelle parole, dette con fare educato, quasi rattristiscono il dottore. Esso sperava di poter aprire la mente dell'uomo, potendovi trasmettere della verità. Ma a quanto pare non è così.
A meno che...
<Giovanni detto il Battista, non era un uomo che si metteva a battezzare persone nell'acqua. Era un Generale che stava arruolando uomini per combattere una ribellione ai romani>.
<Giovanni battista? Un generale di ribelli?>, domanda perplesso l'agente.
<Esattamente>.
<E Gesù sarebbe uno di quei ribelli?>.
<Precisamente>.
Metthew O'Nile è intento ad andarsene dal bar, innervosito da tanta blasfemia udita negli ultimi minuti.
Sta per varcare la soglia, e inizia a tastarsi la giacca per cercare il pacchetto di sigarette, quando alle sue spalle, la voce del Dottor Watson cerca di convincerlo a restare.
<Ho capito. Faccio prima a dimostrartelo>, risponde il dottore, estraendo il telefono dalla giacca ed iniziando a digitare sul motore di ricerca il versetto interessato.
Trovato, inizia a recitarlo ad alta voce. Si mette in piedi sul tavolo, e tutte le persone si girano per guardarlo. I loro occhi lo ritraggono come un pazzo. Ed il medesimo pensiero lo ha anche l'agente O'Nile.

In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea
e fu battezzato nel Giordano da Giovanni.
E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli
e lo Spirito discendere su di lui come una colomba.
E si sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto,
in te mi sono compiaciuto».

Poi, non contento, il Dottore cercò un altro verso da recitare, talmente particolare che assomiglia quasi ad una versione revisionata, ma nella quale è celata una chiave di lettura ben diversa. E non a caso, lo scrittore alla quale si collega tale opera, è uno di quelli grazie al quale si può tradurre più facilmente la vita di Gesù.

Mt:3,13-17.
In quel tempo Gesù dalla Galilea
andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo:
 «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?».
Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora,
poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia».
Allora Giovanni acconsentì.
Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua:
ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio
scendere come una colomba e venire su di lui.
Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto,
nel quale mi sono compiaciuto».

Leonard, resta a guardare fisso l'agente dell'Interpole. Il quale, a sua volta, resta ad osservare stupito. In vita sua, non avrebbe mai potuto pensare di dover assistere ad uno spettacolo simile. Un uomo, dal viso deturpato, che se ne vergogna come niente al mondo, tanto da cercare di nasconderselo il più possibile, ricontrollando cento volte il bavero come fosse un'ossessione, che ora si mette ad esclamare versi della Bibbia standosene in piedi su di un tavolo, ignorando gli sguardi del popolo.
Uno spettacolo degno di un film, non c'è che dire.
Il dottore, notando che O'Nile non intende ritrattare la propria posizione, ma resta immobile ad osservare la scena con sguardo basito, inizia a cercare i successivi versi da recitare, trovandoli rapidamente.
I versi che, sempre trattando il battesimo di Cristo, sono molto d'aiuto per la chiave di lettura.

Lc:3,21-22

Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù,

ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera,

i cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea,

come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio figlio prediletto,

in te mi sono compiaciuto».

Il proprietario del bar, iniziandosi ad arrabbiarsi per quella sceneggiata, si avvicina al dottore e, afferrandolo per i pantaloni, lo intima a scendere. Ma l'uomo non ha intenzione di arrestarsi.
Si mette sulle tracce degli ultimi versi disponibili. Li legge rapidamente nella mente e un sorriso quasi da psicopatico inizia a fare capolino sul suo viso.

Gv:1,32-33
Giovanni rese testimonianza dicendo:
«Ho visto lo Spirito scendere come una colomba
dal cielo e posarsi su di lui.
Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare
con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere
e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo.

Il barista, spazientito, inizia a tirare i lembi dei pantaloni che stringeva nella mani, obbligando l'agente ad intervenire.
Estrae il distintivo e si avvicina ai due.
<Agente O'Nile, Interpole!> esclama alla folla per farla allontanare.
<Quest'uomo è pazzo!> esclama a sua volta il barista, ancora intento a tirare i lembi dei pantaloni.
Il Dottore, rotta quella maschera invisibile che indossava, si sente ora circondato dagli sguardi dei profani.
Si ritrova catapultato in uno stato di terrore puro.
Pietrificato, non riesce più a muoversi, come se tutto il suo corpo si fosse improvvisamente ghiacciato.
Sulla schiena, una sensazione di freddo si espande senza limite, e le gambe iniziano ad accennare un tremolio. Stessa cosa che accennano anche le dita delle mani.
Il cellulare che fino ad ora teneva ben saldo in mano, ora si trova a terra. E, a causa della caduta, lo schermo si è incrinato.
L'incantesimo, è finito.
Metthew cerca di aiutare il professore. Si mette anche lui in piedi sul tavolo, notando lo stato catatonico.
Li si mette davanti, cercando di richiamare la sua attenzione con lo sguardo. Ma lo vede spento, vuoto. Assorbito da qualcosa che solo lui può vedere.
Lentamente, gli afferra le mani, e inizia a farlo abbassare.
Il dottore risponde alla cosa, e si lascia accompagnare dall'agente.
Questo, con non poca fatica, riesce infine a farlo scendere dal tavolo. Recupera il cellulare, infilandolo nella tasca interna della giacca dell'uomo. Chiede scusa al barista e agli spettatori della scena, prima di uscire dal locale con Leonard al seguito. 
I due salgono sulla macchina dell'agente, il quale è intenzionato a far tornare alla libreria dal quale lo ha prelevato, il Dottor Watson.
Lui, lentamente, si riprende. Vergognandosi immensamente per l'accaduto, ma incapace di chiedere scusa.

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