XXV

3 0 0
                                    

Il Dottor Watson si schiarisce la voce e inizia a cercare fra i suoi appunti, fino a trovarsi in mano con i versi della Bibbia interessati e, schiarita la voce, inizia a pronunciare ad alta voce il primo.

Gv:11,38-44
Intanto Gesù,
ancora profondamente commosso,
si recò al sepolcro;
era una grotta e
contro vi era posta una pietra.
Disse Gesù: «Togliete la pietra!».
Gli rispose Marta, la sorella del morto:
«Signore, già manda cattivo odore,
poiché è di quattro giorni».
Le disse Gesù: «Non ti ho detto che,
se credi,
vedrai la gloria di Dio?».
Tolsero dunque la pietra.
Gesù allora alzò gli occhi e disse:
«Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato.
Io sapevo che sempre mi dai ascolto,
ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno,
perché credano che tu mi hai mandato».
E, detto questo, gridò a gran voce:
«Lazzaro, vieni fuori!».
Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende,
e il volto coperto da un sudario.
Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».

<Perché mi ricordo che dicesse "Alzati e cammina"?> domanda O'Nile.
<Perché è un falso mito>, risponde secco Leonard, per zittire subito questa idiozia e lasciare spazio alle cose realmente importanti.

Gv:19,31-34
Era il giorno della Preparazione e i Giudei,
perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato
chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via.
Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo
e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui.
Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto,
non gli spezzarono le gambe,
ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia
e subito ne uscì sangue e acqua.

<Hanno qualcosa in comune con quello che è successo alle vittime?> domanda Olivier Poe, guardando il quadrante del proprio smartwatch.
<Penso di sì>, risponde il dottore, sistemandosi il colletto della giacca.
<Ci illumini allora>.
Il Professore, rilegge rapidamente tutti gli appunti posti a matita affianco ad ognuna delle righe. Si rende conto che, però, per fare in modo che i tre agenti possano comprendere tutta la scena, è costretto a spiegare anche le vicende che la Bibbia da per ovvie, rendendosi conto di dover spiegare anche la questione dei quattro giorni.
Prende quindi un respiro leggero, quasi un sospiro. Prima di iniziare ad esporre la teoria che lui, ed altri sostenitori, hanno iniziato a chiamare: "la Finta Morte".
<Ora, non serve spiegarvi qual è l'ambientazione dei primi versi di Giovanni, giusto?> domanda il professore, aspettandosi che tutti rispondano in maniera corretta.
<La resurrezione di Lazzaro> risponde Martina, con particolare enfasi. Come se avesse risposto ad una domanda complessa.
<Bingo. Ora...> - e qui Leonard, pone la prima pausa di questo discorso, sicuro che potrebbe far arrabbiare l'agente Poe. Essendo che esso è un cristiano convinto. - <Come tutti sapete, Lazzaro è morto per una malattia e, malgrado Gesù fu fatto chiamare per salvarlo con un miracolo, lui decise di attendere, poiché diceva che sarebbe arrivato quando sarebbe giunto il momento opportuno. Poi Lazzaro muore, e di Gesù nessuna traccia fino a quattro giorni dopo la morte dell'amico. Ora. Perché è fondamentale il fatto che sia ben specificato il numero quattro?>.
I tre si guardano in faccia, non avendo idea della risposta.
Il Dottor Watson, che immaginava una reazione simile, sta per aprire bocca e spiegare da se la motivazione, ma a sorpresa, Martina Sanchez, li ruba la scena. Iniziando a parlare prima di lui.
<Perché si credeva che, l'anima del morto, potesse farvici ritorno entro 72 ore, riconcedendo vita al corpo. Una sorta di "Miracolo" che alcuni predestinati erano in grado di possedere. O almeno così si pensava. Malgrado la verità sia ben altra: ovvero che, alcune persone venivano considerate morte, malgrado non lo fossero, per poi risvegliarsi infatti qualche ora successiva alla morte. Nella Bibbia Ebraica, ci sono dei dialoghi che dimostrano come Yahweh concedesse questo "lusso" a coloro che lui riteneva ne fossero degni, ma impose la legge sacra secondo la quale solo entro le 72 ore dalla loro presunta morte, ad esse potesse essere concessa questa occasione di rinascita. Quindi, il fatto che viene specificato che sono passati ben quattro giorni, ovvero ben più di 72 ore, ma anzi 96, fa cadere ogni possibilità di rinascita per il povero Lazzaro>.
<Qualcuno ha fatto i compiti> commenta Leonard, sarcastico.
Lei sorride, quasi emozionata per il complimento. Mentre i due colleghi, voltatisi verso di lei per guardarla mentre ha spiegato la faccenda, ora tornano a voltarsi in direzione dello studioso, curiosi di capire come questa storia possa aiutare nelle indagini.
<Quindi, tornando alla resurrezione di Lazzaro. Se sono passati più di quattro giorni, è impossibile che questo faccia ritorno. Eppure, Gesù compie il miracolo: il tempo per la resurrezione si è esaurito da tempo, ma Lazzaro fa comunque il suo ritorno. Malgrado, e questo lo si sa grazie ad altre fonti Bibliche, dal sepolcro uscivano gli odori che predicevano l'inizio della decomposizione. Ecco quindi l'ennesimo miracolo compiuto da Gesù. Un uomo morto e sepolto, che però torna a vivere fra i vivi>.
Il trio si guarda disorientato.
E allora? Si domandano tutti e tre. Qual è il punto?
<Esiste la possibilità, che Lazzaro non sia in realtà mai morto>.
<Che cosa hai detto?> domanda Olivier, iniziando ad irritarsi.
<Alcune teoria, suppongono che Lazzaro abbia solo simulato il proprio malessere, per poi prendere una "pozione", grazie alla quale ha finto la propria morte. Così che, all'arrivo di Gesù, esso abbia potuto dimostrare i suoi "miracolosi poteri">.
La parole dell'uomo vengono accolte con ira dall'agente dell'Interpole. Il quale, super devoto alla dottrina Cristiana, non può permettere a nessuno di pronunciare tali blasfemie.
Si alza in piedi rabbioso e compie due passi in direzione del professore.
O'Nile, riconoscendo la rabbia del collega, si lancia subito davanti a lui. Ponendosi fra i due uomini, pronto a dover intervenire in caso di colluttazione.
<Non te la prendere. Ho specificato trattarsi solamente di una teoria>, cerca di giustificarsi Leonard, abbandonando la sedia sulla quale è seduto per compiere qualche passo di retro.
Gelo.
Tutto tace nella stanza.
Tutto, tranne il respiro affannoso dell'agente. Il quale fa ben percepire a tutti la propria ira accrescere.
<Avanti Olivier, siediti e lasciamolo finire>, cerca di tranquillizzarlo l'amico.
<Questo blasfemo> ringhia l'uomo, avanzando di un altro passo.
<Who, Who. Cerca di calmarti>, continua Matthew, allungando la proprie braccia e toccando il petto del collega con le mani.
<Io lo spolpo>, continua lui, iracondo.
<Adesso basta. Fai finta che stia solo raccontato i deliri di un pazzo. Non dar credito alle sue blasfemie>.
Lentamente, aiutato dalle parole dell'amico, Olivier Poe si calma. Tornandosene seduto sul bordo del letto, cerca di far tornare normale il proprio respiro. Impegnandosi nel mantenere i nervi freddi com'è famoso fare.
<Proceda pure, dottore> esclama O'Nile, notando che l'amico è tornato più o meno docile.
<Nel caso la morte fosse stata solo finzione>, - ricomincia a spiegare il Dottor Watson, tornandosi a sedere alla scrivania, - <Allora vorrebbe dire che tutta questa scena di Gesù si tratta di una recita. E che probabilmente, anche alcuni dei miracoli che si dice abbia compiuto, siano in realtà opera di finzione, o delle semplici recite. La vera domanda è, perché segnalare proprio questa recita?>.
Olivier s'impegna con tutto se stesso per mantenere la calma. Mentre i due colleghi cercano con dei loro ragionamenti, di arrivare alla risposta.
Ed è Matthew che, come colto da una illuminazione divina, vede la risposta vivida nella sua mente.
<La pozione!>, esclama l'agente.
<Proprio lei>, li conferma il Dottor Watson.
Nuovamente, cala il silenzio.
<Perché indicarci la pozione?>.
<Beh, "pozione" è il termine alchemico per chiamare le nostre moderne medicine>, inizia a spiegare Leonard.
<Aspetta un momento>, - esclama Poe, come se avesse capito dove voglia andare a parare il professore di Harvard. - <Vuoi forse dire che la pozione era in realtà un nostro banale...>.
Ma qui, Martina Sanchez, ruba le parole dalla bocca del collega, indicando il protagonista della scena.
<...Sonnifero?!> esclama la donna.
<Precisamente>.
La conferma, fa spalancare le bocche dei tre agenti: decisamente sorpresi per la rivelazione.
<Un sonnifero>, ripete Matthew spostando lo sguardo verso il pavimento.
<E molto potente ci terrei a dire. Il corpo della vittima doveva sembrare morto a tutti gli effetti>, ci tiene a precisare lo studioso.
<Ma perché indicare questa teoria?> domanda Poe all'uomo.
<La risposta potrebbe trovare un senso se la colleghiamo all'omicidio>.
<All'omicidio?>, domanda Sanchez scetticamente.
<Sono gli omicidi ad essere la chiave di lettura di questi versi>, esclama il Dottor Watson, saltando dalla sedia energico.
<Su quale omicidio è stata trovato questo secondo verseggio?>, domanda esso si suoi uomini.
<La chiesa a Città del Messico?>, domanda O'Nile al collega.
<Esatto>.
<Ricordate qualcosa sulle vittime?>, domanda il professore, sistemandosi nervosamente il colletto della giacca.
<Narcotrafficanti. A ritrovare i cadaveri è stata la D.E.A., ma essendo che una delle vittime era un nostro ricercato, abbiamo preso noi il caso. Ed essendo che il modus operandi dell'assassino era uguale a quello che avevamo già incontrato anni fa, abbiamo riaperto il caso. All'epoca, archiviato come irrisolto>.
La rapida spiegazione basta allo studio per iniziare a creare uno schema nella propria testa. Un piccolo schema che usa per collegare tutte le informazione e dare loro un senso logico.
<Narcotrafficanti... E se ci volessero dire che la pozione non è un sonnifero, ma anzi si tratta di una droga?> ipotizza l'uomo, completamente avvolto dalle immagini fisse nella sua mente.
<Una droga?!> esclamano i tre agenti, sorpresi da tale teoria.
<Oh che magari, è nato come sonnifero, per poi venir trasformato in droga> continua a teorizzare.
<Questa teoria mi sembra abbastanza una stronzata>, commenta Olivier, infastidito da tali vaneggiamenti.
<Terzo omicidio. Dove e chi?>.
<New York. Se non sbaglio, le vittime erano dei comuni passanti>, risponde O'Nile impegnandosi nel ricordare.
<Comuni tranne una. Diana Lopez. Agente della CIA che si pensava fosse corrotta dai Cartelli Colombiani>, lo corregge Poe.
<Corrotta in che modo?> domanda invasivo Leonard. Ormai con gli occhi chiusi e con il suo schema mentale che prende sempre più forma e dimensione.
<Si diceva che nascondesse alcuni loro carichi di droga e che ne garantisse un viaggio sicuro in cambio di soldi>, spiega l'agente dell'Interpole, ormai quasi stufo dei vaneggiamenti del professore di Harvard.
<E se i narcotrafficanti fossero stati pagati per creare la "Nuova Pozione", e questa Diana Lopez si fosse assicurata che essa giungesse ad una destinazione specifica? E che poi questo sicario abbia ucciso tutti i responsabili per nasconderne le tracce?>.
La teoria appena esposta, fa quasi sorridere Olivier. Ormai più divertito che incuriosito sulla conoscenza che George crede di possedere.
<Ma allora perché i versi della Bibbia? Perché lasciare una traccia di tale complotto? Una traccia che per di più è decifrabile>, domanda Sanchez, curiosa di sapere di più su questa teoria. A suo pensiero: valida.
<Ragazzi, qualcosa lo dovrete pur scoprire da voi, no?>.
<E il secondo marchio?> se ne esce O'Nile, volendo capire di più anche su quello.
<Oh certo>, - risponde Leonard, riaprendo gli occhi e guardando i tre agenti. - <la Teoria della Finta Morte, prevede che anche Gesù, per salvarsi dalla morte, abbia provato ad usare la pozione. Ma gli è andata male. Essendo che, come se il soldato sapesse di questo piano, trafigge Cristo con la propria lancia, assicurandosi che esso muoia davvero>.
<E la resurrezione come la spieghi?> domanda Poe, curioso di sentire l'ennesima blasfemia.
<Oh... Quella è una storia che non vuoi sentire, fidati>, cerca di ragguagliarlo il dottore.
<E quando avrebbe preso la pozione?>.
<Quando si trova già sulla croce, Gesù chiede da bere e un soldato, imbeve una spugna con dell'olio, per poi farli bere quello. Si presuppone che la pozione fosse nell'olio. O direttamente nella spugna. Malgrado più che una spugna si presuppone si tratti in realtà di un panno. Ma il dibattito sulla cosa è lungo e completamente inutile ai fini del racconto>.
<Tutto qui?> domanda Martina, volenterosa di saperne di più.
<Tutto qui>.
Matthew O'Nile, afferra la cartella con i documenti rubati al Quartier Generale e, aprendola, ne estrae una foto per passarla al professore.
<Dottor Watson. E se li mostrarsi questo, cosa ne direbbe>.
Questo, si pietrifica.
Affascinato dalla cosa, mostra un inquietante sorriso sul proprio volto. Reso ancora più raccapricciante dalle cicatrici che ne deturpano un'intera metà.
<Oh>, commenta l'uomo.
<Qualche teoria a riguardo?> domanda O'Nile, incuriosito dalla reazione dimostrata.
<Questo crea solo ulteriore caos in questo rompicapo>.

Il Cifrario di NiceaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora