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Il primo ad arrivare sulla scena del massacro, è Davide Marchiati, tenente dell'arma dei Carabinieri.
Lui, assieme al suo collega Michele Ludi, stanno facendo un rapido sopralluogo dell'accaduto, mentre i colleghi arrivati subito dopo, iniziano ad allestire i nastri ed i limitatori, per evitare che curiosi e civili, inquinino le possibili prove ed indizi sulla scena.
Il duo, avanza nella mattanza fumo a raggiungere l'ufficio della prima vittima: il dottor Giacomo Casto.
Entrano nell'ufficio, e, immerso in una pozza di sangue, con il cervello che in parte imbratta la parete, vi è il cadavere del medico. Con, impresso negli occhi, il terrore allo stato più puro.
Il tenente di avvicina alla scrivania per poter vedere meglio il cadavere, e se su di essa vi è un indizio che può portare all'assassino. Ma l'attenzione dei due agenti viene catturata dalla suoneria di un cellulare.
I due si guardano intorno, comprendendo che si tratta del cellulare della vittima.
Indossando quindi rapidamente un guanto, il tenente Davide Marchiati, si avvicina al camice appeso del dottor Casto, e vi estrae il dispositivo.
Sul display, una sola parola :"MAESTRO".
Nome curioso per salvare qualcuno, pensa il carabiniere mentre accetta la chiamata.
<Pronto>, dice l'uomo.
Ma dall'altro capo del telefono, il silenzio.
Poi, dopo pochi secondi, la telefonata viene chiusa bruscamente.
I due carabinieri si guardano confusi, prima di inserire il cellulare in una busta di plastica con chiusura ermetica ed etichettarla come "prova".

Nel frattempo, la scena si riempie di carabinieri e addetti alla scientifica, oltre alla solita massa di curiosi che vogliono sapere cos'è successo.
Quello che l'arma dei carabinieri non può sapere, è che fra quella massa, vi è anche uno degli assassini più ricercati dell'Interpole: il Killer della Bibbia.
O come viene chiamato all'interno dell'ordine: la Mano.
Esso si trova infatti all'ospedale, poiché il Maestro lo ha incaricato di scoprire cosa è accaduto. E se tutto è andato secondo i piani.
Ma quando arriva, è sorpreso di sapere quello che è accaduto.
Grazie ai curiosi, e a qualche giornalista già pronto a mettere la propria firma sullo scoop della settimana, è venuto a sapere che un dottore è stato ucciso. Stessa sorte per una infermiera e ben otto guardie.
Con grande probabilità, il dottore ucciso è il dottor Casto, il che, obbligherebbe l'ordine a procurarsi un nuovo medico dalla propria parte. Compito, non per forza difficile, se solo di sa dove guardare.
Apprese le informazioni necessarie, la Mano decide di andarsene. Stanco per la giornata, necessita di un po' di riposo.
Riposo meritato, essendo che poche ore prime ha dovuto compiere l'ennesimo omicidio per coprire i magheggi dell'Ordine.

Nascosto del sedile posteriore dell'auto, la Mano attende la vittima, assicurandosi di non essere visibile.
Quando questa arriva, si siede tranquillo nella macchina, sistemandosi lo schienale e assicurandosi che gli specchietti siano in posizione.
Mette in moto la vettura, e si allaccia la cintura, quando il Killer compie la sua mossa.
Afferra saldamente la cintura, e approfittando della propria posizione di vantaggio, stringe la cintura contro il collo della vittima, strozzandola a morte. Questa, tenta di divincolarsi, ma davanti ad una forza fisica simile, un vantaggio di posizione,  e un'arma perfetta, non c'è nulla che il povero dottor Orlandi possa fare.
Il povero coroner del carcere di Regina Coeli, viene ucciso senza che esso possa fare nulla per impedirlo.
Poi, grazie a qualche stratagemma, la Mano riesce a far uscire dal parcheggio la vettura, e farla immettere nel traffico.
Per sua fortuna, in questa sera, il traffico sembra essere più diluito del solito.
Bene... anzi, meglio, pensa l'uomo.
Questo, riuscendo a fare in modo che la vittima tenga premuto il pedale sull'acceleratore, senza diminuire la pressione, lo lega lega ad esso usando le stringhe delle scarpe.
Poi, scende dalla macchina giusto in tempo, prima che questa di schianti contro il muro.
Torna vicino alla vittima, la quale si trova l'airbag che preme sulla sua faccia.
Ne slega i lacci e si assicura che la cintura assuma una possibile comprensibile, per spiegare i segni sul collo.
E, finito di costruire la scena, la Mano si allontana rapida, già sicuro di come etichetteranno il caso: "malfunzionamento meccanico".
Oggi, niente marchio. Pensa l'uomo, ritornando a casa.
Oggi, ho commesso un crimine senza una scusante. Oggi non ho ucciso per un bene superiore. Oggi ho ucciso e basta. Oggi ho ucciso, e non mi è piaciuto.

Il Cifrario di NiceaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora