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La libreria è stracolma di lettori. Ma non è cosa di tutti i giorni, ritrovarsi davanti ad una delle più persone più colte ed affascinanti del pianeta.
Il famoso Dottor George Leonard Watson, professore della prestigiosa università di Harvard. Malgrado lui odiasse dover lavorare in America, non poteva fare altro che ammettere la loro apertura di mente difronte alla sete di conoscenza. Cosa che la sua amata Inghilterra non poteva vantare a sua volta.
"Per quanto Cambridge e Oxford siano nomi altisonanti", rispondeva spesso l'uomo tutte le volte che li veniva chiesto il come mai avesse accettato una cattedra ad Harvard, piuttosto che nella sua amata terra natia, "Non mi avrebbero offerto ciò che invece gli americani possono permettersi".
E a questo punto, solitamente, faceva una battuta sugli stipendi dei professori. Una delle sue tattiche più usate per sbolognarsi dei giornalisti e dei curiosi.
Una battuta, una risata e poi si dileguava nella folla. Riuscendo sempre a svanire come un mago.
Questa volta però è diverso.
Lui si trova nella libreria, a presidiare al firma copie del suo nuovo libro. Uscito da poche settimane, e già ritenuto da alcuni giornalisti "Un Bestseller di fama internazionale".
"Stronzate", secondo lui.
Nel libro non si parla altro di alcuni eventi storici, ripetuti nel tempo. Cambiano i protagonisti e i dettagli, ma gli eventi e i fattori scatenanti sono sempre i medesimi. Vi sono anche dei riferimenti all'arte e alle religioni, ma di quest'ultime solo in maniera molto superficiale. Essendo che quest'ultime sono già state ben esposte nel suo primissimo libro: "Le Religioni a Nudo".
A causa di quel libro, per molte persone credenti, il Dottor Watson è stato etichettato come blasfemo. E nella comunità online, come c'era d'aspettarsi nei tempi che corrono, c'è anche chi ha creato una petizione per far fermare la divulgazione del sito.
Il gol delle firme era di ottantamila, e non ci hanno messo molto per raggiungere quella firma. Ma come era ovvio aspettarsi, non se ne è fatto nulla di quella inutile pagliacciata. O meglio, l'unica cosa per la quale è servita, è stata di fare ulteriore pubblicità al prodotto. Ovviamente, in maniera involontaria.
Da allora, il Dottor Watson ha pubblicato altri tre libri. E quello che sta pubblicizzando ora, in tutto il mondo, è il suo quinto. "Il Ciclo della Storia".

La libreria è stracolma di fan. La fila per avere l'autografo e una dedica sembra interminabile. Ma l'appena quarantenne professore di Harvard non sembra infastidito dalla cosa. Se ne sta li tranquillo e seduto. Impugnante la sua fidata penna stilografica, e passa uno dopo l'altro ogni libro che li viene posto.
L'uomo è come dicono i giornalisti: affascinante e inquietante allo stesso tempo.
Di corporatura muscolosa, nasconde le sue forme sotto un maglione viola bordeaux, dal quale spunta il colletto di una camicia turchese.
I capelli corti alla Ivy League di color nero, non fanno altro che accentuare quei suoi occhi di ghiaccio.
Ma sono i lineamenti del viso, talmente netti e rigidi, che lo fanno assomigliare ad uno dei manichini dei negozi di vestiti.
Tanto inquietante, quanto affascinante.

Tutto ciò è un vero peccato, perché sarebbe molto bello se solo fosse vero.
Quello che è lì seduto a firmare decine e decine di libri, non è altro che un attore.
Un attore pagato profumatamente per recitare la parte del Dottor George Leonard Watson.
Questo perché il vero professore di Harvard, si trova a due piani più in alto della libreria. Il quale in silenzio, nascosto da un soprabito nero con il colletto alzato ed una coppola da tassista, osserva con sguardo da sognatore la folla di fan.
Ciò che fa ad ogni firma copie è molto costoso, anche perché ha fastidio nel mettere un semplice attore al suo posto, ma sa di non poter fare in altro modo.
Si vergogna troppo del suo aspetto fisico per mostrarsi in pubblico. E soprattutto, la sua agorafobia li impedirebbe di presidiare in un luogo con così tanta folla.
Leonard preferisce godersi i risultati del suo successo standosene in disparte e osservare da lontano.

Il professore di Harvard, per quanto cerchi di superare il trauma, non crede che ne sarà mai capace. Esso è troppo profondo e troppo radicato nella sua mente che si è evoluto in vero terrore ormai. Ed è una cosa con la quale non può fare a meno di convivere.
Per fortuna che i suoi superiori di Harvard comprendono il disagio e permettono lui di tenere corsi unicamente in forma digitale, tramite classi online alle quale insegnare senza dover mostrare il proprio volto. E dato che la cosa non è di alcun intralcio per l'insegnamento, nessuno si lamenta della cosa.
La cosa più fastidiosa sono i giornalisti, ai quali viene obbligato di firmare un contratto dove li viene proibito di descrivere fisicamente l'uomo, ma di usare solo termini vaghi. Il che aiuta nel non farsi riconoscere per strada. Anche se quelli più temerari lo pedinano per avere una sua foto, o infrangono direttamente il contratto appena firmato pochi minuti prima.
Ormai il suo volto gira per la rete, ma i fan lo ignorano. Sanno ormai tutti molto bene che quello dei firma copie è un attore, ma non li interessa, poiché al contrario dei giornalisti, capiscono bene che il Dottor Watson avrà le sue ragioni per non mostrarsi fisicamente.

Il professore sta per andarsene, quando nota due uomini in giacca e cravatte che si stanno avvicinando nella sua direzione.
E non potendo fare a meno di usare la sua "magia", non può non notare la strana forma che è presente sotto la giacca. Una pistola.
Leonard s'irrigidisce, e quelli lo capiscono. Uno allunga la mano sotto la propria giacca, e il docente crede di stare per venir ucciso.
Magari quei due sono agenti segreti che vogliono ucciderlo perché ha involontariamente detto delle verità scomode agli americani, o forse a qualche altro paese.
Nella sua testa si stanno già girando svariati film, i quali subito cessano nel momento in cui l'uomo toglie la mano dalla giacca e mostra il proprio distintivo.
<Lei è il Dottor Watson?>  domanda l'agente, fermandosi a poco meno di un metro dal professore.
<Sono io>, risponde lui, quasi rilassato dopo lo spavento iniziale.
<Piacere di conoscerla professore. Sono Matthew O'Nile dell'Interpole e quello affianco a me è il mio collega Olivier Poe>.
Leonard è confuso, e la pausa che l'agente compie dopo aver presentato se stesso ed il collega, non fa altro che aumentare i suoi sospetti.
I due agenti si guardano in faccia, come se fossero confusi tanto quanto il docente. Si presuppone perché non si aspettavano di vedere un viso simile.
<Posso sapere a cosa devo la vostra visita?> domanda loro il Dottor Watson, cercando di nascondere ulteriormente il proprio viso per la vergogna.
<Siamo qui per conto del nostro superiore>, dice Olivier, notando la timidezza nel mostrare il volto.
<E cos'è che vorrebbe da me?>.
<Una consulenza>.

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