XVII

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Martina Sanchez, ancora in piedi fuori dalla stanza, attende con impazienza che il tanto acclamato Dottor George Leonard Watson, la faccia entrare all'interno.
Ma lui, come se fosse perplesso, ignora l'idea di accontentare il desiderio della donna.
Si ritrova invece stranito dal comportamento di essa. Ricorda bene della sua sceneggiata nell'ufficio, tanto da obbligare l'agente O'Nile a continuare la conversazione all'esterno. E, malgrado ora le stia chiedendo del "Cifrario", non vuol dire automaticamente che lei sia in grado di accettare una qualsiasi risposta su di esso. Mostrandosi, l'ultima volta, molto coinvolta dal caso, e quindi poco incline ad accettare realtà che non le vadano a genio.
<Hai intenzione di farmi entrare, o vuoi che ne parliamo qui, nel corridoio?>, domanda l'agente, incrociando le braccia e mostrandosi infastidita dall'ostilità dimostrata.
<Lei è stata sospesa, non è vero?> domanda lui gelidamente.
Martina si ghiaccia.
Come fa un civile ad avere informazioni simili? Soprattutto su una cosa così riservata? MI sono tradita da sola? Da cosa lo ha capito?
Sono queste le domande che rimbalzano nella testa della giovane agente dell'Inetrpole.
<Questo non ha importanza>, cerca di sviare dal discorso lei.
<Invece ne ha molta>, commenta lui. Ancora più convinto di non farla entrare.
<Sono qui da lei perché mi serve una mano con un caso>.
Le parole le escono a fatica. Conscia che l'uomo conosce il motivo di tanto interesse, spera fino all'ultima goccia di se stessa, che lui accetti di consegnarle la "chiave di volta" per capire finalmente tutto.
<Per suo padre... certamente>.
Un pugno nello stomaco.
Questo è l'effetto che quelle semplici parole hanno avuto sull'agente Sanchez.
Ben a conoscenza che la realtà dei fatti è quella appena riassunta, ancora fa fatica ad abituarsi all'idea che il padre non è più tra i vivi.
E per venir incontro a questa mancanza, cerca di riempire il buco lasciato da lui con tutto quello che può starci.
Ha sempre provato con il lavoro, ed ora che ha trovato finalmente qualcosa con cui forse, è in grado di colmare il vuoto, non può permettersi di lasciarselo scappare.
Si riprende dal pugno nello stomaco, facendo ricorso a tutte le sue forze. Per poi ribattere alla frase pronunciata dall'illustre professore di Harvard.
<Fra le altre cose>.
<Esempio?>, domanda l'uomo, inarcando un sopracciglio.
<Consegnare un pericoloso criminale nelle braccia della legge>, risponde lei facendo ricorso a tutta la sua forza di volontà.
<O nelle braccia di Dio>, commenta Leonard impassibile.
Ormai l'uomo ha capito qual è la realtà dei fatti.
L'agente Martina Sanchez, è distrutta dalla perdita del padre ed ora è ossessionata dall'assassino. Ha intenzione di trovarlo a qualsiasi costo e di vendicarsi come meglio crede sia meglio.
Si mostra forte e autoritaria, quando in realtà è più fragile di un cristallo. E basta una semplice spinta per farla andare a pezzi.
Comprendendone quindi la fragilità, e ben conscio di quanto il "Cifrario" possa rivelarsi nocivo per la sua sanità, decide ugualmente di accontentarla. Sicuro che esso può avere due soluzione lei: o ucciderla, o darle l'illusione di avercela fatta.
Il Dottor Watson si scosta dalla soglia della porta, e fa cenno alla donna di entrarvici. Questa, subito s'infila nello spazio designatole e senza che possa accorgersene, si ritrova all'interno della camera d'albergo.
La prima cosa che nota, sono i due trolley posti ai piedi del letto. Chiusi e pronti per l'imminente partenza del professore.
<Allora, cosa vuole sapere esattamente?> domanda lui, chiudendo la porta e sedendosi sulla sedia della piccola scrivania.
Lei, seduta invece sul bordo del letto, estrae il suo piccolo taccuino ed inizia a cercare le domande chiave che si è segnata.
<Che collegamento c'è fra mio padre e il verso del vangelo?> domanda lei, pronta ad appuntarsi la risposta.
<Domanda troppo complessa, senza una base sulla quale appoggiarsi>, risponde lui sistemandosi il colletto della giacca e cercando di non mostrare il lato rovinato del viso.
<Perché cercare di nascondere il versetto, e non metterlo invece in primo piano?>.
<Se si fosse capito subito che era omicidio e non suicidio, l'assassino non avrebbe avuto abbastanza tempo per scappare dall'hotel, prima che questo fosse bloccato dagli agenti di polizia. I quali avrebbero impedito a chiunque di entrare o uscire. Dobbiamo quindi dedurre che il colpevole non avesse molto tempo a sua disposizione>.
Lei appunta la risposta parola per parola, ignorando lo sguardo vuoto del professore, il quale sta immaginando la scena dell'accaduto per cercare di avere in testa una ricostruzione più affidabile possibile.
<Perché il vangelo di Marco?>.
<Perché è il più vago sulla questione battesimo. O meglio, è il più vago se non si sa come leggerlo>.
<In che senso?>.
<Marco dice di come Gesù, da casa sua, sia giunto al Giordano apposta per farsi battezzare da Giovanni, il quale, dopo averlo battezzato, è stato testimone della venuta dello spirito santo che si è mostrato fiero per il figlio>. Riassume l'uomo divertito dalla traduzione erronea. - <C'è però da mettere in conto che Marco ha descritto tutt'altra scena in realtà. Tanto per iniziare, il fatto che dice: Gesù venne da Nazareth in Galilea, non implica automaticamente che Gesù stava giungendo direttamente da quel luogo. Essendo anzi che, Gesù era conosciuto con il nome di Gesù di Nazareth, è probabile che intendesse dire: "Gesù venuto da Nazareth, in Galilea". Il che è traducibile con il semplice Gesù. Con il termine "venuto da Nazareth", si può dire che è la versione più nobile del termine "di Nazareth".  Un po' come funzione per Luigi XIV, detto il Re Sole, o il Re venuto dal Sole... Molti modi per chiamare la stessa persona. Mentre con il termine "in Galilea", sia sia semplicemente voluto spiegare l'ubicazione di Nazareth per chi non lo sapesse. In pratica, da una frase così innocua, dove semplicemente s'intente dire chi è il protagonista delle vicende, la chiesa ha invece fatto credere a chiunque che Marco ci stesse dicendo da dove stava arrivando Gesù>.

Anche con questa semplice spiegazione, il professore di Harvard si sente ritornato nella sua aula del college. Con davanti a se i suoi curiosi studenti, intenti ad ascoltare tutte le teorie e le storie del passato che l'uomo è intenzionato a condividere con il mondo.
Martina Sanchez, in questo momento, potrebbe perfettamente passare per una delle studenti dei suoi corsi. Ammagliata dal discorso, e intenta a prendere più appunti possibili sull'argomento. Come se avesse paura di dimenticarsi tutto a lezione terminata.

Quando invece si parla del battesimo, Marco non specifica niente che ci faccia capire al cento per cento che venga usata acqua, sputo o qualsiasi altro strano segno. Anche perché ci viene detto che "Gesù fu battezzato nel Giordano da Giovanni".
Oltre al fatto che viene detto il luogo, il Giordano per l'appunto, non ci sono altri riferimenti all'acqua. Certo, il Giordano è un fiume, ma non vuol dire che Gesù vi sia stato immerso dentro.
In pratica, questa parte del vangelo, non dice proprio nulla.
Quando in realtà, la versione è un po' diversa se si usa un linguaggio di lettura differente.
Ipotizziamo che Giovanni stesse tenendo una riunione sulle sponde del giordano. E Gesù vi si fosse presentato, come avrebbe scritto allora Marco?
Nello stesso identico modo. Ovvero: "Gesù partecipò alla riunione nel Giordano da Giovanni".
Potrebbe anche essere vero che Marco avrebbe allora scritto "al Giordano," e non "nel Giordano", essendo che la parole "nel" fa intendere che ci siano entrati. Ed è qui che entrano in gioco gli altri vangeli.
Matteo, il quale spiega anch'esso l'atto del battesimo, dice esplicitamente: "andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui". "Andò AL Giordano". Non dice che ci è entrato dentro, ma solo che si è recato in quella zona.

Martina Sanchez è talmente catturata dalle parole del professore nel non potersi neanche opporre a tali affermazioni.
Per quanta è la foga che il dottore trasmette nelle sue parole, non sembrano quasi neanche assomigliare a parole blasfeme, ma anzi a poesia di un'illuminato.

Giusto per finire quello che dice Marco, per evitare di fare casino fra i vari vangeli prima del necessario, l'ultima cosa che Marco dice, è dello spirito santo che è sceso dal cielo sotto la forma di una colomba, e si congratula apertamente con il figlio. Questo però quando?
Quando tutti uscirono dall'acqua.
Ora, analizziamo la cosa da sguardo Ateo.
Questa sarebbe la prova inconfutabile che Dio esiste, anche perché come potrebbe una colomba mettersi a parlare?
Impossibile, giusto?
Ma se invece la frase nascondesse un messaggio segreto?
Partiamo dall'acqua.
Prima ho specificato come non ci fosse riferimento all'acqua. Eppure lo ritroviamo qui. Com'è possibile? Mi sono sbagliato?
No. Anche perché, cosa ci fa pensare che Gesù sia stato immerso nell'acqua e che questo fosse parte del battesimo?
Cos'è che ci da la conferma che il tutto è avvenuto dentro l'acqua?
Niente.
La frase: "e, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli", non implica obbligatoriamente che le persone si trovavano fisicamente dentro l'acqua.
Questo perché l'acqua, può venir tradotta con due versioni alternative.
La prima, la più semplice, Gesù si allontana dalla zona del Giordano. Quindi "uscendo dall'acqua", può diventare facilmente, "allontanandosi dall'acqua".
Mentre per la seconda, dovremmo aspettare ancora un po' per poterla comprendere.
Passiamo ora al resto.
Facciamo finta che lo "Spirito" non sia altro che un'appellativo dato ad una persona. E che la "colomba", sia un grado militare.
Che traduzione daremmo alla frase?
Lo Spirito, la Colomba, si è congratulato con il figlio.
Volessimo tradurlo ai tempi nostri, con i nostri gradi militari, diventerebbe qualcosa del genere: "Lo Spirito, il Generale, si è congratulato con il figlio".

Martina Sanchez è scioccata dalle informazioni che si sta trovando mitragliate addosso. Per alcune sembra davvero molto scettica, riconoscendole più come le follie di uno sciroccato, piuttosto che di un'illuminato professore di Harvard. Ma stiamo parlando di un luogo dove ci sono professori che credono agli alieni, quindi cosa simili non sono troppo fuori dall'ordinario per i loro standard.
<E gli altri vangeli quindi? Cosa dicono in merito a questo?>, domanda l'agente, ora curiosa più che mai di sapere come procedere la cosa.

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