III.

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Quando il messaggio Iride si interruppe difronte a Reyna la ragazza sospirò sconsolata. Si portò una mano sui capelli arruffati, la treccia che si era fatta quella mattina era quasi del tutto scomparsa, lasciando un groviglio annodato nei suoi capelli; era un po' sporca, il suo mantello era stato strappato, la sua veste era sgualcita...non sembrava proprio avere l'aspetto di un Pretore della Dodicesima Legione, eppure confinata in una delle alte terrazze delle torri del campo, Reyna rifletteva profondamente su ciò che era successo.

Quando era avvenuto l'attacco erano stati colti di sorpresa, doveva ammetterlo, ma erano riusciti a cavarsela, come sempre; quello che preoccupava la ragazza però era ben altro rispetto ad un semplice attacco.

:-suvvia cagnaccio, lasciami in pace!-: la voce furibonda di un uomo e il conseguente abbaio di Aurum, uno dei suoi cani automi, la riportarono con i piedi saldamente per terra, facendola concentrare sui suoi problemi. Si voltò in fretta osservando distrattamente la figura di Perseo che, preso dalla foga, stava litigando con Aurum, il quale non finiva di ringhiargli contro e annusarlo con aria circospetta.

Da quando l'aveva incontrato, aveva subito pensato che fosse parecchio irrascibile: il Perseo che lei aveva conosciuto nei miti era calmo e pacato, coraggioso e audace, tutt'altra cosa rispetto all'uomo che aveva ora difronte.
Ricordava perfettamente in che maniera si era scagliato su Hazel dopo che la battaglia era finita: :-lei dov'è!-: aveva esordito a gran voce puntando la sua spada in bronzo contro la gola della ragazza.

Hazel era sbiancata sull'istante, arretrando di qualche passo: era stanca e ferita, probabilmente non aveva le forze e non si aspettava di doverlo fronteggiare; Frank si era posto difronte a lei con fare protettivo.

:-vacci piano-: aveva ammonito l'uomo con un tono di voce che Reyna non gli aveva mai visto assumere.

:-LEI DOV'È??-: aveva esclamato ancora più forte.
Ci erano volute tre persone per calmarlo, tra cui i suoi compagni di viaggio Medea ed Eracle, poi Frank aveva portato Hazel verso l'infermeria a causa di un improvviso giramento di testa che le aveva tolto le forze, mentre Reyna aveva portato i tre sull'alta torre per poter parlare.

Aurum e Argentum l'avevano seguita tutto il tempo, standogli sempre accanto a e non smettendo di osservare in maniera arcigna i tre nuovi arrivati con i loro occhi rubini. Loro probabilmente non si fidavano, e forse neanche Reyna; d'altro canto, i tre eroi non sembravano essere proprio a loro agio in compagnia dei cani: Medea non gli aveva degnati di un solo sguardo, tenendolo puntato tutto il tempo dritto difronte a sé senza battere ciglio; Perseo aveva preso con una certa antipatia Aurum, che non lo lasciava solo un minuto; forse solo Eracle si era mostrato gentile, rivolgendo di tanto in tanto una specie di mezzo sorriso ai due cani automi.

:-Aurum, lascialo in pace-: fece Reyna in quel momento ammonendo il cane di allontanarsi. Aurum sembrò titubante, così come lo fu Perseo nel lasciar andare la spada che aveva saldamente stretto in mano, però alla fine il cane si allontanò, costringendo l'eroe, dopo un'occhiata ammonitrice da parte di Reyna, ad abbassare l'arma.

:-siete sempre così...precauzionali qui?-: chiese Medea con un cipiglio insospettito e facendo chiaro riferimento ai due cani che giravano intorno a Reyna. La ragazza ricambiò lo sguardo che le stava rivolgendo, poi cercò di mostrare un sorriso ambiguo e si avvicinò ai tre eroi.

:-mi piace essere preventiva-: fece la ragazza sogghignano :-e circondarmi di chi mi posso fidare-: posò una mano sul capo di Argentum accanto a lei sorridendo. Eracle la scrutò per bene.

:-non sembri esser molto fiduciosa nelle persone-: non si stava riferendo ad Aurum e Argetum, e Reyna lo sapeva, perché ne aveva conosciuti tanti di eroi e quello sguardo così sicuro e scettico nessuno gliel'aveva mai rivolto. Scosse il capo e si schiarì la voce.

𝓘𝓵 𝓯𝓪𝓽𝓸 𝓭𝓮𝓲 𝓯𝓾𝓸𝓬𝓱𝓲 𝓲𝓶𝓶𝓸𝓻𝓽𝓪𝓵𝓲 𝓭𝓲 𝓞𝓵𝓲𝓶𝓹𝓪-𝓟𝓙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora