Calypso bussò ripetutamente sulla porta di legno che aveva davanti, sperando che qualcuno dall'interno la sentisse e che non avesse svegliato tutti i ragazzi della Cabina 9.Fuori non faceva troppo freddo, essendo estate inoltrata la ragazza poteva andare girando anche in pantaloncini ma la frescura della notte iniziava a farsi sentire sulla sua pelle, e aveva dovuto recuperare una felpa prima di uscire.
Si guardò attentamente intorno. Sperò che nessuno l'avesse notata uscire dall'infermeria, sperava soprattutto che non l'avesse fatto Will: Calypso sapeva perfettamente che, se il ragazzo fosse venuto a conoscenza della sua scappatella notturna con una ferita sul fianco più o meno grave, le avrebbe prescritto di rimanere a riposo per i prossimi venti giorni.
Ma Calypso non voleva scappare, non era nelle sue priorità in quell'istante, ma l'insonnia, la voglia di stiracchiarsi, la lontananza dal suo ragazzo e la scomodità del letto l'avevano spinto a dirigersi verso la Cabina 9.
Sapeva che era tardi, davvero tardi, e sperava di non aver disturbato davvero nessuno ma aveva bisogno di Leo: non vedeva il ragazzo da quando era stata ferita durante la battaglia; Will si era occupata di lei, l'aveva rimessa in sesto insieme ad altri ragazzi della casa di Apollo, l'aveva ammonita di riposare e aveva impedito a chiunque di entrare in infermeria, data la troppa affluenza di persone ferite, e quel "chiunque" aveva incluso anche Leo, che si era ribellato fino all'ultimo.Quando però la ragazza si era svegliata nell'infermeria con una ferita sul fianco nel bel mezzo della notte e in un letto che non era suo, aveva capito che non sarebbe riuscita a dormire stando lontana da Leo.
Non era una ragazza appiccicosa, una che non riusciva a star lontana dal proprio ragazzo per più di cinque minuti ma c'erano volte in cui aveva davvero bisogno di Leo, del suo buon profumo di olio di motori, dalle sue braccia forti, di infilare le mani nei suoi ricci scuri, di baciarlo...la faceva star bene.
Allora bussò di nuovo con insistenza, sperando che qualcuno finalmente l'aprisse. Sbuffò sollevando gli occhi al cielo.
Ad un tratto sentì dei passi sommessi e pesanti da dentro la cabina, uno sbadiglio e alla fine la porta si aprì mostrandole un Leo alquanto assonnato: i capelli del ragazzo erano completamente disordinati e scompigliati, la forma del cuscino era stampata sulla sua faccia, aveva addosso dei semplici boxer e dei calzini bianchi ai piedi.
I suoi occhi osservarono per pochi istanti la ragazza, poi, quando la riconobbe, strabuzzò gli occhi e spalancò la bocca sorpreso.:-Cal!-: disse con un tono di voce decisamente troppo alto, mentre afferrava la ragazza per un braccio come per paura che collassasse lì davanti a lui.
:-scusa-: fece la ragazza posandogli le mani sul petto nudo e facendo un passo verso di lui :-non volevo disturbarti-: si scusò. Il ragazzo rimase a fissarla interdetto per qualche istante, non capendo se fosse un sogno o meno quello che aveva davanti.
:-Will...Will ti ha lasciato uscire?-: chiese per niente convinto delle sue parole. Calypso ridacchiò.
:-diciamo...che non l'ho ascoltato-: iniziò sorridendo :-non l'ho ascoltato quando mi ha detto di restare a riposo, ma posso riposare qui-: aggiunse vedendo la faccia contrariata di Leo. Il ragazzo rimase per qualche istante concentrato ad osservare la ragazza seriamente, poi però sciolse le spalle e la baciò.
Fu un bacio che Calypso non si aspettava, ma che desiderava, un bacio leggero, a fior di labbra, molto dolce. Quando si staccarono il ragazzo l'avvolse in un tenero abbraccio.
:-sarei voluto entrare in infermeria per star con te-: si giustificò subito posandole le mani sul volto. Lei sorrise.
:-lo so-: fece lei.

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𝓘𝓵 𝓯𝓪𝓽𝓸 𝓭𝓮𝓲 𝓯𝓾𝓸𝓬𝓱𝓲 𝓲𝓶𝓶𝓸𝓻𝓽𝓪𝓵𝓲 𝓭𝓲 𝓞𝓵𝓲𝓶𝓹𝓪-𝓟𝓙
أدب الهواةLa vita e la morte sono governate da un equilibrio precario, separati da un filo indistruttibile ceduto nelle mani delle Parche. Quando viene tagliato, tutto ciò che ti è materia ti abbandona, l'amore ti abbandona, la vita ti abbandona. Ma se ad un...