XXVIII.

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Mida le stringeva forte la mano e tratteneva saldamente la ragazza per la schiena, premendo contro la sua pelle calda con la sua grossa mano, quasi come se avesse paura che la ragazza potesse scappare.

Lei non gli rivolse un solo sguardo, cercando di trattenere le lacrime amare che minacciavano di colarle e seguendo il ritmo lento della musica. Lui invece non le staccava gli occhi di dosso: la osservava, la scrutava, la analizzava con quel suo bel sorriso indagatore e a Piper non piaceva.

Aveva intercettato gli occhi di Annabeth dall'altra parte della stanza che, con la testa poggiata sulla spalla di Percy, le chiese muta cosa stesse succedendo: lanciò uno sguardo a Reyna e Jason, osservò Mida e poi lei e le chiese. Piper scosse la testa e le sorrise debolmente, promettendole, in una risposta muta, di spiegarle tutto dopo. Poi distolse lo sguardo.

In realtà Piper aveva provato una fitta al cuore nell'osservare Annabeth e Percy: loro e il loro amore eterno, loro e il loro "e vissero per sempre felici e contenti" che si sarebbe realizzato, loro, semplicemente loro e tutto ciò che Piper non avrebbe mai avuto. Annabeth amava Percy, Percy amava Annabeth, c'era qualcosa di più bello di questo?

:-oh, mia cara, non tormentar la tua anima per lui-: intervenne Mida all'improvviso attirando l'attenzione della ragazza :-gli uomini tendono a tradire, è nella loro natura...lascia correre-: Piper strinse i pugni e puntò lo sguardo nella direzione di Jason e Reyna.

Come osava parlarle di amore e tradimenti, lui che non ne sapeva nulla, lui che era il primo a tradire.

:-Jason quando ama...-: le morirono le parole in gola :-ama davvero-: Mida rise divertito.

:-ama come amava te?-: esordì l'imperatore :-dici che amava, amava davvero, quell'uomo che ora con un'altra donna sta ballando-: il cuore le sanguinò :-con te dovrebbe ballare quel lento, con te dovrebbe ridere, a te dovrebbe guardare, ed è te che dovrebbe amare, e invece...-: lasciò la fare in sospeso, ma Piper capì perfettamente.

E aveva ragione, si accorse che aveva ragione: era lei che doveva trovarsi lì, lei che doveva amarlo, lei che doveva baciarlo; allora perché era lì? Perché era costretta a ballare con quell'uomo è vedere Jason ballare con un'altra? Reyna le aveva rubato tutto ciò che amava, le aveva rubato ciò che aveva sempre desiderato fin dall'inizio, le aveva tolto l'anima esattamente come Mida l'aveva fatto con i loro amici. Qual era stato il suo unico errore? Darle il beneficio del dubbio e credere che potesse diventare amica di qualcuno che, fin dall'inizio, aveva cercato di distruggere quel che aveva.

E ci era riuscita; la osservava a provava rabbia, tanta rabbia, rancore, invidia. Avrebbe voluto essere al suo posto, e si sorprese di pensarla così perché lei doveva essere al suo posto, quel "avrebbe dovuto" non doveva neanche pensarlo, non era una previsione, era la realtà.

E invidiava Reyna, invidiava Percy e Annabeth, invidiava l'amore eterno, invidiava ciò che avevano.

:-perché mai dalla loro parte dovresti stare?-: disse Mida ad un tratto risvegliandola dai suoi pensieri :-perché dovresti appoggiarli? Loro han voltato a te le spalle, perché dovresti tender loro la mano?-: Piper rimase incantata ad osservare le sue parole: di cosa stava parlando? Il suo sorriso si era allargato in un ghigno, i suoi occhi erano due fessure piene di orgoglio e fierezza e le fecero provare un brivido lungo la schiena.

La sua presa aumentò sempre di più sulla sua schiena, le strinse forte la mano da farle male. Le parlava di spalle voltate, di appoggio...le diceva che i suoi amici l'avevano abbandonata. Si guardò intorno, vide tutti ballare con chi amavano di più, li vide sorridersi, scambiarsi baci dolci e parole di speranza; e poi c'era lei, sola in mezzo a tutti, lasciata a sé stessa.

𝓘𝓵 𝓯𝓪𝓽𝓸 𝓭𝓮𝓲 𝓯𝓾𝓸𝓬𝓱𝓲 𝓲𝓶𝓶𝓸𝓻𝓽𝓪𝓵𝓲 𝓭𝓲 𝓞𝓵𝓲𝓶𝓹𝓪-𝓟𝓙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora