IX.

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Piper quella mattina venne svegliata dal tocco delicato e rilassato di una mano impigliata nei suoi capelli e dall'improvviso rumore di passi che aveva inondato il silenzio della stanza. I suoi occhi si aprirono lentamente irradiati dalla luce del sole; si sentiva stordita, le faceva male la spalla e anche la testa.

Ci vollero cinque minuti prima di rendersi conto di dove si trovasse, di mettere a fuoco le immagini intorno a sé e capire che stava succedendo. Della sera precedente ricordava solo che era tremendamente stanca, aveva poggiato testa sul letto e aveva chiuso gli occhi e, dai suoi muscoli indolenziti, dedusse che non avesse fatto una bella dormita.

Si risollevò sbattendo leggermente gli occhi e riconobbe le colonne di legno dell'infermeria e le sue tende bianche, poi il suo sguardo fu catturato dalla presenza di qualcuno che la fissava intensamente: i suoi occhi di un vivo azzurro la scrutavano attentamente, le labbra erano incespicate in un lieve sorriso, le guance arrossate e la testa portata di lato.

:-ehi-: fece Jason dal suo lettino sorridendo e continuando ad accarezzare delicatamente la testa della sua ragazza. Piper scattò in piedi in fretta e gettò le braccia al collo del ragazzo; Jason soffocò una risata stringendo Piper a sua volta e cercò anche di mascherare il lieve gemito che la ragazza gli aveva procurato premendo sulla sua spalla ferita.

:-ehi-: fece Piper a sua volta una volta allontanatasi e avendo posizionato le mani sul volto del ragazzo. Era pallido, decisamente pallido, i suoi occhi non avevano ripreso del tutto colore, ma alla ragazza non importava, le bastava che fosse vivo.

Poi d'improvviso si ricordò: la sera prima aveva rinunciato al consiglio di Will di andarsi a riposare e farsi una bella dormita e aveva deciso di restare insieme a Jason tutta la notte per vegliare su di lui, ma si era addormentata con la testa sul suo letto in una scomoda posizione. Si ricordava anche il volto del ragazzo svenuto in quel lettino bianco, la sua ferita che sanguinava e la sua espressione contratta in una smorfia di dolore, molto diversa dal sorriso che aveva quel giorno.

:-come stai?-: chiese subito Piper preoccupata; Jason sorrise ancora.

:-ora che ti ho visto...bene, molto bene!-: la ragazza sollevò gli occhi al cielo contenta: era felice che il suo ragazzo fosse in grado di fare battute anche con una ferita alla spalla, la faceva star bene vederlo sorridere.

Poi il ragazzo si sollevò lentamente, posizionò una mano nei capelli di Piper e la baciò. Fu un bacio a fior di labbra appena percettibile, ma che Piper desiderava tanto.

Aveva passato ore in eterna preoccupazione per il ragazzo, aveva visto come quel toro se l'era presa con lui, come l'aveva ridotto e di come la figlia di Apollo era piombata nel bel mezzo di una riunione per avvisarle che né lui né Calypso stavano bene; non che non si fidasse delle mani di Will, assolutamente, ma sicuramente in quel momento era molto più rilassata. Come aveva già detto, vederlo sorridere le faceva bene.

Il ragazzo si guardò intorno lievemente confuso, come a rendersi conto solo in quell'istante di essere in infermeria.

:-quel toro mi ha messo proprio KO!-: scherzò il ragazzo facendo ridacchiare Piper. La ragazza scosse la testa.

:-forse-: rispose :-ma tu sei più forte-: gli passò una mano tra i capelli biondi e lo baciò di nuovo.

:-sono stato davvero l'unico a finire in infermeria?-: chiese serio quella volta. Piper non poté fare a meno di ridacchiare.

:-no-: disse dopo :-anche Calypso se l'è vista male e...-: e in effetti in quel momento non la vide: ricordava perfettamente di averla vista beatamente dormire nel letto accanto a Jason la sera prima, così come aveva visto Will risanare in fretta la ferita che aveva sul fianco, ma, voltandosi in quel momento, trovò il letto vuoto e disfatto. Che Will l'avesse dimessa mentre lei dormiva? Che se ne fosse andata senza che se ne fosse accorta? Piper non lo sapeva e di conseguenza si limitò ad alzare le spalle confusa.

𝓘𝓵 𝓯𝓪𝓽𝓸 𝓭𝓮𝓲 𝓯𝓾𝓸𝓬𝓱𝓲 𝓲𝓶𝓶𝓸𝓻𝓽𝓪𝓵𝓲 𝓭𝓲 𝓞𝓵𝓲𝓶𝓹𝓪-𝓟𝓙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora