Capitolo diciotto.

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Keigo's pov.

Io.. me ne sono andato lasciandola lì da sola dopo che le sue parole mi hanno ferito nel profondo. Non è colpa sua se ha detto quelle cose e ne colpa di quella stronza di Akari.. ma di quello che sentiamo dentro di noi, nella nostra mente, nel nostro cuore affranto dai sensi di colpa. Miki non provava questi sentimenti, però.. ha aperto gli occhi e si sentiva distrutta. Aveva paura che Himiko non l'avrebbe più guardata in faccia. Un pò.. me lo aspettavo che sarebbe finita così e fa malissimo, sto cercando di trattenere il più possibile le lacrime. Però grazie a lei, ho passato il miglior 28esimo compleanno della mia vita, grazie Miki.. grazie davvero. Anche stavolta.. devo lasciarla andare, anche stavolta devo pensare di vivere la mia vita. Per quanto siamo simili io e lei e per quanto abbiamo quella connessione mentale chiamata complicità.. non saremo mai destinati a stare insieme. Noi abbiamo pronunciato parole e frasi che non si avvereranno mai, fanculo.. erano solo sogni. Cazzo.. è così frustrante e quel groppo in gola si fa sentire, no.. io non piangerò, l'ho promesso a mia madre il giorno in cui mi ha lasciato con una lettera.

-Non piangere tesoro, ok?- Questa frase.. l'avevo scartata totalmente, sono scoppiato in un fiume di lacrime stringendo quel pezzo di carta tra le dita, però.. da quel giorno non ho fatto uscire neanche una lacrima, rimango con questo sguardo freddo e distaccato, con questi occhi che all'apparenza sembrano intrisi di arroganza ma allo stesso tempo sono dolci e fragili. Voglio essere forte e andare avanti anche se.. è difficile perchè vorrei andare da lei e stringerla tra le mie braccia, farla sentire speciale e amata. Non posso, vero? No.. ormai è andato tutto a puttane, non si possono comandare il cuore e la mente, bisogna rispettare le loro scelte ed essere consapevoli che è finita del tutto.

"A-ahi.. cazzo che dolore." Mi guardai la mano un pò arrossata. Il mio collega mi guardò in modo strano facendo una piccola risatina. "Si può sapere a cosa stai pensando?" Domandò sghignazzando. "A-a nulla.. capita di bruciarsi mentre si frigge, no?" Per ora è capitato solo a me, che razza di sfiga. "Mh.. ci credo poco." Io sospirai appena e misi la mano sotto l'acqua fredda. Di solito al fast food dove lavoro servo soltanto i tavoli, però visto che sono arrivato in ritardo.. il capo come punizione ha deciso di mettermi a lavorare in cucina friggendo patatine, dopo dovrò farmi una doccia, la puzza di fritto è vomitevole. "Cerca di stare attento altrimenti il capo ti fa il culo a strisce!" Io feci un altro sospiro. Il nome del mio collega qui presente è Mike, un ragazzo molto più alto di me e muscoloso, infatti si allena tutti i giorni della settimana compreso il week-end, i suoi genitori sono di New York e lui è nato e cresciuto lì però si è trasferito qui a Tokyo, non so il motivo della sua scelta.. non ho voluto approfondire. Per quanto riguarda il suo carattere.. posso dire solo che è l'opposto di me, estroverso e socievole.. è stato lui a sbloccare la mia timidezza il primo giorno di lavoro. "Senti.. che fai a capodanno?" Cambiò un attimo argomento. "Non ho piani, credo che me ne starò a casa." Risposi. "Quanto sei noioso.. io sto organizzando una festa nella mia villa e sei invitato anche tu." Mi sono dimenticato di dire che lui vive in una meravigliosa villa con piscina, dove organizza sempre festini, io ci sono stato solo una volta insieme ad Himiko, non mi piacciono le feste in cui si beve. Anche qui.. non ho voluto approfondire il motivo per il quale essendo così ricco, lavora in un fast food però mi viene da pensare che è ancora mantenuto dai suoi genitori. Forse è meglio che mi faccia i cazzi miei. "Ovviamente puoi portare chi vuoi, anche la tua ragazza.. è da un pò che non la vedo." Neanche lui lo sa. "Non lo è più." Lui sbarrò di poco gli occhi. "A-ah capisco." Non disse altro, si limitò a guardarmi con quell'espressione stupita. "Beh alla festa verranno comunque ragazze che--" "sono innamorato di un'altra persona e voglio esserle fedele." Lo interruppi. Ho capito che questo qui.. di carattere è simile ad Obi, anche lui pensa a rapporti occasionali. "Puoi portare questa persona allora." Vorrei.. vorrei davvero. "I-il fatto è che--" Interruppi la mia frase non appena sentì il mio telefono vibrare nella tasca dei jeans. "Coprimi un secondo, ok?" Mike annuì ed io uscì fuori dal fast food con il telefono in mano. "Numero sconosciuto." Chi sarà? Mh.. spero non i soliti deficienti che fanno scherzi telefonici. Lo lasciai squillare per tre volte decisi di rispondere. "Pronto?" Risposi con una tale freddezza. Silenzio tombale per un secondo. "K-K-" Con quella lettera ripetuta due volte, il mio cuore iniziò a pompare nel mio petto. "Miki.. sei tu?" Era lei.. l'ho riconosciuta anche con la voce smorzata dal pianto, sembrava soffocare. Ancora quel silenzio abissale. Le sarà successo qualcosa? Perchè non risponde? "Hey?" Miki.. parla. "Torna da me." Misi giù la chiamata e rimasi a fissare il telefono stringendolo tra le dita. Aveva ancora quella voce soffocante, a malapena riusciva a parlare. Miki, che hai? Che ti è successo? Vuoi davvero che io torni da te dopo che me ne sono andato per la seconda volta lasciandoti da sola? Aaaa basta con le domande paranoiche, era lei al telefono ed ha bisogno di me, devo andare. Non voglio lasciarla piangere in quel modo e quando dicevo di voler vivere la mia vita senza di lei, erano tutte stronzate e so che anche lei la pensava così anche se questa volta.. stare lontana da me è stata una sua scelta. Io non ho insistito anche se avrei voluto però adesso sono pronto a riprendermela e non lasciarla più andare via.

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