Capitolo uno.

52 2 2
                                        

"Himiko io vado!" Urlai. Perchè non risponde? Quella disgraziata starà cazzeggiando come suo solito. Dai voglio sperare che stia con la faccia sui libri invece. Mi avvicinai alla porta della sua camera e provai a vedere attraverso lo spioncino. Non c'è? Che strano fino ad un attimo fa era-- "perchè mi spii?" Feci un salto, lei era proprio dietro di me. "Volevo solo sapere cosa stessi facendo visto che non ti sei degnata di rispondere." Mi girai verso Himiko e feci un altro salto, minchia sembrava uscita da un film dell'orrore. "Ero al bagno a farmi una di quelle maschere per il viso alla banana, ho sentito dire che rendono la pelle liscissima." Si toccò il viso con una mano. "E da chi?" Domandai alzando di poco il sopracciglio. Lei prese il telefono dalla tasca e mi fece vedere una pagina instagram che sponsorizza creme e maschere per il viso. "Dovresti provarla anche tu." Continuò a scorrere le foto di quella page. "No aspetta, forse hanno anche qualcosa per farti crescere di altezza." Si mise a ridere. "Idiota." Risposi freddamente. "Cerca qualcosa per farti sembrare meno scema." Ribattei. La nostra routine è composta da prese in giro costanti. "A parte gli scherzi, ne vuoi un pò? Guarda che la tua pelle sarà liscia come quella di un bambino!" Continuò poi. "No grazie, sto bene così." Risposi. "Ok come vuoi.. però non chiedermi di prestartela perchè non lo farò." Fece un ghigno e filò dritta in bagno per togliersi quella cosa dalla faccia, lasciando la porta aperta. "Non succederà mai." Risposi ricambiando il ghigno. "Comunque.. cosa hai detto prima?" Domandò lei. "Che sto andando al locale." Guardai l'orario sul telefono. "Cazzo è tardissimo, devo andare." Posai subito il telefono in tasca, mi avviai verso il salotto e presi il giacchetto dall'appendiabiti. "Ciao amica forse dopo faccio un salto per prendere un drink." Mi urlò dal bagno. "Meglio di no che domani hai l'università, al massimo mi aiuti a servirli!" Le risposi. "Non ci penso neanche." Aaahh invece di aprire la porta di casa ed incamminarmi sono ancora qui, sarà meglio andare altrimenti chi lo sente il capo.

Se ve lo state chiedendo, si abito da sola.. o meglio, con la mia migliore amica Himiko. La mia situazione familiare non era delle migliori, problemi economici, entrambi i miei genitori disoccupati e nella merda più totale. Vivevamo al buio per non pagare le bollette della luce e quella situazione era insostenibile, non ce la facevamo più a vivere in quel modo. Non appena compì 18 anni iniziai a cercare un bel lavoretto, volevo aiutarli a tutti i costi e bene o male quello che guadagnavo riusciva a coprire tutte le spese. Facevo la commessa al negozio vicino casa anche se come lavoro non mi piaceva tantissimo, il mio capo era scontroso e quando era nervoso non gli potevo rivolgere la parola, un giorno lui decise di licenziarmi e la situazione tornò ad essere la stessa. Purtroppo dove abitavo io, ad Okinawa.. non c'erano molte offerte lavorative, ogni volta che provavo a chiedere se ci fosse un posto di lavoro per una ragazza di 18 anni appena diplomata sapete cosa mi rispondevano? Mi dispiace signorina.. ma siamo già al completo, quella frase detta con arroganza. Dopo mille ricerche ho trovato un altro lavoro come venditrice di manga e CD, mi piaceva tantissimo perchè ho sempre avuto la passione per i fumetti anche se l'ho sempre tenuto nascosto, anche questo fa parte del mio carattere introverso, le passioni le tengo nascoste come i sentimenti. Fatto sta che mi sentivo proprio bene immersa in quel profumo di manga nuovi e mi piaceva dare consigli alle persone che avevano intenzione di iniziare a leggerli. Beh sapete come è andata a finire? Esattamente come il primo lavoro e sapete perchè? Sempre per il mio capo, per la sua arroganza.. per la sua schiettezza. Ho sempre odiato quella cittadina proprio per il comportamento delle persone, mi trattavano a pesci in faccia mentre io mi facevo il culo per i miei genitori. Non mi sono mai arresa e continuavo a cercare.. cercare e cercare ma non trovavo nulla, ricevevo sempre quelle risposte di merda. E così.. quando compì 21 anni me ne andai di casa, mi ero stancata di quella situazione, mi ero stancata di stare al buio, di non avere corrente e di mangiare solo riso portato da mia nonna il fine settimana. Ancora oggi mando dei messaggi ai miei genitori scusandomi per averli lasciati da soli ma loro dicono sempre di essere fieri di me e mi ringraziano ogni volta che gli mando quei soldi che guadagno per posta e con un pò di denaro che avevo guadagnato in passato, sono riuscita a permettermi una casa qui a Tokyo a buon prezzo.

Complicità.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora