Capitolo ventotto.

4 0 0
                                    

"H-Himiko.." era proprio lei, la persona che mi aveva fermata dal farmi del male ancora una volta, la persona che stringeva il mio polso e mi guardava con occhi freddi e un pizzico di disperazione. "Cosa pensavi di fare?" Non sapevo neanche come rispondere a quella domanda, rimasi a fissarla mentre lei pian piano ammorbidì il suo tocco. "Volevi porre fine alla tua vita così di punto in bianco?" Neanche qui risposi, distolsi lo sguardo. "Ma non ci pensi alle persone che ti vogliono bene davvero? Non ci pensi alla vita che hai davanti?" Poggiai la schiena al muro freddo del bagno puntando lo sguardo verso lo specchio. "Quale vita? So solo distruggere ciò che amo." La mia voce tremava come le mie mani, come il mio cuore appena pugnalato dalla risposta che avevo appena dato. "E allora vuoi distruggere te stessa? Miki tu sei sempre stata una persona forte e ti ho ammirata per questo, si può sapere cosa hai nella testa?" Un uragano di sentimenti negativi, ecco quello che ho. "E' vero, ho detto di odiarti.. ma solo perché mi sono fatta sopraffare da quello che provavo e mi sentivo privata della felicità." Tutto è iniziato dalla morte di sua madre e Keigo.. è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. "Pensavi davvero di odiarmi?" Quando la vidi annuire, per un attimo sentì un'altra crepa nel mio cuore ma quando notai che sulle sue labbra era spuntato un piccolo sorriso, quel dolore sparì quasi completamente, perché sta sorridendo? A cosa sta pensando in questo momento? Non disse più nulla, voltò direttamente i tacchi e mentre stava per uscire da quella stanza, si bloccò. "Perché sei tornata qui?" Mi guardò con la coda nell'occhio. "Sentivo che tu avessi bisogno di me, è come se una vocina dentro la testa mi avesse avvertita." Si girò verso di me. "In fin dei conti, quando ho perso la mamma tu ci sei sempre stata per me." Himiko.. non è vero, ho preso solo il tuo dolore. Mi avvicinai a lei e le presi la mano, non ricambiò la stretta e a me andava bene così, volevo solo sentire la sua presenza.. ancora di più, volevo sentirla vicino a me. Quando lei la lasciò ed un attimo prima che uscisse definitivamente da quella stanza, pronunciò delle frasi che mi colpirono profondamente.

"Scusa per tutto, per il mio egoismo nei tuoi confronti, per il mio odio e senso di inferiorità, scusa se mi sono allontanata da te senza che ti sentissi pronta a dirmi quello che provavi, scusa per averti preso a schiaffi, scusa per le molestie, scusa per il mio orgoglio, scusa per il mio finto sorriso, scusa per il tipo di persona che sono diventata e soprattutto.. scusa se non sono stata capace di accettare il tuo amore per Keigo." Quel minuto sorriso c'era ancora però poi.. si spense. "E' proprio per questo che non voglio più ricominciare con te, mi sento una merda e non ho neanche il coraggio di guardarti negli occhi dopo quello che ho fatto, sono venuta qui anche per lasciarti andare completamente e mettere un punto una volta per tutte." Cosa? No.. "ma che stai dicendo? Himiko io ti ho sempre voluto bene e per me sei come una sorella, per favore non—" "una sorella che non potrà mai accettare la tua felicità, quella che prima apparteneva a me." Interruppe la mia frase, quel sorriso affranto, i suoi occhi color castagna molto spenti e cupi, la serietà con cui pronunciava quelle frasi. "E' meglio così per entrambe non credi?" Mise una mano sul mio petto, all'altezza del cuore. "Questo appartiene a Keigo adesso, non c'è posto per me." Non riuscì ad ingoiare la saliva, non riuscì a fare uscire altre lacrime e la mia mano.. stava ancora tremando. "Invece si cazzo, anche se non riesci ad accettarlo è così complicato rimanere al mio fianco? E' così complicato che io resti al tuo fianco? Ma non avevi detto che qualsiasi cosa fosse successa, saremo rimaste unite fino alla fine e non ci saremo mai separate? Erano tutte stronzate?" Quando eravamo il trio di ragazzine felici e spensierate, avevamo fatto questa promessa ma a quanto pare, è stata scartata completamente. "Io te e Momo." Sbarrò gli occhi non appena sentì l'ultimo nome. "Eravamo delle ragazzine, adesso siamo adulte e dobbiamo pensare a quello che è giusto per noi Miki, tu hai scelto questa vita, adesso tocca a me." Quello che sentiamo nella nostra mente distrugge quello che si ha nel cuore, io volevo rimanesse, volevo che accettasse la mia felicità e la persona che sono diventata mentre lei tutto il contrario, oramai quel briciolo di speranza è svanito completamente e non tornerà indietro.. mai più mai più mai più. "Sarò sempre qui." Semmai dovesse tornare da me, semmai dovesse fare quel passo indietro che tanto speravo, io non le volterò le spalle. Avvolse le sue braccia attorno a me senza stringermi forte come faceva prima, senza farmi mancare il respiro perché era l'ultimo abbraccio prima di dirmi: "addio Miki e mi raccomando.. non farti più del male." Raggiunsi la porta di casa non appena la sentì sbattere, stavo per aprirla nuovamente ma la mia mano si bloccò sulla maniglia, l'abbassai piano e poi la lasciai completamente, rimasi inerme a fissare la porta. "Keigo, prenditi cura di lei." Sentì queste fredde parole dall'altra parte e con uno scatto riuscì ad aprirla. Avanti a me c'era il mio ragazzo mentre girata di spalle e bloccata a metà strada con i pugni chiusi, c'era la mia migliore amica. "Himiko.." Pronunciai il suo nome più volte ma lei non si voltò, continuò a camminare fino a svanire nel nulla.

Complicità.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora