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Sono le 8:00 del mattino e appena sentii le sveglia, mi venne l'istinto di rimandarla di 5 minuti come faccio sempre, ma stavolta scattai in piedi perché mi ricordai del mio 'appuntamento'. Mi stropicciai gli occhi e mi stiracchiai per almeno 5 secondi poi mi diressi in bagno e feci una bella doccia calda. Stamattina a Parigi era molto nuvoloso e faceva anche molto freddo per cui, entrata in doccia, rilassai tutti i muscoli e potei per un attimo dimenticarmi di tutto e di tutti.
Dopo venti minuti abbondanti, uscii dalla doccia e mi asciugai i capelli. Non era mia abitudine lavarmi tutte le mattine in Italia, ma qui sono praticamente costretta dalla mancanza del bidet. Scelsi con fatica cosa indossare, qualsiasi cosa sembrava non all'altezza. Ma in fondo dovevamo andare in un bar.
Scelsi di andare con un pantalone e un giubbino crop nero. Solo quando mi svestii capii quando facesse freddo.
Lasciai i capelli sciolti e li piastrai e feci un trucco abbastanza semplice.

@Elizabeth_Sanchez's

@Elizabeth_Sanchez's

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📍Paris, France.
Oggi a Parigi si gela❄️

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Dopodiché aspettai solo che arrivasse Neymar. Non nego che ero molto agitata, non sapevo come avrei dovuto comportarmi, se dovevo continuare ad essere fredda ed acida oppure gentile. Mi comporterò esattamente come lo farà lui: se si comporterà male con me, farò lo stesso, e viceversa.
Il momento più temuto arrivò, sentii suonare il campanello e mi precipitai giù ad aprire. Anche lui era ben coperto e mi rivolse uno dei suoi sorrisi più belli che ricambiai. Quasi tremava per il freddo, nonostante cercasse di nasconderlo.
"Vuoi entrare prima?" chiesi, adesso il mio sguardo si era poggiato sul suo naso tutto rosso. "Posso? Davvero non mi aspettavo tutto questo freddo" rise imbarazzato. Almeno non ero l'unica a esserlo.
"Certo che puoi. Melissa si sveglierà minimo alle 11:30" guardi l'orologio da polso che avevo indossato per uscire.
"Ah, c'è Kylian?" domandò guardandosi intorno. "No. Non viene sempre qui" spiegai, e mi sembrò tranquillizzato.
"Appoggia pure qui" indicai l'attacapanni posto all'ingresso. Posò il cappotto lì e si sedette sul divano. Intanto mi diressi in cucina a preparargli un tè, molto caldo. Non gli chiesi se lo voleva, ma da fan sfegatata sapevo quanto gli piacesse. Versai il liquido fumante in una tazza, la più bella che avevo e gliela porsi. Lui si scaldò le mani poggiandole ai lati della tazza, dopodiché bevve. Modestamente il mio tè era imbattibile.
Mi trovai in imbarazzo adesso che si sentiva soltanto il rumore del liquido che scorreva nelle nostre bocche. Eravamo l'uno di fronte l'altro e mi bastò poco per capire che non saremo usciti con questo freddo. "Potevi anche evitare, visto il freddo" dissi stringendomi nel maglioncino. Avevo messo qualcosa più di casalingo, visto che non saremo più usciti.
"Tranquilla, nonostante stia qui da tanto tempo, devo ancora abituarmi al freddo di Parigi" fece il mio stesso gesto.
"Come posso capirti, in Italia, almeno nel sud, non si raggiungono mai temperature così basse" spiegai. "Mi sembra di capire che vieni dal sud" bevve l'ultimo sorso. Annuii orgogliosa della mia provenienza. "Napoli" continuai. Lui fece un sorriso. "Bello lì, eh" rispose e io annuii ridendo. Mi spiegò che non ci era mai stato, ma che ci aveva pensato più volte. "Sarebbe buono, insomma anche per tuo figl-" mi bloccai. Non doveva sapere che anni fa era una sua fan sfegatata. "Oh, lo sai" sorrise, probabilmente aveva capito tutto.
"Hai una vita pubblica, tutti lo sanno" cercai di giustificarmi. "Vero, dimenticavo." rispose abbassando lo sguardo. "C'è qualcosa che non va?" chiesi notando il duo atteggiamento.
"No, è solo che mi piacerebbe essere una persona normale, a volte. Insomma, conoscersi e potersi presentare col proprio nome, senza che gli altri lo sappiano già. È difficile da spiegare" si aprii con me, e lo apprezzai molto.
"Lo penso anche io. Ma dai, ammetti che è bello avere tutte quelle fangirl appresso" risi per sdrammatizzare, nonostante fosse un argomento serio.
"Tipo te" rispose. "Ti piacerebbe" ribattei. "Fan di Kylian, mi dispiace" alzò le mani in segno di resa e rise.

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