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Neymar;
Mi svegliai a causa della luce che penetrava nonostante le persiane chiuse. Per i primi secondi dal mio risveglio non ricordai granché, come normale al mattino, ma quando mi girai mi venne in mente il ricordo di quella sera. Adesso mi restava solo da capire cosa eravamo, fidanzati o no. Glielo avrei chiesto, ma per il momento volevo vivermi i suoi sorrisi, i suoi abbracci, le sue carezze, i suoi occhi e i suoi baci.
Solo l'idea di non poter averla con me tutti i secondi della mia vita mi terrorizzava, e non sto scherzando. Se potessi, la porterei sulle spalle in qualunque posto in cui io vada, sempre se fosse disposta a seguirmi.
Ad interrompere questi miei pensieri fu proprio lei: la ragazza che non mi aveva fatto capire niente in pochi giorni. Si era svegliata.

Poi lei si rigirò su un fianco, posò il capo sul mio braccio. La guardai.
Tutto il cielo e la terra si specchiavano nei suoi occhi. Seguitammo a guardarci. Mi pareva che avrei potuto annegarci nei suoi occhi. Poi l'accarezzai sul viso, ci baciammo, la trassi a me.
La strinsi.
Con l'altra mano le frugavo fra i capelli. Fu un bacio d'amore, un lungo bacio di puro amore.
(Charles Bukowski)

Mi sorrise, la mattina era così al naturale. Quel viso era così innocente e allo stesso bellissimo. Dovevo finirla di essere così sdolcinato, ma era quello che desideravo da tantissimo tempo, nonostante non lo dimostrassi.

So che la domanda porge spontanea, perché non ho fatto il primo passo? mi sembrava troppo presto, ma appena ha pronunciato quelle parole ieri sera capii che le mie erano solo paranoie, per evitare di sbagliare. Per evitare un rifiuto. Avevo sempre pensato che potesse esserci qualcosa tra noi, ma mi fermava il fatto che abbiamo culture e abitudini diverse: io sono famoso, so come ci si comporta con i paparazzi, lei no. Non potremo stare sempre in casa, e deve aspettarsi che quando non lo faremo, sarà assalita da giornalisti folli.
È il mio lavoro, e forse non ci ha mai pensato. Questi pensieri mi portarono una certa malinconia, temevo che non potesse accettare questo stile di vita non molto semplice.
"A cosa pensi?" mi chiese e abbassai il capo per guardarla, "niente amore, niente" la rassicurai, e vidi nella sua espressione lo stupore per come l'avevo chiamata.

Elizabeth:
Mi aveva chiamato amore, cosa normale pensereste. Ed invece no, per me no. Non sono stata chiamata così per due anni interi, che sono sembrati una vita, e l'unica persona che l'ha fatto è stato il mio primo grande amore, che mi ha fatto smettere di credere nell'esistenza di questo sentimento.
La seconda persona, è stato colui che mi ha fatto riconquistare la fiducia in esso.

La sua faccia era ancora assonnata, chissà se anche lui abbia fatto fatica ad addormentarsi ieri sera, per via di tutto l'accaduto, come me. Non è stato il nostro primo bacio, anzi. Ma è come se lo fosse stato, perché è il primo che ci siamo dati consapevoli dei nostri sentimenti.
Diversi quesiti mi sorsero in mente: cosa eravamo adesso? come ci saremo dovuti comportare?
Di sicuro, non ci saremo detti come all'asilo: 'vuoi essere la mia fidanzata?', l'avremo capito con i gesti, cosa che aveva bisogno solo di tempo.
Non ero pronta a dirgli che l'amavo, non è una parola che si dice tutti i giorni. Quando sarò pronta, allora lo capirò dal fatto di non aver paura di mostrare il 100% di me stessa, di aver dato tutta me a lui. Per adesso, mi godrò il momento.

Decisi di alzarmi, sotto lo sguardo di quello che dovrebbe essere il mio ragazzo e quando me ne accorsi fece uno dei suoi sorrisi più belli. Come ho fatto a resistergli per tutto questo tempo, ancora non lo so.
"Vado a farmi una doccia" dissi prendendo l'intimo pulito. "Posso venire con te?" chiese ridendo, e con lui anche io. Però non sarebbe stato una cattiva idea.
Alzai le spalle facendogli la linguaccia e chiudendo la porta a chiave, erano le 7:00 e dovevano andare all'allenamento e io a lavoro.
"Vai a svegliare quei due" urlai sperando che mi sentisse dall'altra parte della porta, e a quanto pare così fece.

Uscii dal bagno una mezz'oretta dopo, avevo indossato un leggins e una maglietta visto che oggi faceva abbastanza caldo. Appena uscii Neymar rimase di stucco: ero brutta? Rimase a fissarmi per qualche altro istante e io feci finta di non accorgermene.
"Ely" mi chiamò e mi girai a guardarlo negli occhi. "Dimmi" risposi. "A lavoro, beh con quel Jacob, cosa c'è tra voi?" chiese e rimasi stupita dalla domanda, era chiaro, se ci fosse stato qualcosa perché gli avrei dichiarato i miei sentimento? Risi e scossi il capo, dandogli una risposta negativa.
"Per favore non fare cazzate, vestita così" mi raccomandò. Mi dava per una poco di buono? rimasi ancora più stupita, ma per non fare storie già di prima mattina non replicai, o almeno non lo feci con le risposte che avrei dato di solito. "Ti sembro una che può fare cazzate?" chiesi cercando di nascondere il fastidio.
Sembrò pensarci su, e quell'esitazione mi uccise. "No, tu no. Ma gli altri sì" alzai le spalle e girando i tacchi mi avviai nella camera della mia amica, avevo un paio di cosette da raccontargli.

"Buongiorno bellezza" la salutai ironica e lei si stropicciò freneticamente gli occhi. "Giorno, è presto uffa" sembrava proprio una bambina, ridacchiai e le raccontai tutto.
"Finalmente, sono tantissimo contenta per te" mi rispose e sapevo che quel che diceva fosse vero, solo che non è mai stata di molto parole al mattino.
"Anche io devo dirti una cosa..." arrossì e mi preoccupai, gli chiesi di andare avanti. "Ieri sera, ci eravamo addormentati e quando ci siamo svegliati, non vi abbiamo visto e pensavamo che stavate dormendo. A quel punto è successo: ho scopato con Kylian Mbappe" sussurrò le ultime parole, in effetti sotto le coperte era nuda ma me ne resi conto solo in quel momento.
Mi coprii la bocca con le mani e feci un urletto, ero così felice. In fondo, non stavano male insieme.
"A te piace?" chiesi e lei parve pensarci su, un po' troppo.

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