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Elizabeth:
"Elizabeth..." sussurrò Kylian per non svegliare Melissa che dormiva beatamente vicino a lui. Mi girai di scatto visto che stavo per addormentarmi anche io e, dentro di me, un po' lo maledii per avermi rubato questa occasione. "Ti piace?" sapevo a chi si riferiva, e tanto meno volevo fare la finta tonta chiedendogli chi intendeva. Solo che era tutto così complicato, da quando riuscire a rispondere sinceramente sui tuoi sentimenti è così difficile?
"No Kylian. Siamo amici anzi nemmeno ci possiamo definire così" poi mi balenò in testa il ricordo di quel bacio.
"Ehm... Kylian" lo richiamai arrosendo leggermente. "Quando Neymar ti ha raccontato del bacio a casa mia" iniziai ma non trovai le parole giuste visto che ero un'incoerente come poche. "Ecco... ti ha espresso qualche parere?" gli stavo praticamente chiedendo se a lui fosse piaciuto, sperando che cogliesse.
Diventò un po' nervoso e il suo sguardo si posò su Melissa che dormiva. "Mi ha detto che era successo. E basta" mi rispose lui. Non seppi dire se ero felice o triste di questa risposta, sicuramente una marea di pensieri adesso galleggiavano nella mia mente.

Ci avviammo verso le camere da letto, quando sentii una voce alle mie spalle che mi fece sobbalzare, per lo stesso motivo precedente. "Posso dormire con te?" Ero di spalle, ma potevo percepire l'imbarazzo e allo stesso tempo, però, l'innocenza con cui diceva quelle parole. Gli amici dormono insieme, no?
Acconsentii anche perché ero stanchissima e non mi andava di protestare o cose simili. Si poggiò sul letto e gli diedi una felpa che a me stava grande, ma forse sarebbe stata comunque troppo piccola per lui, che avevo comprato in un negozietto qui vicino che non effettuava cambi. La guardò un po' stupito. "È l'unica larga che ho" dissi stiracchiandomi per poi immergermi nel profumo delle coperte.
Tornò con indosso la mia felpa e devo ammettere che gli calzava a pennello, gli stava solo un po' corta. Forse un po' troppo. Ma tanto aveva i boxer sotto e io non avrei mai osato sbirciare.
"Eli" mi richiamò, quanto pare stasera non vuole farmi dormire. "Sì?" gli chiesi senza nemmeno aprire gli occhi.
"Non te ne andrai vero?" si riferiva al mio ritorno in Italia, prima o poi sarei dovuta andarmene.
Il sonno d'un tratto scomparve, sarei partita? Qui stavo così bene, ma avevamo programmato il soggiorno qui per un mese. Non di più. Effettivamente anche a me dispiaceva.
"No, non partiremo così presto" risposi decisa, forse anche per mettere fine a questa conversazione e per iniziare a dormire, finalmente.
Fece un verso di felicità e poi mi abbracciò e inevitabilmente mi si formò un sorriso in volto. Poi mi baciò la guancia, fino ad arrivare all'angolo della bocca. L'aveva proprio sfiorate ma al suo tocco mi si formarono dei brividi lungo la schiena. Kylian mi stava quasi per baciare? Lui parve non darci peso e si girò a dormire. Mentre io faticavo a farlo.
Riuscii a dormire per un oretta circa e, visto il mio sonno leggero, fui svegliata dal suono di una notifica. Per chi mi conosce sa che ebbi maledetto prima il telefono e chiunque mi abbia mandato quella notifica, poi me per non aver messo il silenzioso e poi tutti i santi. Dopo ciò, decisi di alzare un po' la persiana, tanto erano le 2:00 e c'era solo la luce della luna. Proprio quella volevo vedere. Una cosa così banale ma così romantica allo stesso tempo, chissà se un giorno la vedrò con la mia anima gemella al mio fianco.
Alcuni studiosi dicono che ognuno ne ha una, io invece penso che per me l'universo abbia destinato solo i cani. Meglio di niente, no?
Mi affacciai alla finestra, prendendo una vestaglia visto che faceva abbastanza freddo specialmente fuori di notte. La osservai per bene e se avessi avuto il telefono con me, gli avrei scattato una foto. Era la stessa luna che illuminava tutti i parigini, il mio paese e tutti i luoghi dove a quest'ora era notte. La stessa, una cosa fantastica, no?
Forse starà illuminando pure la mia futura anima gemella.

Sentii una mano calda toccarmi la spalle, mi girai e intravidi quel bel ragazzo mulatto guardare prima me e poi la luna. "Andiamo a dormire?" mi chiese con la voce ancora impastata dal sonno. "Hai fatto entrare un bel po' di vento in stanza, perciò mi sono svegliato" continuò. "E non ti fa bene se non vuoi prendere una polmonite" disse ridacchiando. Io feci, da buona italiana, subito le corna.

I raggi del sole battevano sulle mie palpebre che furono costrette ad aprirsi. "Buon giorno" dissi al vuoto, visto che Kylian non era di fianco a me.
Era quasi mezzo giorno e io avevo dormito fino ad ora. Andai in bagno e mi resi almeno decente e scesi le scale urlando il nome di Kylian.
"Non hai visto che ore sono? Se n'è andato, aveva allenamenti" mi rispose Melissa al quanto infastidita dalle mie urla che le avevano fatto cascare il telefono dalle mani.
Aspettai che si facesse un po' più tardi per pranzare direttamente nonostante se la colazione fosse di rito a casa mia.
Mi preparai una pasta con le zucchine e quel sapore mi fece ritornare di nuovo casa mia, riportandomi a quando esultavo perché la mamma aveva preparato qualcosa di buono, come la pasta e zucchine.

"Kylian mi ha quasi baciata, sulle labbra" ruppi il silenzio creatosi tra me e  Melissa.

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