25.

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Neymar;
Le avevo parlato, c'è l'avevo fatta. Anche se la odiavo quasi. Era impossibile che non capiva che Kylian le stava sotto? Non me l'aveva mai detto né lui né lei, ma questi occhi avevano visto. Avevano visto quelle mani sul sedere scoperto di Elizabeth, che mi avevano provocato una rabbia indescrivibile. Si faceva toccare così da un amico? Chissà quanti baci si erano dati, sulla guancia o meno. Possibile che continuava a mentire riuscendo a fingere così bene?
Mi infastidiva il loro rapporto, mi infastidiva che quando al campo la guardavo, lei si girava verso Kylian. Probabilmente il suo cuore era di Kylian ormai.
Mi infastidiva che continuasse a mentirmi, mi infastidiva tutto quello che riguardava lei e lui insieme. Non so il motivo. Non che mi piacesse perché era una ragazzina di 19 anni, e non era nemmeno famosa. Non potevo innamorarmi di lei.
Ma mi dava fastidio che quelle labbra, che si era posate spontaneamente sulle mie, potessero essere solo sfiorate da altri. Se aveva baciato me, non doveva essere di nessun altro.

"È solo molto affettuoso" mi aveva spiegato guardandomi dritto negli occhi. Una persona che sta mentendo non ti guarda dritto negli occhi, no? Cercavo di convincermi ma quelle immagini riaffioravano nella mia mente come in un film. Stavo per ribattere, probabilmente baciandola, ma quei due si presentarono dietro di lei.
Un altro segno: quando volevo fare qualcosa con lei, Kylian era sempre in mezzo. Significava che era sua, e non mia.

Me ne andai, a passo veloce. Dovevo ignorarla, fare in modo che non la vedessi nemmeno dipinta. Così da farmi passare questa cosa a cui non saprei nemmeno dare un nome.
Amore, mi suggeriva la mia mente.
Ma sapevo che non era così. Non poteva essere così. Ed anche se fosse, non potevo innamorarmi della ragazza di un mio amico.

Stavo per entrare nella mia macchina, quando sentii una voce femminile alle mie spalle. Una voce femminile quasi famigliare. "Ney" mi chiamò una volta, abbastanza da intuire che se non mi sarei girato stavolta, non l'avrei fatto mai più.
Mi raggiunse e aveva il fiatone. Mi girai e ci guardammo per due minuti abbondanti.
Possibile che i suoi occhi possano essere una dipendenza?
Il suo sguardo era fisso nel mio, guardava prima un occhio e poi l'altro. Era molto bella, ma forse non abbastanza per me. "C'è qualcuno che ti sta cercando lì" indicai alle sue spalle il suo 'amichetto' e Melissa che la guardavano interrogativi. Aspettai che si voltasse, ma non fu così.
Annuì, "lo so" mi disse con un filo di voce. "Per qualunque cosa, io ci sono" mi disse poi avvicinandosi al mio viso. Di cosa potevo aver bisogno? E pure se fosse, cosa poteva farmi lei?
Di solito, quando sono triste o sto male, scopo con una. Ma non penso che lei sarebbe disposta a farlo. La guardai confuso mentre avvicinava il suo viso al mio, non distogliendo lo sguardo.
Poi mi baciò sulla guancia, le sue labbra erano proprio come le ricordavo sulle mie. Delicate, intente a non sembrare invadente. Mi accarezzò con le labbra la mia leggere barba.
Fu un bacio ingenuo, e capii che non mi aveva mai mentito. Per tutto questo tempo.
Poi scese dalle punte, visto che era più bassa di me, e sorrise. "Grazie" sussurai. Lei si voltò e se ne andò dai suoi amichetti.

Misi in moto, con gli occhi quasi appannati. Non vedevo né i pulsanti della macchina davanti a me e nemmeno la strada. Soltanto lei, davanti ai miei occhi. Sbattei una mano sullo sterzo. Cazzo.
"Vieni a casa mia" dissi al telefono. "Ci divertiamo un po" continuai. Lei fece una risatina che non avevo mai odiato fino ad ora.
"Arrivo" mi disse.

Entrai in casa e aspettai che quella ragazza arrivò. Suonò il campanello e la vidi in tutta la sua bellezza. I capelli biondi le ricadevano sulle spalle e le incorniciavano il viso. "Ciao, Neymar" mi disse con la sua solita vocina sexy.
"Ciao, Sam" le risposi.
"Come stai?" mi chiese, come faceva sempre. "Dopo starò meglio" le risposi con la solita frase. Lei rise di nuovo e ci incamminammo nella camera da letto, poi sbattei la porta alle mie spalle.

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