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Mi svegliai sentendo un buonissimo odore di caffè nell'aria. Mi scoprii dal lenzuolo e mi diressi nel bagno, per poi andare in cucina e fare colazione con dell'acqua e qualche biscotto. Non mi andava di mangiare tanto, non sono mai stata una golosona e questo mi ha aiutato a mantenermi sempre in forma.
Corsi di fretta nel bagno e decisi di mettere una felpa che mi arrivava un po' più sopra delle ginocchia. Lasciai i capelli sciolti e misi un po' di correttore e mascara. Melissa non sarebbe venuta oggi al campo perché voleva andare a compare alcuni vestiti che le mancavano.
Non ero molto agitata, avrei rincontrato Neymar, è vero, però non si ricorderà del bacio. Eravamo entrambi ubriachi marci, forse lui più di me, e non poteva ricordare. O almeno credo.
Avrei preso un taxi, visto che la macchina serviva a Melissa.

"Buongiorno Andrew" salutai entrando in auto e sedendomi davanti, ormai eravamo una specie di amici.
"Ciao bellezza, parc de princes, vero?" mi chiese e annuii.
Nel viaggio parlammo del più e del meno, gli raccontai del lavoro, del mio ritorno in Italia e in generale di come stavo. Lui fece lo stesso, mi disse che stava studiando e che guidare il taxi gli serviva solo per poter mantenere gli studi e i corsi extrascolastici, come me, con il bar. "E quindi ho pensato ad un lavoro che sapessi fare bene. Guidare mi è sembrata l'opzione migliore" argomentò, ma in realtà non lo stetti molto a sentire, mi stava salendo un po' di ansia, soprattutto perché ero da sola, senza Melissa.

"Grazie, ciao Andrew" dissi uscendo dall'auto, chiusi la portiera con forza, forte troppa. Andai a passo veloce verso il campo. "Sì, ciao, ciao, buongiorno" dicevo mentre mi facevo largo tra tutta quella gente.
L'allenamento era iniziato da almeno 20 minuti, ma era un bene perché non volevo risultare accanita. Del tipo: mi sono trovata a passare di qua, e sono entrata.
"Christophe, tutto bene?" chiesi io mentre mi stringeva la mano, wow che formalità. "Abbastanza. Tu come stai?"
"Oh, molto bene" andai a salutare Kylian, che mi prese in braccio come al solito. "Scusa mister, vado a prendere dell'acqua, la mia è finita" sentii una voce alle mie spalle mentre si allontava. Era la voce di Neymar, che abbastanza velocemente e con i passi duri, che sembravano quasi essere quelli di un elefante, scompariva dal campo.
"Non dovevo venire" sussurrai nell'orecchio di Kylian, che mi aveva ancora in braccio. "No, sta tranquilla. Ha soltanto sete" cercò di rassicurarmi, ma non me la bevevo affatto.
Guarda caso proprio mentre arrivai la borraccia sparì e ha bisogno di bere? cazzate.
Tornai a sedermi, sotto lo sguardo di tutti, Kylian mi aveva alzato un pò la felpa, sotto la quale avevo solo l'intimo, ma ero sicura che non si fosse visto nulla a parte un po' di pelle in più.

"Non li ho visti così attenti dall'ultima volta che sei venuta" mi sussurrò l'allenatore all'orecchio mentre li guardava con l'indice sotto il mento.
"Sciocchezze. Sono sicura che sono bravi anche senza il mio 'supporto' " ridacchiai io, lusingata dalle parole di Christophe.
"Quanto manca? avrei un appuntamento" contunuai in cerca del mio telefono. "Poco, molto poco" mi assicurò l'uomo.
"A domani ragazzi. Non divertirvi troppo" rise l'allenatore mentre lasciava che i giocatori andassero negli spogliatoi.
Neymar era tornato, dopo essere andato a prendere l'acqua, e mi sembrò abbastanza normale, forse le mie erano solo paranoie inutili.

Ero nel corridoio, diretta verso l'uscita che mi avrebbe portato direttamente da Jacob. Ci saremo visti in un ristorantino di fronte la Torre Eiffel, niente di formale o elegante. Questo locale faceva tantissima buona pasta, ed ora che la mia pancia stava iniziando a farsi sentire, era davvero azzeccato.
Di fianco a me camminavano diversi giocatori, ma non ci feci molto caso.
"Dove corri?" mi chiese una voce, fin troppo famigliare.
"Devo andare in un posto, e sono in leggero ritardo" stranamente nessuna mano che sudava, niente farfalle. Caspita, andavo davvero di fretta allora.

Evidentemente parlai troppo presto, perché uno sciame di farfalle venne a far visita al mio stomaco subito dopo. Quando mi afferrò per il polso, una scia di brividi percorse il mio corpo, braccia, gambe, schiena, tutto.
"C-che fai?" eravamo molto vicini, e quasi parlavo sulle sue labbra.
"Non posso resistere, Elizabeth" azzerò la poca distanza rimasta tra noi, adesso eravamo solo io e lui.
Le sue labbra si posarono dolcemente sulle mie, mentre la sua presa continuava ad essere salda sulla mia mascella. Non mi interessavano le conseguenze, ne avevo bisogno anche io.
Iniziai ad approvare il bacio, e lui se ne accorse perché inizio a farlo con più passione, con una voracità famelica.
Quando ottenni sicurezza, poggiai le mie mani sul suo collo e sentii dei brividi percorrere la sua schiena. Gli facevo questo effetto?
Mi era difficile pensare o dire qualcosa di sensato, si sentiva solo il rumore dei nostri corpi vicini, delle nostre labbra e di qualche calciatore che, passando, ridacchiava.
Il suo corpo premeva sul mio, facendomi battere contro il muro. Senza mai staccarci, non sapevo per quanto saremo andati avanti, ma per quanto mi riguardava, anche per sempre.
Chiese accesso alla lingua, glielo permisi e le nostre lingue danzavano insieme. Il suo corpo sudato avvolgeva il mio, Dio. Menomale che era sudato, non avrebbe fatto lo stesso effetto se non lo fosse stato.
Fu un bacio ricco di passione e sentimento e allo stesso tempo molto romantico. Le mie dita sfioravano i capelli e sentii che gli piaceva.
Le sue mani, che mi sembravano appartenere ad un essere sovrannaturale, caddero sulla mia vita.
La mia felpa era ormai stropicciata sotto il suo tocco e i miei capelli probabilmente tutti scompigliati.
Le sue possenti mani cingevano alla perfezione il mio punto vita, dentro di me sentii un turbine di emozioni, felicità, passione, desiderio e...

"Non qui, ragazzi" sentii la voce di Christophe alle nostre spalle. Neymar non parve importarsene, fece solo un gemito, per manifestare che non voleva staccarsi.
"Sono in ritardo" dissi sulle sue labbra, sorrise sulle mie quando sentì la mia voce, il mio cuore era sulle montagne russe. Dio.

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