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"Amourr, svegliati dai" sentii la voce del francese vicina al mio orecchio. Mi scuoteva leggermente per farmi svegliare. "Che modo affettuoso per svegliare una persona" commentai io lasciandogli un'occhiataccia ironica.
Mi ero addormentata sul divano, ricordavo dal primo all'ultimo pensiero che avevo ricordato prima di dormire.
La mia mente continuava a ripresentarmi quelle immagini, quegli occhi in particolare.

"Muovetevi" disse Kylian sbuffando. "Arriviamo" urlammo entrambe dalla cabina armadio.
Ci avviammo verso la macchina di Kylian e mise in moto (so che non guida ma vabbe dettagli hahaha), oggi avevamo deciso di andare al campo di nuovo, ci piaceva tanto quell'atmosfera ed, essendo che stavamo andando là molto spesso, avremo parlato con il mister, o qualunque persona di dovere, per assicurarci di avere il permesso.
Kylian aveva insistito per parlargli lui, ma volevamo farlo noi, le dirette interessate.

"Eccoci, sapete già tutto e mi raccom-" stava dicendo Kylian, ma fu interrotto da Neymar che gli saltò sulle spalle.
Subito un sorriso comparve sulle mie labbra, i due ridevano come dei ragazzini e pensai quanto fossero molto più di una squadra.
Il brasiliano, ancora ridendo, gli scese di dosso e ci notò: il meraviglioso sorriso che poco fa dipingeva il suo volto, scomparve e divenne improvvisamente serio. Si schiarii la voce, "Ci vediamo dopo Kylian"
Alzai le spalle, forse non voleva mostrarsi così 'festivo' davanti a noi, anche se era una cosa che lo contraddistingueva.

"Ehm buongiorno, immagino che lei sia l'allenatore o come si dice" iniziò Melissa presentandosi al signore davanti a noi.
Gli diedi una leggera gomitata nello stomaco, presentarsi senza nemmeno sapere il ruolo di una persona di questo livello era a dir poco imbarazzante.
L'uomo si portò la mano sotto il mento, appoggiandola sul braccio.
"Christophe" ci porse la mano, che stringemmo. "Christiphe Galtier" continuò accennando ad un sorriso.
"Elizabeth" mi presentai, e Melissa fece lo stesso. "Oh non serve che me lo diciate, le poche volte che origlio negli spogliatoi non si fa che parlare di voi" disse ridendo. Era una cosa positiva?

"Proprio di questo volevamo parlarle, in realtà" risposi io sorridendo. "Anzi, ci scusi se non l'abbiamo fatto prima. Volevamo solo assicurarci che non fosse un problema per lei e per tutto lo staff, penso sia chiami così, la nostra visita abbastanza frequente, ecco" il sorriso che si formò sul volto di Christophe mi rassicurò, quest'ultimo poi rise di nuovo.
"No, assolutamente. Nessun problema. Anzi, volevo chiedervi se potreste venire molto più spesso, stimolate in positivo i ragazzi" ci rispose assicurandosi che nessuno ci guardi. "Sapete, ognuno dà il meglio di sé davanti a due ragazze incantevoli come voi" arrosii, e con me anche Melissa.
Deglutii, "Oh, certo".
"Mi fa davvero molto piacere, ogni giorno chiedono a Kylian se ci sarete"
Le mie guance divennero ancora più colorate e calde e, come ci era stato consigliato, ci sedemmo in una delle panchine più vicine al campo. Quelle dove si siede l'allenatore durante le partite, per intenderci.

Continuavo a chiedermi se avessi dovuto provare a parlare con Neymar, insomma eravamo amici credo.
Aspettai con ansia che l'allenamento finì, e mi diressi verso i ragazzi. Inutile dire che mi allontai subito visto il 'buonissimo profumo' che inalavano le mie narici.
"Cosa vi ha detto Christophe?" chiese Kylian a Melissa. "Oh, ha detto che non è un problema, anzi che possiamo venire quasi sempre perché vi stimoliamo, robe del genere. In breve? Possiamo venire" rise lei.

Se c'è una cosa che amo di più, dopo la pizza, è il profumo che usano i maschi. Mio padre lo metteva sempre quando doveva uscire e ricordo che mi piaceva stargli vicino per respirare quella fragranza così diversa dalla nostra. Una volta, quando ero piccola e il nostro deodorante finì, ricordo che decisi di utilizzare quello per uomini, pessima scelta perché sembrava che ero stata appiccicata ad un ragazzo tutta la notte.
Fuori da questo spogliatoio, mano a mano che i giocatori escono, ogni profumo diverso attraversa i miei polmoni.
"Andiamo?" mi chiese Kylian uscendo. "Mah, vorrei parlare un po' con Neymar" risposi. Lui mi fece l'occhiolino e mo augurò buona fortuna.

Dopo un infinità di tempo, uscì il ragazzo che stavo aspettando. Il suo profumo era quello più forte, ed era proprio bellissimo.
"Ciao" dissi rimando al mio posto per non risultare invadente. Lui mi aveva sorpassato, come se non esistessi, e arrettrò guardandomi negli occhi.
Restò a guardarmi per qualche istante, aspettando che parlassi. Purtroppo, le parole che avevo programmato di dire, non uscirono e l'unica cosa che pensavo era quanto fossero belli i suoi occhi.
"Kylian è già andato" mi disse risvegliandomi dal mio stato di trance.
"Lo so, lo so" risposi e adesso dovevo inventarmi una scusa per essere rimasta lì.
Mi guardò interrogativo, inclinando leggermente verso destra il capo, non capendo perché fossi lì, di fronte a lui, senza proferire parola.
Deglutii e iniziai a parlare, per smorzare quel silenzio imbarazzante.
"Volevo parlarti" però non sapevo di cosa. "Ehm ecco, usciamo fuori?" chiesi inziando a massacrarmi le dita delle mani.

Fummo fuori e lui mi guardò, come per dirmi di muovermi a parlare.
"Che c'è?" mi chiese quasi impaziente.
"Niente in particolare" risposi, che stupida che ero?
"Volevo solo chiederti per quale motivo mi stia ignorando" arrivai dritta al punto.
Anche lui deglutii e distolse lo sguardo.
"Perché dovrei parlarti? non ci conosciamo" mi rispose come se fosse una cosa ovvio.
"Peccato che ci siamo baciati, Neymar"
gli risposi pentendomi immediatamente

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