Ostili (2)

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Il Cerchio del Signore, dei Padri e dei Figli è stata cosa breve. Al Vecchio è bastato sentire pochi sussurri, per capire che la faccenda era seria, dannatamente seria. E per abbaiare a Parisse ordini di ferro. 

Non ci fosse quel cieco avvizzito, con un Signore senza sangue e senza coraggio come il nostro, saremmo spaesati a vagare nei boschi. E come ogni mattina a risvegliarci chiedendoci se non è vero che siamo vivi perchè respirare non costa nulla. Pure adesso gli manca il coraggio: quello di sellare il cavallo e chiamarsi appresso quell'agnello impaurito di Manterio, suo figlio. Sarà Signore pure lui, quando gli dei si decideranno a farci mettere sulla pira il corpo freddo di suo padre. E come suo padre pregherà di avere un Vecchio dalla scorza dura, di fianco, ad abbaiargli gli ordini. 

Per lui ha scelto Cerere, che guarda al padre che t'ha messo al mondo e alle bestie che tiene nei recinti, più che al coraggio e al sangue nel petto. 

Io vivo per il giorno in cui mi diranno che potrò tracciare il mio cerchio, coi Padri e coi Figli che vorranno seguirmi. Sono caro a Mamerte, io.

Murajo ha deciso: il Signore e suo figlio. E tre padri, coi tre figli migliori. In armi, perchè il cammino sarà serrato e difficile. Ci attende il Fuoco sacro di Grumento, città Madre tra le nostre genti. Attende noi e il sangue più valente di ogni  Cerchio lucano. Perchè l'offesa di cui parla quel poveraccio piovuto qui da chissà dove, come altri saranno piovuti in ogni villaggio, è un'offesa al santuario di Mephti, al lago sacro, alle acque pure. Ed è un'offesa alla Dea. E a tutti i Lucani. 

È una bestemmia da lavare tutti assieme. Col sangue e col ferro.

- Vurro, voglio che tu sia mio figlio, oggi. Assieme ad Aurio... -

Variano mi ferma mentre provo a scivolare al limitare del Cerchio. Non ho padre, io. E ai figli soli certi viaggi e certi onori non sono concessi. Quell'uomo, però, è stato in vita quanto di più vicino ad un fratello, per mio padre Marso. E quando i sanniti gli spezzarono le ginocchia, fu lui a sollevarlo, a rimetterlo in piedi, a sorreggerlo finché non potè di nuovo camminare da solo. E badare a sé, a sua moglie e a me. 

Variano ha cresciuto i suoi figli come fossero miei fratelli. E sa quanto schiumi rabbia ogni volta che queste catene mi tengono bloccato, lontano dalla battaglia e dall'onore.

- Grazie dell'onore... Ma qui indietro deve rimanere qualcuno, lo hai sentito il Vecchio... -

Penso a Buda, prima che alle bestie che ho nel recinto. E penso alle altre donne. Penso alle promesse di Marno e Aurio. Penso a Verte, che è loro fratello, di tante primavere più giovane. Penso alla loro madre. E alla mia. Qualcuno deve restare e organizzare la difesa, mentre i migliori sono altrove.

- Resterà Marno, al tuo posto. L'ho comandato... -

Sollevo appena la mano ma è lui ad abbassarmela con un gesto da padre.

- Il caro a Mamerte sei tu. Murajo e Parisse offendono il Dio ogni giorno, tenendoti lontano. Ed io l'ho caro Mamerte. Quanto caro lo aveva tuo padre.

Abbasso gli occhi. Sento il cuore rullare come un tamburo nelle tempie. Quanto onore ha in corpo quest'uomo per mio padre? Che direbbe il suo cuore se sapesse che è Mamerte che me l'ha fatto ammazzare, mio padre?

Gli stringo forte i polsi, mentre le sue dita ricambiano la stessa stretta.

- Il tempo di armarmi e serrare le scorze. Vi starò di fianco, un passo indietro... -

Come meriterebbe il rispetto per un Signore. O per un padre.

Vurro dei Lucani - Hylliria Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora