Il Divo bastardo (3)

8 2 2
                                    

Il cerchio si scioglie senza che mi sia data voce.

Troppo delicata la faccenda. Troppo mistero, troppi segni che si camminano addosso e si rincorrono attorno a Buda. E a quel coso da cui non si spera, quel coso che non smette di bere senza prosciugarla e senza sfiatarla.

- Serve parlare agli dei!

S'è fatto silenzio. Quella di Murajo è la voce di tutte le madri del villaggio. Nessuna parla, ma tutte assentono. Tutte dicono che deve farsi così.

- Serve chiedere agli dei: alla madre e alla figlia. E al Signore di sotto.

Cerere e Mephti. Perchè è faccenda di madri e di figli, di latte e di sangue. Euclo, dell'Orrido, perchè è storia di strage e bottino.

- Due anziane porteranno quel figlio tra le rocce sacre a Cerere. E lì lo lasceranno. E se lupi o bestie vorranno straziarlo, non lo raccoglieranno. Solo la mano della Madre sacra a fare da guardia.

Il Vecchio parla e mentre dice ha già deciso. Punta gli occhi su Gaba, punta gli occhi su Durra che le è sorella e di Bantia è la più anziana. Alza il dito e punta Buda, come se avesse occhi veloci, che guardano e vedono.

- Dai tuo figlio alle anziane... Adesso!

Durra glielo strappa dal seno e lo copre con un vello di pecora. Gaba le fa scudo, mentre quella s'allontana a passo svelto.

- Le due figlie di Mephti si prendano Buda. Al fiume: a lavarla, a saggiarla, nel ventre e nel petto. E Mephti nelle acque solo a loro farà vedere cosa pretende.

E Buda grida e strepita, quando le due ancelle che non hanno nome e non hanno storia, arrivate dalle pozze ad ogni villaggio per dirci la parola della dea, la pigliano da sotto le braccia e forzano per tirarsela dietro, coi piedi di lei che s'impiantano a terra.

- Vurro alla bocca dell'Orrido. E giù nel fondo. Fino al nuovo sole.

Lo fisso e mastico rabbia e mastico furia. Perchè se la strage dei Caprai è stato sangue sporco, il Signore di Sotto avrà me da masticare. Me e nessun altro.

- Se ad Euclo sta bene, tornerà con la prova che è sfuggito alle fauci del sonno che non conosce risveglio.

Annuisco, senza bisogno che nessuno venga a convincermi. E già faccio per togliermi la scorza, quando il Vecchio termina il vaticino e segna in terra che la verità è stata fatta.

- Così sapremo se quel prodigio che abbiamo visto è il bacio degli dei o il frutto marcio della bestemmia di un empio.

Marno muove due passi e mi viene di fianco. Non lo lascio parlare.

- Non serve la scorta, fratello.

Alzo la voce. Perchè il vecchio mi senta e più ancora m'intenda Parisse il Signore, che non ha avuto coraggio nemmeno di fare un fiato da quando siamo tornati con l'onore e il sangue addosso.

- Sono caro a Mamerte...

Murajo si volta verso la mia voce e schiude piano le labbra.

- L'ha detto il fabbro guerriero: Vurro Signore e padre di Re.

Do la schiena al cerchio e mi metto in cammino. Lo sputo di rabbia di Parisse, in terra tra i suoi calzari, mi sibila sulla nuca. M'affretto verso la via per la bocca dell'Orrido e un gelo m'imperla la schiena. Non voglio, ma tremo. Sollevo lo sguardo di fronte, abbasso il respiro per cercarne il passo.

Solo.

Ora che vorrei la demonia a fianco, quella serpe si nasconde.

Vurro dei Lucani - Hylliria Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora