Giorno della Memoria

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Premessa: i negazionisti non mi interessano. Lontani da me.

Qualche giorno fa, si è celebrata la memoria delle vittime dell'Olocausto. Giusto ricordarle.

Si pone un problema. E il problema sta in quanto è facile indignarsi, per una settimana in un anno.
Dopo, si passa oltre. Come sempre.

Il problema sta nel fatto che ci sono tante vittime da celebrare, per ogni tipo di crudeltà.
Prendiamo la violenza di genere.
C'è l'indignazione per ogni donna uccisa. E poi?
Prendiamo la discriminazione sessuale. C'è indignazione quando una persona queer viene aggredita. E poi?

A questo punto, c'è un altro enorme problema. Che la violenza psicologica, non viene proprio considerata.
E la violenza psicologica, è praticamente quotidiana, praticata da chiunque, in ogni contesto. Per ogni motivo.
E le vittime di violenza psicologica, chi se le ricorda? Da quello che so, nessuno. Perché è come se non esistessero.

Io sono vittima di violenza psicologica.
Eppure è come se non esistessi.
Noi vittime di abusi psicologici ripetuti, ciclici, abbiamo dovuto abituarci alla nostra condizione.

Ma questo perché succede? Cosa c'entra con le vittime dell'Olocausto?
C'è un fattore comune: essere ignorati dalle persone.

Quando le vittime sono persone che non hanno scelto come nascere, perché sono cose che non si possono cambiare, spesso si viene trattati con indifferenza. Come se fosse un problema solo del singolo individuo.
Allora io mi chiedo.
Cosa ci si indigna a fare durante le giornate per celebrare le vittime, se poi la violenza è continuata?
Serve davvero a qualcosa?

La sola indignazione non è sufficiente, perché poi i problemi restano, e chi li deve risolvere, è chi subisce violenza psicologica.

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