15

1.9K 40 0
                                    

La fase dei gironi si conclude , le altre due partite son finite con un pareggio 1-1 e l'altra 2-1 per la squadra avversaria ma comunque son riusciti ad arrivare agli ottavi.
E poi sti giorni sono stati veramente divertenti grazie alla presenza di Leonor.
Stasera ci sarà la partita degli ottavi, stavolta Pedri è veramente tanto in ansia, sono contro il Marocco che non è da sottovalutare, ha giocato bene per tutto il mondiale.
Stavolta andiamo insieme, si sono allenati molto ieri e quindi oggi niente.
Verso le 17 di pomeriggio il mio sonno viene interrotto da lui che mi dice che è arrivato il momento di andare.
Fortunatamente lo stadio in cui giocheranno oggi è più vicino all'hotel quindi non ci metteremo troppo per arrivare.
Una volta arrivati ci fermiamo tutti a parlare un po' e quando arriva il momento in cui se ne devono andare mi rattristisco un po' ma subito mi riprendo appena lo vedo entrare in campo.
La partita arriva al 90 ancora 0-0.
Scattano i supplementari ma anche questi continuano con una uguale forza da entrambe le squadre e ciò significa che deve arrivare il momento più ansioso di ogni partita; i rigori.
Primo, il marocco segna e la spagna no, con il secondo stessa cosa invece al terzo si ha il risultato opposto.
È arrivato il rigore decisivo, se Hakimi segna è finito il mondiale per la mia squadra.
Prendo per mano Leonor, ho le lacrime agli occhi, queste lacrime subito mi rigano il viso appena vedo la palla entrare in rete e il marocco impazzire festeggiando.
Vedo Pepi che si accascia triste a terra, vorrei essere li ad abbracciarlo.
Leonor mi rivolge uno sguardo dispiaciuto e prendendomi la mano torniamo dentro insieme a Sira ad aspettare gli altri.
Dopo venti minuti tornano tutti presi male, corro ad abbracciarlo ma non ricambia l'abbraccio, credo voglia essere lasciato in pace.
Mi stacco ed esco ad aspettare che prendano e mettano a posto le ultime cose.
Capisco che voglia stare da solo e non voglio che stando con lui si innervosisca.
Anche se lo speravo, non mi segue, ma fuori mi raggiunge uno dei suoi compagni di cui non ricordo il nome. Non parlo e non conosco tutti, e non mi interessa conoscerli.
"Piacere Rodri"
Gli stringo la mano e mi presento.
Esce anche un'altro che fa la stessa cosa e si presenta.
"Piacere Asensio"
"Mi dispiace per la partita" dico per spezzare quel silenzio imbarazzante.
"Eh purtroppo non tutto può andare bene" dice Rodri per poi salutarmi dandomi due baci sulla guancia.
Asensio lo copia e mentre saluta posa addirittura una mano sul mio fianco.
Rimango ferma, impietrita come se ci fosse qualcosa che mi ferma dal muovermi anche se tutto ciò che voglio fare sarebbe spostarmi e spezzare le mani a questi due. Non volevo che mi toccassero, non so se siano abituati a fare così appena conoscono una persona ma la cosa mi ha turbato molto, anche se era un semplice saluto ma insieme alla mano sul fianco mi sembrava un pochetto eccessivo.
Entro dentro per parlare con Leonor.
"Glielo dovrei dire a Pedri?"
Non fa in tempo di rispondere lei che risponde il migliore amico.
Gavi era veramente così attento ad ascoltare la nostra conversazione?
"Si diglielo assolutamente, non so se sai cosa hanno fatto con Sira, se non glielo dici ora la situa andrà peggiorando anche perché un paio di loro giocano insieme a noi a Barcellona e poi lo faresti incazzare tantissimo, diglielo stasera"
"Vabbè ma Rodri e Asensio non giocano pure al Barcellona con voi e poi già è preso male per come è andata la partita se glielo dico stasera poi si sente male"
"Leila fidati di me, lo conosco bene è meglio che glielo dici stasera quando siete tranquilli sul letto"
Guardo Leonor che da ragione a Gavi.
"Beh è lui che lo conosce a me non chiedere"
Dice lei prima di prenderlo per mano e uscire.
Escono tutti e rimane solo Pedri, mi avvicino a lui e mentre poso una mano tra i suoi capelli gli accarezzo la spalla.
"Dai Pepi n-"
"Scusa Leila, veramente perdonami ma adesso per piacere lasciami stare"
Mi stacco e senza toccarlo lo seguo fuori.
Durante tutto il tragitto non ci siam parlati, in hotel nemmeno, e mentre va a farsi lo doccia lo aspetto sul letto.
Esce dal bagno con l'asciugamano legato in vita, se non fosse preso male chissà cosa gli farei.
Non gli riesco a parlare stasera, il dispiacere sul suo viso si legge a chilometri di distanza e che vada a ficcargli nella testa un'altro problema in questo momento non mi pare il caso.
Si sdraia affianco a me ma sembra voglio evitare il contatto fisico e ogni tipo di comunicazione.
Spegne la luce e toglie il cellulare, io scrivo l'ultimo messaggio a Leonor e poi lo copio ma prima di girarmi di spalle gli poso un bacio sulla fronte.

*giorno dopo*
Mi sveglia e non trovo Pedri affianco a me, entro al bagno e non è nemmeno li.
Mi spavento e nel panico chiamo Leonor ma appena mi risponde la porta si apre e lui entra.
Mi innervosisco e alzando il tono gli domando dove fosse.
"Ero a correre, scusa se non ti ho avvisato"
Non rispondo e continuo ad usare il cellulare.
Si siede sul letto di fronte a me e mi strappa il cellulare dalle mani, buttandolo dalla sua parte del letto.
"Scusami anche per ieri ma non era un bel momento"
"Tranquillo però spero tu ora ti sia tranquillizzato perché ti devo dire una cosa e non è piacevole"
"Dimmi pure" dice prendendomi le mani.
"Allora ieri sera dopo la partita che sono uscita dalla stanza per lasciarti solo, sono arrivati..."
Vedo la sua faccia dipingersi di rosso
"Ti hanno pure toccata? Io non ci credo, te perché cazzo non ti sei mossa, era troppo difficile dire 'non toccatemi' oppure direttamente allontanarti"
"No ci son rimasta male e mi sono impietrita, non è così facile come pensi"  rispondo con la voce che trema.
Nota che sto per piangere e mi porta a cavalcioni su di lui per abbracciarmi.
Non mi piace che le persone mi urlino addosso o che utilizzino un certo tono, e non mi piace nemmeno litigare, soprattutto se son persone a cui ci tengo.
"Dai piccola scusa, non volevo usare sto tono, ma io ti avevo avvisato e con loro avevo già parlato, è per questo che ti ho risposto male"
Il mio cuore perde un battito dopo il suo 'piccola'.
Mi stacco dall'abbraccio e mi faccio asciugare le lacrime da lui che subito mi rivolge un sorriso sperando che io faccia lo stesso.
Sorrido anche io prima di avvicinarmi a lui per baciarlo.
Finiamo sdraiati mentre continuiamo a baciarci.
Io che bacio lui, ma anche solo che lo abbraccio o gli sto vicino, è paragonabile a un fumatore che accende la sua sigaretta. Appena la accende gli porta una sensazione di piacere, quando non ne ha una si sente male e ne vuole sempre di più.
Ci stacchiamo dal bacio ma restiamo attaccati in un abbraccio da cui non mi staccherei nemmeno in presenza di un terremoto.

besos mojadosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora