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Pedri's pov:
Arriva Xavi che subito mi chiede come mi sento e se il dolore alla gamba fosse troppo forte poi si gira verso Leila e le chiede se può lasciarci un attimo soli.
"Pedri non avrei mai voluto fare un discorso del genere anche perché non mi piace ma non faccio a meno di notare questa cosa"
"Cosa?"
"La tua ragazza..."
"Cos'ha di male la mia ragazza?"
"Pedri da quando l'hai conosciuta sei diventato un'altro soggetto, quando litigate sembra che tu non sappia più cos'è un pallone. Secondo me ti distrae troppo quella ragazza"
"Capisco, ma non la lascerò"
"Non ti sto chiedendo di lasciarla, però voglio essere sicuro che questa tua relazione non vada a interferire con il tuo modo di giocare"
Annuisco e accenno un sorriso mentre gli prometto il mio assoluto impegno.
Mi rivolge un sorriso prima di andarsene via camminando verso Leila che gli augura una buona serata.
"Allora che ti ha detto?" domanda passandomi la bottiglietta d'acqua.
"Niente, che spera che non sia nulla di grave e di fargli sapere tutto il primo possibile"
Non mi piace mentire, soprattutto a lei però in questo caso è meglio cosi, magari più avanti glielo dirò ma ora non me la sento.
"Pedro González López" chiama la donna venendo verso di noi con un foglio in mano.
"Allora buona notizia non c'è niente di rotto, la cattiva è che tornerai a giocare tra un paio di settimane" continua a parlare lei.
Leila posa una mano sulla mia mentre lei continua a dirci cosa avremmo dovuto fare una volta tornati a casa.
Da i fogli a Leila che lentamente mi aiuta ad alzarmi.
"Mi dispiace un sacco Pepi" dice una volta saliti un macchina.
"Tranquilla"
Prendo il cellulare e scrivo un messaggio a Xavi nel quale riporto le stesse parole uscite dalla bocca di quella donna.
"Gavi mi ha detto che le tue cose le hanno portare a casa gli altri"
Mi limito ad annuire perché di parlare non ho voglia ma lei continua a parlare.
"Vuoi che passiamo da qualche parte? Ti prendo qualcosa da mangiare"
Sforzando un sorriso le faccio cenno di no con la testa e subito ritorno a guardare fuori dal finestrino.
Dopo un paio di km fatti tutti in silenzio decide di fermarsi.
"Pedri"
"Eh"
"Guardami" dice con un dito sotto al mio mento che mi spinge a girarmi.
"Non mi piaci quando sei così" continua.
"Leila che cazzo ti aspetti? Che dopo che mi dicano che devo stare fermo per due settimane io mi metta cantare canzoni ed essere felice?!" rispondo utilizzando un tono abbastanza arrogante e incazzato.
"No però almeno parlami.
Capisco quanto possa significare per te giocare a calcio ma vedi che due settimane passeranno in fretta e tornerai a giocare meglio di prima"
"No non lo capisci, ora per piacere lasciami in pace che vorrei evitare di risponderti male"
Fa la sua solita faccia infastidita e dopo aver collegato il suo telefono e aver fatto partire la musica ritorna in strada.

Per tutto il tragitto non è volata una mosca, si sentiva solamente la presenza della musica che ci salvava dal silenzio imbarazzante.
Arriviamo davanti a casa mia e senza dire nulla apro la portiera, prendo lo zaino e scendo dalla macchina.
Faccio per entrare in casa ma appena sento il suo motore partire mi giro e subito spegne la macchina.
Mi avvicino sperando faccia un sorriso ma resta impassibile, anzi abbassa la testa.
Tiro due colpi al finestrino e quando alza lo sguardo le faccio segno di abbassare il finestrino e fortunatamente lo fa.
"Leila vieni qua" le dico aprendo le braccia.
Con le lacrime agli occhi si avvicina finendo per bagnarmi la maglietta.
"Scusa" sussurro posando una mano sulla sua testa.
Alza lo sguardo e accenna un sorriso.
"Non mi piace quando fai cosi"
"Nemmeno a me piace, non voglio farti rimaner male ma quando sono incazzato non penso prima di parlare, veramente scusami"
Mi stringe forte e dopo essersi staccata mi posa un leggero bacio sulle labbra.
"Tranquillo, però impara"
"Imparerò" le prometto prima di posarle un ultimo bacio sulla fronte.
Entro in casa e dopo essermi cambiato e fatto la doccia corro subito a dormire, ovviamente scrivendole prima la buonanotte.

Il giorno dopo mi sveglio con meno dolore alla gamba ma con un senso di colpa per ciò che è successo ieri.
Oltre ad averle urlato addosso varie volte, l'ho pure distratta dal suo studio e ora probabilmente starà recuperando ciò che non ha fatto ieri sera mentre era con me.
Spero che riesca a finire in tempo per l'esame, so quanto ci tiene e se le dovesse andare male per colpa mia non me lo perdonerei.
Vorrei chiamarla e sentire la sua voce ma sicuramente sarà impegnata a studiare, e lo sarà per tutto il giorno.
Aspetto con ansia che questi giorni passino, che lei possa stare con me e che io possa ritornare a a giocare.

Leila's pov:
Iniziare la mattina senza sentire Pedri mi fa molto strano e mi rattrista anche, però so il motivo per il quale non mi ha chiamata, me l'ha detto ieri sera.
Sa quanto ci tengo all'università e per questo eviterà di distrarmi in questi ultimi giorni di studio e di ripasso.
Oggi devo recuperare qualche pagina di ieri e cercare di finire tutto perché i giorni restanti mi serviranno per ripassare, spero di farcela.
*sera stessa*
Sono quasi le 22 ed è dalle 10 di mattina che non tocco il cellulare e non distolgo lo sguardo dai libri, mi mancano solamente cinque pagine e poi potrò stare tranquilla.
*passa un'oretta*
Finalmente ho finito.
Saltellando vado in salotto, dove avevo lasciato il cellulare per non distrarmi e subito apro la chat con Pedri, purtroppo vuota, clicco il tasto della telecamera e dopo nemmeno uno squillo il suo bel faccino appare ricoprendo lo schermo.
"Hai finito?"
"Sii"
Posa il cellulare sul letto e fa un applauso ridendo.
"Mi era mancata la tua voce" dice sdraiandosi.
"Anche a me la tua"

besos mojadosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora