V. Pioggia e Pesche

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- No, ti ringrazio.
Rispose lei dopo che, sorpresa, aveva rallentato il passo per identificare il suo interlocutore.

- Perché no?
Chiesi inarcando un sopracciglio. Non ero preparato a un rifiuto.

- Non ti conosco così bene e poi abito a pochi isolati da qui.
Si giustificò.

Non che avesse tutti i torti, per carità. Solo non ci avevo pensato, mi ero limitato ad agire d'impulso.

Cercai di tenere d'occhio la strada per non uscire dalla carreggiata.
- Ti prenderai un raffreddore o qualcosa del genere -, le dissi.

Lei alzò gli occhi al cielo e aumentò il passo. La osservai, trovando la sua espressione molto divertente. Era arrossita, ma non mostrava cenni di resa. Quanto la faceva difficile...

Una Yaris segnalò la propria esistenza con un colpo di clacson. Amélie si voltò con un sussulto. Era chiaro che si aspettasse una mia reazione. Non accelerai.

- Stai bloccando la strada...

- Ti conviene salire allora.

Clacson di nuovo. Amélie bloccò i suoi passi.
- Okay, d'accordo, ma lo faccio solo perché ho pena per lui.

Sbuffò e aprì la portiera.
- Grazie.
Bofonchiò, sistemandosi sul sedile del passeggero. Il suo odore di pioggia e di pesca si diffuse nell'abitacolo.

Quando richiuse la portiera accelerai, liberando la Yaris e una serie di altre auto dall'ingorgo.

- Dove?
Chiesi, non sapendo come proseguire.

M'indicò di svoltare a sinistra verso la strada secondaria e una volta attivato ad un incrocio, di proseguire dritto.

- Sto inzuppando tutto il sedile...
Pronunciò in tono di scuse portando i suoi capelli in avanti, e facendo in modo che le gocce di pioggia defluissero sulla sua maglietta.

- Non importa.

- Mi dispiace.
Disse di nuovo, volgendo poi lo sguardo fuori dal finestrino.

Senza rendermene conto avevo iniziato a fissare le sue mani. Curate, all'apparenza morbide. Le sue dita tremavano leggermente. Fece scrocchiare le nocche e il suono mi provocò un certo fastidio. Lo stesso vizio di Rachel.

-Hai freddo? - Le chiesi.

- No, sto bene.

Alzai il riscaldamento e accesi la radio.

- Qualche preferenza? -, chiesi, curioso di conoscere i suoi gusti musicali. Me la vedevo ad ascoltare jazz classico in cuffia, chissà perché. Amélie si concentrò sulla musica mentre io facevo dello zapping.

- Questa! -, afferrò la mia mano per impedirmi di cambiare di nuovo frequenza. Si ritrasse quasi subito, lasciandomi una sensazione di calore. Riconobbi Don't look back in anger degli Oasis e sistemai l'audio.

- Immaginavo qualcosa di classico. Gruppo preferito?

- Più di uno in realtà. Probabilmente gli Aerosmith. O i Van Halen. Insomma un po' di tutto, mio padre a casa ha una marea di vinili da Bill Haley, Elvis, ai Pearl Jam. Li ascolto praticamente da quando ho memoria. Tu invece?

- Amo il cantautorato, ma se dovessi scegliere un genere in particolare mi troverei in diffficoltà.

- Springsteen?

- Had enough of heartbreak and pain... - canticchiai a bassa voce.

- I had a little sweet spot for the rain -, mi seguì lei. - for the rain and skies of gray...

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