- Basta, io mi ritiro.
Zac si accasciò stravolto sulla sedia liberando uno sbuffo.- Già ti arrendi?-, lo schernii.
- Come sarebbe, "già"? Sono ore che giochiamo. Anzi, sono ore che mi stracciate, potevate dirlo subito che eravate dei fenomeni a bowling.
A fine partita io, Doreena e Amélie avevamo totalizzato più di duecento punti contro i settantacinque di Zac. Il premio per la vittoria era un deprimente buono sconto in un supermercato e Zac insistette perché glielo cedessimo. Disse che lo avrebbe conservato per ricordarsi che eravamo dei pessimi amici.
- Andiamo a bere qualcosa, offre Zac stasera.
Propose Doreena una volta lasciato il bowling.- Avevi già calcolato tutto, non è vero? - chiese lui con tono afflitto.
Doreena fece un sorriso sornione.
- Io? Figurati...Il locale era piuttosto vicino e ci arrivammo a piedi nel giro di pochi minuti. Avevo completamente perso la concezione del tempo, perciò chiesi ad Amélie di dare un'occhiata all'orologio. Lo ripetei una seconda volta quando non rispose, ma voltandomi nella sua direzione la trovai distratta. Seguii la linea del suo sguardo fino ad incrociare due figure a qualche decina di metri. Notai prima il ragazzo. Molto alto, dall'aspetto ordinario, non dimostrava più di trent'anni. Osservandolo meglio, capii che stava litigando animatamente con una ragazza in lacrime di fronte a lui. Quest'ultima era di corporatura minuta, molto più bassa di lui. Aveva il viso rotondo circondato da capelli biondo cenere un po' arruffati per il taglio corto e sbarazzino. Davano spettacolo proprio davanti al locale a cui eravamo diretti, tant'è che il proprietario si lamentò del baccano e li cacciò via in malo modo. Si fermarono non troppo lontani da dove erano prima, però nessun altro osò intromettersi.
- Non pensi che dovremmo... - Amélie lasciò intendere il resto della frase.
Tornai ad osservare quei due, ma le acque sembravano essersi calmate. Anche Amélie se ne accorse. Li fissò un ultimo istante, poi entrammo nel locale e quel litigio di cui eravamo stati spettatori indiscreti finì nel dimenticatoio. Il locale era rustico, uno di quelli frequentati da motociclosti e camionisti, eppure con un'atmosfera piacevole e accogliente. L'interno era arredato con mobili di legno, dai tavoli al bancone, tutto immerso in un'ovattata illuminazione tendente all'arancione. Amélie era irrequieta mentre aspettavamo le ordinazioni, giocava assente con la cerniera della sua giacca oppure torturava nervosamente una ciocca di capelli attorcigliandola su se stessa. Mi lanciò spesso un'occhiata, ma quando incontrava il mio sguardo, abbassava gli occhi senza darmi modo di interpretare la sua espressione.
- A cosa pensi?
- Non hanno il succo al pompelmo qui.
Rispose storcendo le labbra ma capii che stava censurando i suoi veri pensieri.- C'è sempre qualcosa di meglio del succo al pompelmo, lasciami dare un'occhiata.
Così dicendo le sottrassi la lista dalle mani, iniziando a sfogliarla con vago interesse. Un'infinità di nomi bizzarri mi balenò davanti agli occhi, ma potevo già scartarne la maggior parte, tenendo in conto che lei probabilmente non aveva intenzione di...- Niente alcolici.
Mi precedette con un tono da carabiniere.Le sorrisi. - Ci stavo arrivando.
Mi guardò confusa ed io mi immersi ancora una volta nei suoi occhi magnetici. Inconsapevolmente stavo già cercando sul menu qualcosa che me li ricordasse, ma l'unico frutto che ritenni capace di richiamare il blu fu il mirtillo. Così le indicai il primo cocktail di quel tipo che mi capitò di trovare tra gli analcolici alla frutta.
- J-Berry.
Lesse divertita e riferì la sua - o meglio, la mia - decisione alla cameriera.Zac si propose per guidare la mia macchina al ritorno, perciò mi sentii libero di ordinare un jack senza ghiaccio. Uno solo non mi avrebbe destabilizzato. Al contrario, avrebbe aiutato a rilassare i nervi.
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DARK SOUL
عاطفيةCameron McLyne è tutto ciò che la Sniper, società segreta che agisce da decenni giustiziando ogni genere di criminali a Manhattan, brama di possedere. Insensibile, silenzioso e spietato. Amélie Howard, ragazza ordinaria ed eccessivamente curio...