11. In bilico

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[Papà] [Lunedì pomeriggio 13/05/2019]

Sarà che stiamo andando verso l'estate, che l'anno sta finendo, che c'è sempre più luce, ma sono di buonumore. Anche se ho passato una nottata agitata, in seguito al confronto con mia moglie, mi sono svegliato presto, affatto stanco, e sono andato a scuola pieno di aspettative positive. I ragazzi non mi hanno fatto penare per tirarli giù dal letto: ieri sera erano talmente stanchi che sono andati a dormire presto e così hanno fatto il pieno di sonno. Persino Giulietto si è alzato alla prima chiamata.

Quando torno a casa da scuola respiro un'aria ebbra di positività. I gemelli chiacchierano per tutto il pranzo, includendo anche Giulietto nella conversazione. Sembra stiano sempre più mettendo da parte le loro divergenze. Forse l'esperienza di gioco, sabato pomeriggio, li ha uniti ancora di più. Parlano del gioco, di Mattia, Giulietto comincia a sognare l'estate e trascina nei suoi sogni Luca.

Quando arriva Riccardo mi colpisce un sorrisetto ebete e imbarazzato che fatica a nascondere. Chissà, un successo scolastico inatteso? Sarebbe un'altra bella notizia. Oppure... magari un incontro con la sua ragazza, a scuola. Una piccola fuga nei bagni di scuola? Sono adolescenti. Glielo permetterei.

"Ohi pa', ti devo dire una cosa", mi dice, sedendosi a tavola. Gli servo la pasta, poi mi metto a sedere accanto a lui. I ragazzi sono già sgattaiolati via, li ho lasciati liberi, sparecchio io tra un po'.

"Cosa?"

"Insomma ho parlato con Anto". Ah! Avevo visto giusto, allora. "E niente, sabato sera viene a cena". Senti senti! Ok. Devo frenare l'entusiasmo. Non posso farmi vedere troppo entusiasta.

"Ah", rispondo fingendo noncuranza. "Be' almeno l'hai detto con sufficiente preavviso, così tua madre può pensare a cosa preparare".

"Tranquillo che mamma già lo sa". Come prego?! Ok... ora devo trattenere la delusione. Se mio figlio ha voluto dirlo prima a sua madre che a suo padre... non posso restarci male. Non sarebbe giusto, né nei confronti suoi né nei confronti di mia moglie. "Mi ha rotto ieri tutta la giornata". Vado per rimproverarlo per l'espressione usata, ma riprende a parlare. "E' stata tutto il tempo a farmi notare i vari fidanzati e fidanzate dei cugini e degli altri parenti, dicendo cose tipo 'vedi? Loro non si vergognano a portare i fidanzati', che dovevo fare? M'ha fatto sentire in colpa". Mia moglie è un genio! Non mi ero accorto di nulla, peraltro! "E quindi sabato viene a cena".

"Va bene, mi fa piacere che hai mantenuto la promessa". Gli ricordo, così, che la mia proposta è nata come punizione per, ancora quella, sì, la storia di quel sabato sera.

"Tanto mica avevo scelta", s'affretta ad aggiungere, parlando con la bocca piena.

"Mastica e inghiotti prima di parlare", lo rimbrotto. Lo guardo mandare giù un sorso d'acqua, poi riprende a parlare.

"Allora, chiariamoci. Punto primo: nessun argomento di discussione imbarazzante. Già l'ho detto a mamma: guai a voi appena tirate fuori le foto di quando ero piccolo!" Eh... ci conosce proprio bene. "Punto secondo, tieni a bada i mocciosi". Qui intervengo e lo rimbrotto. "No, sul serio! Faranno di tutto per mettermi a disagio".

"Ma che dici, dai. Sono solo bambini..."

"Non lo sono, sono malefici", afferma, ma ridacchiando, quindi gliela lascio passare.

"Punto terzo..." e lo vedo incupirsi. "Papà... nessun discorso di punizioni e robe simili".

"Sta' tranquillo", replico. Però capisco la sua preoccupazione. Anche lui, come mia moglie, ritiene che stia perdendo il controllo e che mi sono lasciato ossessionare... mi sa che hanno ragione. Ne ho fatto una questione vitale... ma solo perché sentivo che stavo perdendo i miei figli. Ho reagito in modo sprovveduto, forse, ma l'ho fatto per non perderli. Avessi allentato ancora un po' la presa e mi sarebbero sfuggiti del tutto.

Le nuove regole di papà (vol. 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora