[Papà] [Sabato mattina 8/06/2019]
Io non lo so se è davvero così, cioè, è una cosa che mi sono sempre sentito dire, però già io e mio fratello, sin da piccoli, contraddicevamo la popolare convinzione che tutti i maschi, al momento in cui vedono apparire la temuta siringa, cadono come pere cotte, presi alla sprovvista dall'incontrollabile crisi vagale. Mio fratello, per quel che ricordo, ha sempre affrontato prelievi, analisi, vaccini e quant'altro con relativa spavalderia, talvolta con annoiata indifferenza. Mentre per i miei genitori portarmi a fare le analisi o i vaccini era una tortura, soprattutto per mia madre, che mi vedeva crollare a terra come fossi fatto di gelatina, mio fratello trovava motivazione, prima, nei lecca-lecca dell'ambulatorio (o nelle promesse di un bel gelato); poi, nell'occasione per poter sfoggiare il proprio coraggio, soprattutto se toccava farli a entrambi, insieme. Rari sprazzi di una competizione che, a ben vedere, non ha mai caratterizzato il nostro rapporto. Sul terreno comune, quello che ci piaceva fare insieme, eravamo solidali. Per il resto, i nostri gusti, i nostri interessi, ci tenevano separati, senza creare conflitti o attriti.
Ora, con quattro figli maschi, possibile che almeno uno non abbia ereditato dal padre l'incapacità a sfracellarsi al suolo come pastafrolla alla sola vista del laccio emostatico? E infatti, ecco qui, Riccardo, il volto pallido, imperlato leggermente di sudori freddi, mentre sta in sala d'attesa, fissando nervosamente il monitor alla parete di fronte, in alto.
Bizzarra scelta, quella di mandare me ad accompagnare Riccardo. Argomento fortissimo che ho più volte offerto a mia moglie: sia ieri sera, quando, sfiniti dal quinto film di Harry Potter, siamo andati a letto, sia stamattina, quando, precoci entrambi, ci siamo svegliati, lei per andare a correre, io per svolgere l'ingrato compito paterno. Non che fosse invalido, l'argomento, su questo è stata conciliante, ma è stata ferma su un punto che sfuggiva a qualunque logica, e cioè, che si trattasse di una punizione per me. Non mi ha esplicitamente rinfacciato di aver coperto il piccolo incidente di nostro figlio – il suo svenimento, in preda all'ansia, a scuola, l'altro giorno –, ma il riferimento era comunque chiarissimo. A nulla è valso insistere – è il medico, è sempre stata lei ad accompagnare i ragazzi – dovevo rimediare allo sgarbo.
Alla fine, son rimasto con un pugno di mosche, e i miei buoni argomenti inutilizzati. Non si trattava di fare la cosa più logica, né quella più conveniente. E quando ti metti a litigare con tua moglie... sai già che la logica del discorso segue una strada tutta sua.
Eppure, qualcosa mi ha lasciato addosso. E no, non è il sottile stato di ansia, mentre resto seduto a fianco a mio figlio, circondati da una folla di bambini urlanti, vecchietti annoiati e qualche giovane impaziente e assonnato. Mi ha detto chiaramente di smetterla di proteggerlo, cioè Riccardo. Perché, ha concluso, è evidente che tendo a facilitarlo, quando si tratta di punirlo, a giustificarlo, e poi mi precipito con un'ansia iperprotettiva. Avrei potuto risponderle che mi limito a compensare il suo cuore di pietra, ma di sabato mattina, nemmeno alle sette del mattino, non sono così cattivo. E poi... so che ha ragione. Riccardo, il mio primogenito, il primo amore, e il primo amore non si scorda mai, no?
Con quattro figli, di cui due gemelli, è una domanda che mi hanno sempre posto, spesso senza nemmeno percepire l'imbarazzo nel formulare un quesito così inopportuno: quale è il tuo figlio preferito? La verità è che ogni genitore si arrovella su un simile interrogativo per tutta la vita e spera, davvero, di non doversi mai trovare dinanzi alla scelta di Sophie. Eppure, è con una preoccupante facilità che trovo dentro di me una parte della risposta: Riccardo è stato il primo amore.
Forse, non si tratta solo di preferenza. Del resto, la preferenza non è mai assoluta, ma sempre relativa al contesto. Devo uscire per shopping? Meglio non portare Riccardo. Devo passare da supermercato? I gemelli mi aiutano, il piccolo mi ostacola. Una scampagnata all'aria aperta? Riccardo starebbe sempre al cellulare, e dire che da piccolo gli piaceva riconoscere gli alberi, cercare pietre dalle forme diverse, ma poi l'adolescenza me l'ha sottratto. D'altra parte, al cinema è meglio andare con lui, mentre i piccoli sono insopportabili...
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Le nuove regole di papà (vol. 2)
Художественная прозаItalia, 2019. Papà ha deciso di stravolgere la vita di famiglia, sottoponendo i suoi quattro figli a un regime di limitazioni, regole, castighi e punizioni corporali. A modo loro, i ragazzi si sono adattati al nuovo regime, cambiando le loro abitudi...