71. Un bravo fratello maggiore

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[Riccardo]  [Giovedì sera 20/06/2019]

Cazzo quanto mi fa male il culo. Da paura. Non ricordavo, forse... non so. Forse sono state solo tante e basta, ma cazzo, non dormirò per il resto della settimana.

"Stai bene?", mi chiede mio fratello, qui accanto a me. Scosto la fronte dal muro, mi volto leggermente e lo guardo. E' appoggiato al muro, il viso nascosto, le braccia molli ai lati del corpo.

"Sì, sì", replico stanco. "Tu?"

"Ma sì, alla fine era solo il righello", ribatte con aria di sufficienza. Torno a fissare il muro, chiudo gli occhi, inspiro profondamente... "Però... a te... la cintura..."

"Sempre meglio della canna. O del battipanni. Credimi, non hai idea".

"E se li userà anche con noi? Tanto è chiaro che ormai siamo tornati indietro. E' tutto come prima".

"Non li userà, siete piccoli, dai", m'affretto a tranquillizzarlo. "E' colpa mia mi sa".

"Ma va'".

"Sì... non dovevo..." sospiro. "Non dovevo... accettarle, le altre volte. Mi sono lasciato punire per... vabbè, insomma. Non dovevo accettarlo, dovevo respingere, a costo di finire in castigo come Luca, con quella cavolo di vetrinetta". Marco ridacchia, contento che non sia capitato a lui.

"Comunque se ha deciso così non puoi farci niente, cioè, non è che si è convinto perché hai accettato di prenderle... e poi... pure la mamma, ma che cavolo... si mette a sculacciare Luca, a sculacciare Giulietto... e ora ha pure questo... tutto come prima..."

"Però... papà almeno l'ha capito che ha esagerato..."

"Ricky io non voglio prenderle!", sbotta, respingendo i miei tentativi di rassicurarlo. "E che cavolo! Ma perché dobbiamo prenderle?! Non si usa più da... da... e poi l'ha detto pure lui! Cioè... non lo facevano i nonni con lui, e lui lo deve fare con noi?!"

"Però...", sospiro, non è facile affrontare questo discorso. "Marco, credo che... seriamente... è una cosa che si continua a fare. Solo che sai... siamo un paese di bigotti... le cose si fanno e non si dicono... e quindi... ma poi scusa, ti lamenti tu, che sei un moccioso e ci sta che ti fai fare il culo a strisce, io che ho sedici anni e vado per i diciassette che dovrei dire?! A te non sembrerà affatto, ma sono sicuro che anche questa città è piena di dodicenni che vengono sculacciati in segreto! Ma trovami un altro sedicenne che le prende!"

"Sì, e chi?! Matti? Che è colpa di papà se le prende pure lui adesso?"

"Ma scusa un attimo", mi torna in mente il discorso di prima, del costume. "Tu ti preoccupi che qualcuno possa vederti i segni se ti cambi o metti il costume... ma ci hai mai fatto caso agli altri? Scommetto di no". Marco però esita, non risponde. "Guarda che è così... lo capisco, ci sono passato... l'ansia dello spogliatoio... pensi che tutti guardano te, ma lo pensa ognuno per sé, in realtà ognuno guarda solo a se stesso e tiene gli occhi bassi. Secondo me non..."

"Ti assicuro che in piscina ci hanno guardato eccome", sbotta. "E non mi sembra che nessuno si sia ritrovato nella stessa situazione". Mi sa che ho toccato un tasto dolente.

"E allora... però, ora, al campus, no?, facci caso, ci sono anche bambini più piccolini, impossibile che non... magari si nasconderanno come farai tu, si cambiano in bagno, oppure magari se le prendono saltano il giorno e non vanno... poi be' considera anche che magari... ecco, magari non tutti si ritrovano a prendere diciotto colpi di righello come fa papà..."

"Sì ma anche se le prendi con la mano per un paio di minuti ti si fa il culo rosso, dai".

"Vabbè", taglio corto. "Comunque secondo me a cercar bene scoprirai che non siamo gli unici. O almeno, voi non siete gli unici. Solo che... tu ne parleresti con qualcuno? No, non credo. E così sarà anche per gli altri".

Le nuove regole di papà (vol. 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora