2. Apri la bocca e tira fuori la lingua

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[Papà] [Martedì pomeriggio 7/05/2019]

La casa è vuota. E' successo di nuovo... fa così strano. Eppure, l'anno scorso era quasi ordinaria amministrazione. I gemelli in piscina, o dai compagni nei giorni senza sport, il piccolo a calcetto... e Riccardo spesso a zonzo, prima che decidessi di mettere un freno, limitargli le uscite serali, dargli il coprifuoco, bloccarlo a casa il pomeriggio, col culo sulla sedia a studiare... ma da questo febbraio è cambiato tutto.

Mi faccio un tè e prendo una pausa dal lavoro. Il mio studio riflette il caos di questi concitati giorni scolastici di maggio. Il ritmo rilassato delle vacanze a singhiozzo tra Pasqua e il primo maggio è presto dimenticato, ora è tutto di corsa.

Giocherello con il filtro del tè nella tazza, quando mi arriva un messaggio Whatsapp. E' Riccardo:

vedi che ho incontrato i gemelli in centro e quel coglione di Luca stava con le cuffiette messe. gli ho urlato dietro io passeggiavo con Anto e nemmeno se ne è accorto, era in coda agli altri, tutti in bici lungo il viale pedonale.

senti, non dirgli che sono stato io, inventati qualcosa non so, che sono stati i nonni o un tuo amico un tuo collega non lo so fai tu, ma non dirgli che sono stato io o s'incazza di nuovo con me.

non voglio fare la spia ma insomma

Il mio primo pensiero va a Riccardo... oggi continua a sorprendermi. Sta tirando fuori un briciolo di maturità dopo l'altro. Vuoi vedere che finalmente qualcosa sta andando per il verso giusto... e che le punizioni son servite... ma Luca, invece... sciocco ragazzino. Ah, be', inutile arrabbiarmi. E' fatto così. Hanno dodici anni, si sentono invincibili... non devo prenderla troppo sul personale, come se fosse un affronto nei miei confronti. Però quando torno lo devo punire.

Occupo il tempo, ho ancora un'oretta prima di scendere di nuovo per andare a prendere il piccolo a calcetto. Per quando sarò tornato, i gemelli dovrebbero essere già a casa. Per sicurezza, mando loro un messaggio. Anzi... lo mando solo a Luca. Vediamo se impara a controllare il telefono, già che ci siamo. Non lo guarda mai, lasciando sempre che sia Marco a tenere sotto controllo le comunicazioni da casa. Gli scrivo che devono farsi trovare a casa prima che sia io di ritorno.

Ok, forse sto esagerando. Sto cercando una scusa per punire Luca e rafforzare la mia autorità su di lui? Non devo cercare altre scuse. L'ho redarguito sugli auricolari, mi ha disobbedito, tanto basta per punirlo.

Però è vero: deve imparare a tenere sotto controllo il cellulare e smettere di affidarsi sempre a suo fratello. Certo che poi Marco va in crisi: deve sempre mantenere l'aspettativa, di essere quello assennato tra i gemelli. Ok, gli mando il messaggio, solo a lui, quel che succede, succede.

Finisco il tè e me ne torno in studio. Lavoro e mi dimentico di tutto, finché la sveglia non mi risveglia come da un incantesimo. Tempo di andare a recuperare il piccolino... sperando di mettere un punto all'escalation di sculaccioni, oggi. Non mi era mai successo, credo, di sculacciare due volte di seguito uno dei miei figli, nell'arco della stessa giornata. Certo... sono state entrambe delle sculacciate al volo, nulla di che. Nondimeno...

Entro in macchina e smetto di pensarci. Mi concentro sulla guida, sulla radio.

Quando arrivo al CUS mi sorprendo a trovare Giulietto già fuori l'ingresso, in attesa, in genere entro l'auto e vado al parcheggio, spesso mi aspetta lì, oppure, se ho fatto presto io e tardi lui, vado a recuperarlo all'uscita degli spogliatoi. Mi accorgo però che sta parlando con dei ragazzini. Un gruppetto di quattro, compreso mio figlio. Uno sembra un po' più grandicello, dell'età dei gemelli, se non oltre. Sarà lui quel ragazzino con cui è uscito la settimana scorsa, in bici, quando è tornato con le ginocchia sbucciate? Do un colpo di clacson, mio figlio si accorge di me, saluta i ragazzini e si precipita verso l'auto.

Le nuove regole di papà (vol. 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora