68. Le pagelle

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[Papà] [Martedì 18/06/2019]

La pagella di Giulietto è una grossa, grossissima delusione.

Voti bassi, anche nelle materie più facili... la rasente sufficienza quasi dappertutto. Nulla che possa suggerire... non dico un talento... ma almeno una predilezione. Qualcosa che ci possa far dire, almeno, non so, ok, è portato per le materie pratiche, non per quelle umanistiche, o il contrario... invece no. Un quadro desolante, che ha un'unica ragione evidente: la svogliatezza.

Un altro fallimento... mio, non di Giulio. E lo so che devo stare attento a non prenderla sul personale, lasciando a mio figlio lo spazio per poter sperimentare, provare, fallire, riprovare. Però... fino all'anno scorso il quadro non era così desolante. Sì, non eccelleva in nulla. Ma anche a inizio anno i voti erano più alti, almeno in italiano, in storia... invece no, calati anche questi. Chissà, magari hanno deciso di punirlo per il comportamento, tutte quelle note, la bugia del piede, quella volta durante l'ora di ginnastica, e poi le zuffe coi compagni per futili motivi, e i capricci e le opposizioni al laboratorio musicale...

Mi rendo conto di aver sbagliato a non voler seguire Giulietto. Certo, non l'ho mai fatto con nessuno dei miei figli, salvo poi accorgermi del rischio grosso corso da Riccardo e anche dai gemelli, e così mi sono dedicato a loro... e Giulietto forse ne ha risentito, anche se non ha mai chiesto nulla, non ha voluto attenzioni, o son stato cieco, non so... Siamo stati ciechi, anzi. Perché va bene tutto, ma nemmeno sua madre si è mai interessata più di tanto, giudicando, insieme a me, meno problematica la sua situazione scolastica, la primaria, insomma, non ci aspettavamo nulla, discorso diverso per gli altri...

Scatto un'istantanea dello schermo, mando a mia moglie lo screenshot con la pagella e le chiedo di telefonarmi appena ha un momento libero, ho bisogno di parlarne con lei.

Cerco di mettere da parte il pensiero del piccolino, e non è difficile, perché tolto Giulietto, resta il grande interrogativo su Riccardo. Pranzo da solo, sul divano, davanti la TV, ma non mollo un attimo il cellulare, aggiorno continuamente l'app del registro elettronico, spero di trovare la pagella di Ricky, ma niente ancora niente. Cedo e gli scrivo un messaggio, risponde dieci minuti più tardi, stavano pranzando insieme, ancora niente, mi conferma. A questo punto è possibile che escano in serata, gli chiedo quanto ha ancora intenzione di restare dalla sua ragazza, non può stare tutto il giorno finché non escono le pagelle, ma s'arrabbia, litighiamo a colpi di messaggi testuali, dice che tornerà quando se la sentirà, gli dico che non può approfittare dell'ospitalità della sua ragazza, che deve tornare a casa, che l'affronteremo insieme, ma si chiude a riccio, insiste, e proprio nel bel mezzo della conversazione mi telefona mia moglie, fuori uno e dentro di nuovo l'altro, da Riccardo a Giulietto.

"Non è che sia una sorpresa", esordisce.

"Be'... però mica erano questi i voti a inizio anno", le rammento.

Esita qualche istante, sento voci estranee, si sta muovendo, sarà in qualche corridoio, non riusciamo mai ad avere una conversazione telefonica in pace e tranquillità quando la chiamo sul lavoro.

"Che cosa vuoi fare?", mi chiede, tagliando corto, come a dire: le recriminazioni sono inutili, pensiamo a come affrontare la cosa e basta.

"Onestamente, vorrei aspettare di avere il quadro generale. Le pagelle dei gemelli escono domani, mentre Ricky ancora niente..."

"Però non puoi mettere sullo stesso piano Giulietto con gli altri".

"No, però... cioè, il criterio per punire dev'esser unico, dev'esser lo stesso e... insomma, metti che alla fine Ricky viene bocciato, i gemelli vengono rimandati..."

Le nuove regole di papà (vol. 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora