84. La sorpresa dai nonni

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[Papà] [Domenica pomeriggio 30/06/2019]

Se non fosse che, ancora a distanza di vent'anni circa, in presenza dei miei suoceri, di mio suocero specialmente, avverto sempre una certa tensione, avrei detto che quest'ultimo giorno di festeggiamenti – forse un po' eccessivo, mi rendo conto, con quattro figli, quasi un'intera settimana per festeggiar il compleanno di uno solo sembra una preferenza spropositata – è di tutto riposo. Sarà che non devo preoccuparmi (e occuparmi) di nulla. I genitori di mia moglie ci ospitano nella villa di campagna, e il massimo del nostro contributo è stato un paio di bottiglie di vino per fare la sangria. Mia suocera ha cucinato per un esercito, mio suocero ha insistito ad arrostire ogni genere possibile di animale, ripetendo il solito rito estivo, stare ore davanti alla brace, come atto dimostrativo, tradizione, chissà cosa.

I miei figli hanno giocato, sono stati in giro, liberi, fuori dai pericoli e senza richieder controllo. Per parte della mattinata, finché non ci siamo ritrovati a tavola, ho quasi dimenticato di avere dei figli. Quasi, perché gli schiamazzi prodotti nella piscina gonfiabile – ormai troppo piccola per contenerli tutti e quattro, i gemelli, Giulietto, e il piccolo Alessio – hanno reso manifesta la loro presenza. Riccardo si è intrattenuto con i cugini più grandi, cogliendo l'occasione. L'ultima volta che ci siamo visti è stato per una partita di calcio del piccolo, ma mancavano i cugini più grandi.

E mentre mi godevo un po' di tranquillità, staccando la spina, mollando la presa, persino concedendomi di sdraiarmi al sole, ho potuto anche far notare che non sono io quello più severo e ossessionato dal controllo. In effetti, anche nelle peggiori delle situazioni, i miei cognati mi battono senz'altro. Angela, la sorella maggiore di mia moglie, sempre pronta a rimbeccare i figli, tanto il medio, Antonio, quanto il piccolo, Alessio. Suo marito Mario, poi, be', è l'unico che può andare d'accordo con mio suocero, hanno lo stesso carattere. E sta sempre a urlare e sbraitare col figlio più piccolo, anche senza motivo.

A pranzo, a tavola, per svicolarmi da conversazioni non proprio gradevoli, mi sono unito a Riccardo e ai cugini maggiori, chiedendo ad Antonio della scuola, a Sara dell'università. Chissà se i ragazzi mi hanno assecondato per rispetto, o magari erano veramente disposti a parlarne con me... a lamentarsi, a ben vedere, è stato solo Mario, che mi ha detto senza mezzi termini di smetterla di fare il professore anche d'estate, sempre a parlare di scuola e compiti. Certo, immagino che lui non si sia mai preso la briga di interessarsi della vita scolastica (o universitaria) dei suoi figli.

Il momento più critico è sempre quello dopo pranzo. Mentre gli adulti, satolli, vorrebbero riposare, i piccoli sono iperattivi. Con la calura estiva, la piscina fa gola, e i più piccoli – Alessio, Giulietto, pure Luca a un certo momento – insistono per tornare a bagnarsi, a far tuffi, e benché mia moglie non esiti a sfatare certi luoghi comuni della medicina popolare e casalinga, nemmeno lei ha voluto che i ragazzi tornassero in piscina: a quell'ora, col sole cocente, bisogna stare all'ombra. A vincere, però, non sono state le pacate rassicurazioni di mia moglie – lo farete presto, pazientate – ma le scorbutiche minacce di mio cognato Mario, rivolte indistintamente al suo come a mio figlio.

Ecco, se ieri, al campo di calcio, mi son stupito a veder serpeggiare tra i genitori presenti minacce e riferimenti palesi o impliciti a punizioni e sculacciate, da uno come Mario non mi aspetterei nulla di meno, benché, per quel che ricordi, non mi è capitato di assistere a nulla di più di qualche esagerato ceffone, mentre la minaccia di fare i conti una volta a casa è sempre stata una litania fissa delle nostre riunioni familiari. D'altro canto, mia moglie non ha fatto mistero che nella sua famiglia si usassero, né di come sua sorella Angela vi avesse fatto ricorso a sua volta.

A ben vedere, non è strano che siamo diventati anche noi una famiglia pro alle sculacciate, ma che ci abbiamo messo sedici anni.

Per fortuna, il soporifero, sonnolento e noioso primo pomeriggio viene presto interrotto e rinvigorito dall'arrivo, tanto atteso, di Francesco, il fratello minore di mia moglie.

Le nuove regole di papà (vol. 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora