Capitolo Ventisei

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Pov. Andrea

Siamo tutte e tre sedute sul divano, Janette seduta in mezzo a noi.

Stiamo guardando un film, ma sono così elettrizzata di essere nella stessa stanza con lei.

Sono passati ormai due giorni da quando abbiamo chiarito le cose tra di noi.

Abbiamo passato ogni pasto insieme, abbiamo passato ogni serata insieme.

Janette ci è sempre stata vicino, ma va bene così.

Ho bisogno che lei sia presente, per evitare di cedere a qualsiasi tipo di tentazione e rovinare questa sorta di quiete apparente che abbiamo creato tra di noi.

Ogni tanto le tiro un'occhiata di sottecchi, osservando quel viso tanto delicato quanto bello.

Quando però, per l'ennesima volta porto lo sguardo su di lei, la trovo a guardarmi.

Un scarica mi attraversa il corpo quando i nostri sguardi si incontrano.

Torniamo entrambe a fissare la televisione, imbarazzate da quello sguardo condiviso.

Mi mordo il labbro per trattenere un sorriso e con la coda dell'occhio noto lei fare lo stesso.

Janette rimane impassibile tra di noi, quasi non notasse quanto sta succedendo intorno a lei, ma in fondo so che non è così.

È in grado di cogliere segnali che nessun altro è in grado di cogliere.

Mi alzo dal divano per raggiungere la credenza, prendendo un pacchetto di patatine

 "Volete?" porgo il sacchetto a Janette e Leila

 "No grazie" Janette scuote la testa

 "Sì assolutamente!" Leila si butta sul pacchetto, infilando la mano dentro.

Si porta alla bocca un paio di patatine, poi porta di nuovo la mano dentro al sacchetto

 "Aspetta Leila, mi sposto" Janette si alza dal divano, lasciando il posto libero a Leila "Mettiti al mio posto, sarà più semplice mangiare. Ed io non sarò cosparsa da una pioggia di sale e patatine" ride divertita

 "Oh, okay" annuisce Leila, e si siede di fianco a me.

Mi irrigidisco, quando il suo profumo mi invade le narici.

Anche lei sembra in imbarazzo. Rimane infatti una decina di centimetri più distante da me, quasi avesse paura di sfiorare il mio corpo.

La ringrazio mentalmente per questa distanza, perché già so che se dovessi mai sfiorarla, anche solo per sbaglio, i ricordi dei nostri momenti più intimi insieme mi tornerebbero alla mente, provocando un enorme casino.

Lei non si volta più a guardarmi, probabilmente imbarazzata dalla vicinanza tra di noi.

Mangia le patatine senza voltare mai lo sguardo.


Quando il film finisce, Janette si alza dal divano

 "Ragazze io vado a dormire"

Noto con la coda dell'occhio Leila irrigidirsi

 "Oh, d'accordo" annuisco.

Devo ammettere che anche io sono agitata. Per la prima volta dopo tanto tempo saremo di nuovo sole, l'oscurità dalla stanza ad avvolgerci

 "Buonanotte, fate le brave" Leila abbassa lo sguardo, le guance rosse

 "Vaffanculo Jan" alzo il medio.

Lei mi manda un bacio prima di chiudersi la porta alle spalle.

Cala il silenzio, interrotto solo dal flebile vociare della tv.

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