Capitolo Sessantuno

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Pov. Andrea

Raggiungo Rebe a casa sua, per farle compagnia.

Anche oggi Leila è andata al lavoro, lasciando dietro di sé una scia di malinconia e tristezza.

Sbuffo, cercando di non pensarci.

Penso di star sviluppando una sorta di dipendenza affettiva da lei, non riesco a farne a meno.

Del suo profumo, del suo corpo.

Quando lei non è intorno a me, sento un enorme vuoto e non riesco a capirne il motivo.

Forse il letargo emozionale vissuto nell'ultimo anno, ora che è finalmente terminato, ha provocato l'effetto opposto.

Sento ogni mia emozione amplificata, fino agli eccessi.

Fino alle dipendenze

 "Chi è?!" Rebe strilla al citofono

 "Chi vuoi che sia Rebe" alzo gli occhi al cielo.

La sento ridacchiare, prima di aprire il portone.

Il solito fastidioso odore di umido e muffa mi invade le narici. Le pareti sono sempre tristemente bianche, pezzi d'intonaco stanno lentamente venendo giù a causa della forte umidità.

Giro lentamente il nottolino della buca delle lettere di Rebe, ormai completamente rotto, prendendo le buste ed i giornali che riempivano la cassetta.

Visto la lentezza del suo ascensore, decido di salire a piedi.

Salgo velocemente le rampe che mi dividono da Rebe, e non appena ci divide un'unica rampa sento Spike agitarsi

 "Shh! Zitto!" la sento rimproverarlo dolcemente da dietro la porta "Sta bravo Spiky"

 "Pensi di aprirmi o vuoi coccolare ancora un po' il tuo cane?" sbuffo, aspettando impaziente che Rebe mi apra la porta

 "E ciao anche a te Andrea. Certo che potresti anche aspettare un attimo" alza gli occhi al cielo.

Entro in casa, accolta subito dal forte abbaio di Spike.

Saltella davanti a me, abbaiandomi in modo piuttosto minaccioso.

Mi nascondo dietro Rebe, nella speranza che smetta di attaccarmi

 "Cagasotto" mi deride Rebe, raggiungendo la cucina.

Probabilmente vedendo la sua amata padroncina tranquilla, il cagnolone la segue scodinzolante

 "Ci tengo alla mia vita ed il tuo cane sembra continuamente volermi uccidere. Invece guarda Milù" la piccola gattina si avvicina leggiadra a me, strusciandosi poi sulla mia gamba.

La sua coda lunga mi accarezza la pelle nuda, solleticandomi.

La accarezzo dolcemente, il suo corpo vibra sotto il mio tocco

 "Sai proprio come trattare una donna eh Andrea" ride divertita Rebe, osservandomi coccolare dolcemente la sua gattina

 "Già, io e qualsiasi essere umano con un.. pene non andiamo granché d'accordo" osservo Spike osservarci dall'angolino accanto al tavolo, un orecchio teso, pronto a captare qualsiasi pericolo

 "Vuoi una birra?" Rebe si avvicina al frigo, porgendomi una bottiglia di Beck's

 "Perché continui a comprare la Beck's? Lo sai che fa schifo" sbuffo

 "Perché a me piace la Beck's. Ah, poi ti ricordo che siamo a casa mia, quindi compro la birra che  più mi aggrada" mi fulmina con lo sguardo "Quindi?" inarca un sopracciglio

L'Attimo EffimeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora