Capitolo Cinquantaquattro

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Pov. Andrea

Siamo nude nel mio letto, la tensione che mi irrigidiva il corpo da ieri sera è completamente sparita.

Leila mi osserva, probabilmente in attesa che io dica qualcosa, ma non voglio rovinare questo momento così perfetto.

I ricordi di quanto successo con Omar, si ripetono con meno frequenza nella mia testa, ma per Leila sarà lo stesso?

Dio, sono una fidanzata terribile.

Sono una fottuta egoista, così concentrata su di me e su quanto mi sentissi ferita da Omar da non pormi nemmeno il problema di come lei stia davvero.

Non le ho chiesto nemmeno una volta come si sentisse a riguardo.

Mi viene da ridere

 "Che succede?" lei mi guarda confusa

 "Nulla, pensavo semplicemente a che pessima fidanzata sono" mi volto verso di lei "Non ti ho nemmeno chiesto una volta come ti sentissi per.. la storia di Omar. Sei tu che hai dovuto consolare me" scuoto la testa

 "Eri piuttosto provata" mi sorride triste, sedendosi poi sul letto.

Mi osserva, completamente nuda davanti a me.

Cerco di mantenere la mia concentrazione su di lei, ma quel corpo così bello di fronte a me, mi confonde

 "Sto bene Andrea" annuisce, ed il mio cuore perde un battito "Quel bacio è stato così estraneo, nonostante fossero le stesse labbra che ho baciato per sei anni. Non le riconoscevo più, così lontane dalla tue" mi guarda

 "Non hai provato nulla?" le chiedo, la mia voce diventa un flebile sussurro

 "No Andrea" scuote la testa "Paradossalmente, una tua carezza mi emoziona di più" non riesco a trattenere un sorriso, mentre le accarezzo dolcemente la coscia.

Il mio cuore batte così in fretta che ho paura possa esplodere da un momento all'altro.

Le sue parole sono state così intense, così potenti da abbattere ogni mio muro.

O quasi.

Perché in fondo Omar rimarrà per sempre una delle mie più grandi paure. La paura che loro possano tornare insieme, mossi dal ricordo di quei sei anni passati insieme non mi abbandonerà mai.

Imparerò a conviverci, nella speranza che non accada mai.

Osservando il modo in cui mi guarda seduta su questo letto, non lascia spazio ad altri dubbi, mi ama tanto quanto la amo io.

Eppure un tempo quello stesso sguardo lo dedicava ad Omar, così innamorato e pieno di speranza per il loro futuro.

Questa pandemia mi ha insegnato a godermi i singoli attimi, i singoli attimi effimeri, di cui è composta la vita perché tutto è così volubile.

Spaventosamente volubile, ma non possiamo vivere nel terrore.

Bisogna imparare a vivere con i propri demoni, perché solo così si potrà imparare a distruggerli.

O forse con il tempo andranno lentamente scemando, fino a diventare un innocuo problema.

Ancora una volta guardo Leila, sorridendole.

Non so come andranno a finire le cose tra di noi, ma la felicità che sto provando in questo momento supera qualsiasi mia insicurezza.

Le poso un bacio delicato sulle labbra, prima di tornare ad osservarla.


Rebe sta giocando con il telefono, come ogni volta che viene qui, Leila invece guarda distrattamente la tv.

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