Capitolo Sessantaquattro

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Pov. Andrea

Leila arriverà a casa momenti.

Oggi è stata una giornata stressante, ho avuto un esame piuttosto impegnativo che però sono riuscita a superare.

Il resto del giorno l'ho passato a recuperare qualche vecchia lezione.

Ho la testa che mi esplode.

Le verdure stanno friggendo sulla piastra, provocando uno sfrigolio fastidioso che non fa altro che aumentare il mio mal di testa.

Anche l'odore nella stanza inizia a diventare pesante

 "Oh no, Andrea ti prego" Leila entra in casa tappandosi il naso

 "Ciao piccola" le sorrido avvicinandomi a lei

 "Perché cucini continuamente quella robaccia" sbuffa lavandosi le mani nel lavandino

 "Robaccia è tutto ciò che mangi tu" rido divertita

 "Io non mangio alcuna robaccia" alza gli occhi al cielo

 "Davvero? Vogliamo parlare del pacchetto di patatine finito in due giorni? O della tavoletta di cioccolata durata meno di quattro?" inarco un sopracciglio

 "Che fai? Giudichi?" incrocia le braccia al petto, fingendosi offesa

 "No assolutamente no" mi avvicino a lei "Mi piace quando mangi tanto, vuol dire che stai bene" le sorrido, prendendola tra le braccia

 "Sì decisamente bene" mi sorride, vertiginosamente vicina alle mie labbra.

La osservo talmente vicina a me da sentire il suo respiro unirsi al mio.

Il mio cuore aumenta i battiti, il desiderio di lei si diffonde in me.

La bacio con passione, facendo incontrare le nostre labbra che non aspettavano altro che questo. Le lingue si sfiorano, unendosi in un bacio intenso, talmente intenso da togliermi il respiro.

La prendo in braccio, adagiandola sulla superficie più vicina a me, il tavolo.

Le tolgo quella maglia troppo grande che le nasconde il fisico perfetto, scivolando con la bocca dal suo collo alla spalla.

Assaggio quella pelle dolce, nonostante la giornata passata fuori casa.

Lei mi stringe le spalle, incidendole con le unghie, in attesa che continui il mio lento cammino fino al centro del suo corpo.

Anche lei mi sfila la maglietta, ed armeggia con il reggiseno per sganciarlo

 "Ragazze! Sul serio?!" Janette ci guarda inorridita "Su quel tavolo ci mangio anche io" incrocia le braccia al petto

 "Janette! Ciao" Leila la saluta imbarazza, coprendosi con le mani il petto.

Così mi posiziono davanti a lei

 "Ciao Janette, non dovevi avvisare prima di tornare?" rido nervosamente

 "L'ho fatto" sventola il telefono "Dovreste leggere più spesso i messaggi" scuote la testa, raggiungendo la cucina.

Nella stanza cala un imbarazzante silenzio

 "Sono contenta che le cose tra di voi vadano bene" si volta poi sorridendo.

Nel frattempo Leila ha recuperato la sua maglietta dal pavimento, indossandola

 "Grazie Janette.. e scusaci" si gratta il retro del collo

 "Vi voglio bene ragazze, ma stabiliamo delle regole. Tipo niente sesso nelle aeree comuni" ci guarda seria "Vi concedo la doccia, ma qualsiasi altra superficie al di fuori delle vostre stanze non potrà essere utilizzata. Capito?" ci punta un dito contro

L'Attimo EffimeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora