~ Episodio 2 ~
L'orgoglio in ogni ambito della vita, lavoro, famiglia, amore, eccetera, è sempre un ostacolo. A primo impatto ci si sente sazi di vendetta, di superiorità e dominio, verso una persona oppure un evento e questa sensazione ti spinge a strafare ed a parlare a sproposito, tutto pur di non essere quello che perde, per salvaguardare la propria dignità anche se questa non è mai stata in discussione, e fu proprio per tutelare quell'onore guadagnato sgomitando e calciando che i due Lupi cominciarono a ringhiarsi addosso ogni parola che gli passava per la mente pur di non cedere, «Lo sai da due giorni ma non ti ricordavi di dirmelo prima che andavi via», l'ascensore si aprì e i due uomini si fiondarono fuori per mettere tra di loro più distanza possibile, «E te lo ricordavi dopo?», si girò per puntargli una mano sul petto. Non capitava spesso che JungKook camminasse davanti a lui ma in quel momento era troppo furioso per rispettare quelle regole che lui stesso si era imposto, «Cazzo TaeHyung-ssi, viviamo nell'era dei cellulari avresti potuto mandarmi un messaggio non appena tuo padre te lo aveva comunicato», gli diede di nuovo le spalle camminando veloce verso l'ufficio e subito dopo verso la scrivania del suo capo, afferrò con rabbia l'agenda elettronica che giaceva lì, dimenticata – non aveva neanche la decenza di portarsela a casa –, e gliela puntò dritta in faccia, «Lo vedi questo numerino rosso che lampeggia?», l'indice che picchiettava freneticamente sul vetro mostrava il suo aumentato nervosismo, «Indica che hai una notifica che dovresti leggere, cazzo!»
Quando sentì l'oggetto sbattergli con forza sul petto TaeHyung lo afferrò prima che questo cadesse, causando non solo un danno economico ma, sicuramente il peggioramento della situazione che si era creata tra lui e JungKook, cosa che in quel momento ancora gli interessava; cliccò su quel numero lampeggiante e si soffermò a leggere la notifica che lo lasciò interdetto, «C'è scritto soltanto che mancherai venerdì», poggiò l'oggetto sulla scrivania e subito dopo tornò a fissare il suo interlocutore che non sembrava aver perso quell'espressione furente che aveva sul viso.
«Mancherò venerdì a causa delle gare di nuoto», scosse la testa disperato per la mancata comprensione del concetto da parte del suo capo, «Ho notificato la mia assenza solo per venerdì perché il sabato e la domenica non lavoro ma mi servono tutti e tre i giorni, TaeHyung-ssi», rimase a fissarlo aspettandosi una risposta che però tardava ad arrivare.
Non era arrabbiato, non nel vero senso della parola, era più che altro nervoso perché il più giovane continuava a rinfacciargli il mancato utilizzo di quell'agenda elettronica e perché non era mai capace di dargli il beneficio del dubbio, perché lui, tra le liti, le riappacificazioni, i problemi con il fratello, l'insistenza di YoonGi che non voleva perdere il suo posto in prima fila come amante e quella di ShinHye che non voleva perdere il primato di fidanzata del secolo, se ne era davvero dimenticato e proprio perché non c'era astio dentro di lui non gli avrebbe mai negato quei giorni, dopotutto il viaggio si sarebbe potuto spostare, però le ultime parole di JungKook cambiarono ogni cosa.
«Comunque io non posso accompagnarti e siccome ho invitato JiMin a venire con me, mancherà anche lui», il tono della sua voce era impassibile, aveva qualcosa da dire e doveva dirla senza farsi intimidire, «Proprio stamattina mi stava facendo vedere i suoi piani per il viaggio visto che accompagnerà mia madre», dopotutto non stava facendo niente di male, aveva chiesto ed ottenuto quei giorni, e tutti gli altri a venire che gli sarebbero serviti per lo stesso motivo, fin dal primo giorno e quella notifica lampeggiava su quel dispositivo da almeno una settimana.
Molte cose lo avevano fatto imbestialire di quel discorso fatto di pochissime parole e pronunciato in meno di due minuti, troppe per la brevità che lo componeva, prima fra tutte, aveva invitato JiMin e non lui; non che avessero chissà quale rapporto di amicizia ma c'era qualcosa tra di loro e non potevano negarlo – lui non ne aveva nessuna intenzione ma l'altro non sembrava dello stesso parere –, qualcosa che avrebbe dovuto spingerli a conoscersi meglio ed invece JungKook stava dando quella possibilità a Park JiMin. Gli aveva affidato sua madre, lei era d'accordo? JiMin gli piaceva più di quanto le piacesse lui perché aveva avuto modo di conoscerlo meglio? Per di più, quando quella mattina li aveva visti tutti allegri intenti a guardare lo schermo del computer e gli aveva chiesto cosa stessero facendo, gli avevano mentito dicendo che non era nulla di importante. Non era il solo ad aver dimenticato di comunicare con lui, prima il bacio e adesso questo viaggio: quante cose gli stavano nascondendo ancora?
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Addicted
Fanfiction[Omegaverse] Un amore malato lo definirebbero molti Ma noi lo chiameremo Addicted. Perché? Per via dell'incoercibile bisogno che hanno uno del corpo dell'altro. Perché non si bastano mai come al corpo non basta un unico respiro. Perché sono arresi e...